Relazione tra sintomo e causa
La Boswellia serrata o albero dellโincenso (Frankincense), da sempre utilizzata nella medicina ayurvedica (Salai guggul), negli ultimi 40 anni ha destato interesse anche nella medicina occidentale per le virtรน cicatrizzanti e antinfiammatorie della resina ricavata da questo albero.
Nonostante gli studi effettuati ne abbiano validato lโazione antinfiammatoria a tutti i livelli e una notevole casistica di utilizzo le abbia permesso di essere considerata come una delle migliori risorse naturali [29], rimane il fatto che i suoi costituenti benefici, cioรจ gli acidi boswellici, hanno poca biodisponibilitร orale.
Recentemente, si รจ visto come lโacido ฮฒ-boswellico, il principale triterpenoide presente nella resina, sia maggiormente in grado di modulare gli enzimi di risposta infiammatoria catepsina (catG) [30].

Modifica la sintasi microsomiale della prostaglandina E1 (mPGES-1), responsabili della formazione delle prostaglandine E2 [31], importanti sostanze proinfiammatorie, vasocostrittrici e ipertensive.
Molto interessante poi la presenza degli acidi boswellici in aree come il cervello, ben 35 volte maggiore rispetto a una forma non complessata e in aree poco vascolarizzate come lโocchio, ben 17 volte in piรน rispetto al controllo.
Esistono quattro studi pubblicati su Boswellia fitosoma e due in via di pubblicazione, con un dosaggio standard di 500 mg al giorno, diviso in due somministrazioni, ai pasti principali per poter sfruttare lโassorbimento dei fitosomi garantito dalla secrezione biliare.

Uno studio ha potuto dimostrare una riduzione del 43% in un mese, rispetto al controllo, della necessitร di utilizzo di corticosteroidi e ฮฒ-antagonisti per via inalatoria, classificandosi a pieno titolo come add on therapy, con ottima compliance da parte del paziente e permettendo nel tempo una riduzione dei farmaci stessi.
Un altro studio ha dimostrato anche unโefficacia nella riduzione dellโinfiammazione e nella riparazione delle cellule della mucosa intestinale [32].
Gli altri studi riguardano lโuso di boswellia in associazione con la fisioterapia nelle patologie osteoarticolari; รจ stato rilevato un miglioramento dei sintomi e in tempi ridotti, rispetto alla sola fisioterapia, in caso di tendinite dโAchille e di epicondilite.

In associazione allโacido ฮฑ-lipoico, la boswellia ha dimostrato un miglioramento nelle cervicobrachialgie e lombo sciatalgie rispetto al gruppo controllo.
Una combinazione sinergica di curcuma, boswellia e acido ฮฑ-lipoico offre i migliori risultati nelle neuropatie in genere, ma lโeffetto massimo si ottiene assumendola in associazione allโacetilcarnitina, alle vitamine del gruppo B, L-carnosina e zenzero.
La forma di Boswellia fitosomata esiste anche in crema per via esterna, con risultati eccellenti nelle forme infiammatorie della cute post-radioterapia, e come antiaging cutaneo nelle esposizioni a raggi UV.

La boswellia ha dimostrato queste azioni: inibizione della sintesi dei leucotrieni per azione specifica sulla 5lipossigenasi, NF-kB, PGE2, TNF-ฮฑ, IL1, IL2, IL4, IL6 e IFN-ฮณ.
Sollievo dai dolori articolari (artrite, artrosi); contrasto delle infiammazioni cutanee (psoriasi, eczemi) e delle mucose (colite ulcerosa, asma, Crohn); contrasto della neurodegenerazione e della leaky gut syndrome.
Le prostaglandine di tipo 2 (PGE2) fanno parte della cascata dellโacido arachidonico e sono tipici mediatori chimici dellโinfiammazione acuta, ma recenti studi hanno evidenziato il ruolo delle PGE2 anche nellโinfiammazione cronica, tramite amplificazione del segnale delle citochine.

Il secondo meccanismo, fondamentale per lโinibizione dellโinfiammazione, si ha, anche per questa pianta, tramite lโinibizione prodotta dagli acidi boswellici nei confronti dellโNF-Kb come dimostrato in studi su patologie da infiammazione cronica come lโaterosclerosi [33] o in patologie della pelle come la psoriasi [34].
Il terzo meccanismo alla base dellโazione antinfiammatoria di questa pianta รจ lโinibizione selettiva di parte della cascata dellโacido arachidonico, cioรจ lโinibizione della formazione dei leucotrieni, potenti sostanze infiammatorie, tramite inibizione dellโenzima lipossigenasi.
Questo la rende molto interessante nei confronti di patologie infiammatorie in aree del corpo dove i leucotrieni sono maggiormente espressi, cioรจ pelle (psoriasi, eczemi), mucose (asma, Crohn, colite ulcerosa) e articolazioni (artrosi, artrite reumatoide) [35].

Lโinibizione della lipossigenasi e delle sue conseguenze, come lโaumento dei leucotrieni (LTA4, LTB4, LTC4 ecc.), รจ molto importante nelle patologie dove essi sono maggiormente elevati, come per esempio nellโasma bronchiale.
Se invece vengono somministrati farmaci antinfiammatori selettivi delle ciclossigenasi, come la maggior parte dei farmaci antinfiammatori non steroidei, vi sarebbe piรน substrato per le lipossigenasi, peggiorando la sintomatologia come nella somministrazione di aspirina in caso di attacco allergico.
Gli acidi boswellici, inoltre, hanno unโaltra azione peculiare: essi vanno a inibire lโelastasi leucocitaria umana (HLE), una proteasi che gioca un ruolo importante in diverse condizioni patologiche infiammatorie, come la fibrosi cistica, lโenfisema polmonare, le bronchiti croniche e i disturbi reumatici.

Se la boswellia viene data in sinergia con la curcumina, i risultati antiossidanti risultano aumentati, come evidenziato in uno studio in cui si valutava lo stress glicossidativo e lipossidativo in atleti master, nei quali la combinazione delle due piante migliorava nettamente lo stress ossidativo [36].
Lโefficacia degli acidi boswellici nei casi di infiammazione sono stati paragonati al celecoxib, anti COX2, in abbinamento alla curcuma, dove si รจ evidenziata unโefficacia superiore di 2 compresse al giorno di curcuma e boswellia, non fitosomate, rispetto a 100 mg di celecoxib, 2 volte al giorno, nei casi di osteoartrite del ginocchio [37].
Inoltre, si รจ evidenziata lโazione di add on therapy associando gli acidi boswellici al celecoxib nei casi di neuroinfiammazione e conseguenti disturbi cognitivi nei topi [38].

Unโaltra malattia del metabolismo, quale la sindrome metabolica e la sua evoluzione patologica, cioรจ il diabete di tipo II, puรฒ trarre beneficio dallโazione antinfiammatoria della Boswellia serrata; come si รจ evidenziato in uno studio clinico in cui รจ stata utilizzata una boswellia non fitosomata.
Sono stati ottenuti un rialzo del colesterolo HDL, una diminuzione del colesterolo LDL, una diminuzione dei trigliceridi, una diminuzione della proteina glicosilata fruttosammina e delle transaminasi SGOT e SGPT [40].
In conclusione, per la molteplicitร dei meccanismi dโazione antinfiammatori dimostrati da centinaia di studi effettuati sulla boswellia, essa deve essere annoverata a pieno titolo tra le piante piรน importanti, assieme a curcuma e zenzero, per il controllo dellโinflammaging e delle sue conseguenze.
La combinazione delle tre piante permette una sinergia di efficacia importantissima e superiore alle singole piante.

