Fegato il regista
Ha proprietà diuretiche, aperitive, digestive, toniche, eupeptiche, depurative del sangue, è un tonico epatico
Parti usate : Le foglie (non le brattee che si usano per l’alimentazione) e radici, sommità fiorite. Il carciofo è sempre stato legato, per il suo sapore amaro, alla funzionalità digestiva ed epatica.
Infatti è uno stimolante delle funzioni epatiche e biliari per la presenza di sigma-diferolo e di flavonoidi.
I suoi componenti principali sono
flavonoidi, tra cui il cimaroside, responsabile dell’attività protettiva nei confronti del parenchima epatico, acidi fenolici i cui metabolici agiscono sui tessuti favorendo diuresi ed eliminazione di scorie, tannini, inulina uno zucchero facilmente bruciato dal nostro organismo e quindi utile ai diabetici.
Della pianta di usano le foglie
Questa pianta può essere utile come coadiuvante nell’insufficienza epatica, itterizia, cirrosi epatica, calcoli biliari, gotta, reumatismi, ipercolesterolemia e ritenzione idrica.
Principi attivi: tutte le parti contengono il lattone sesquiterpenico cinaropicrina (molto amaro), e inulina. Le foglie sono ricche di cinarina con proprietà epatoprotettive. Particolarmente efficaci sono le foglie. In commercio si trova anche in tintura madre (20-40 gocce, 2-3 volte al giorno).
Modalità d’uso: infuso di foglie 1 cucchiaio da minestra raso per una tazza d’acqua. Si raccomanda l’uso del carciofo nell’alimentazione per mantenere il fegato nelle migliori condizioni. Dosaggio titolato al 3,0% in acidi caffeilchinici calcolati come acido clorogenico,
Metodo di determinazione: Farmacopea Italiana, corrispondono a 7 mg di principi attivi. pari ad una posologia di 28 mg/die d’acidi caffeilchinici).
Carciofo sollecita la produzione della bile, combatte il colesterolo alto
Benigni: l’azione del carciofo sul ricambio del colesterolo è certamente una delle più importanti, in relazione soprattutto alle applicazioni terapeutiche che ne possono derivare in quelle malattie che alcuni attribuiscono ad eccesso di colesterina, fra i quali sarebbe da annoverare la malattia aterosclerotica.
A distanza di 30 anni la teoria trova la sua conferma e la sua base in biochimica – indagine condotta dal Physiologisch-chemisches Institut dell’Università di Tubinga).
È lassativa, pulisce il fegato, previene l’invecchiamento (aterosclerosi), elimina l’eccesso d’urea, si consiglia nei reumatismi e gotta, nel diabete (utilissimo nel diabete nell’anziano), ottimo alimento per diabetici, perché abbassa notevolmente i livelli dello zucchero nel sangue, epatosteatosi, ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia, gotta, reumatismi cronici, arteriosclerosi, tendenza ai calcoli urinari (renella).
Il carciofo potrebbe essere: utilizzato per il controllo del diabete non insulino dipendente e nei programmi di riduzione del peso corporeo.
L’azione sulla diuresi è stata notata quasi in maniera costante, confermato da studi clinici, con conseguente calo del tasso dell’azotemia. Il carciofo fa parte di molti integratori alimentari erboristici.
Quanto stimola la produzione della bile e la contrazione della cistifellea e delle vie biliari, dovrebbe essere utilizzato con molta cautela nei soggetti con calcolosi biliare.