Sostegno allo studio e nello sport

Maschi e femmine si trovano, in età scolare, a dedicare numerose ore della giornata alle attività di studio.

Una mente e un corpo brillante

Maschi e femmine si trovano, in età scolare, a dedicare numerose ore della giornata alle attività di studio. Tali attività si intensificano durante il corso della scuola superiore e ancor di più se il soggetto decide di affrontare il percorso universitario.

In questo caso, può essere utile un supporto nutraceutico che possa fornire estratti vegetali e micronutrienti a sostegno dell’attenzione e delle funzioni di memorizzazione.

In questi casi consigliamo un’integrazione che comprenda un mix equilibrato di sostanze nutritive ciascuna delle quali offre un supporto specifico per gli studenti.

studio 2

Supporto al:

. Produzione energetica cellulare (Vitamine B1, B2, B3, B5, B6, B12)

. Sistema immunitario (Vitamine D e C, Zinco e Selenio).

. Funzioni cognitive (Iodio, Zinco, Camellia sinensis)

. Capacità di apprendimento e memoria (Panax ginseng e Ginkgo biloba).

. Contrasto a stress e fatica (Magnesio ed estratto di Guaranà)

Si parla sempre più spesso di medicina di genere e, anche nell’ambito della medicina dello sport, vi sono aspetti da considerare quando si tratta di performance.

La scarsa disponibilità energetica creata da uno squilibrio tra il necessario introito giornaliero per quantità e qualità rispetto al consumo, può portare alla RED-S Syndrome, condizione caratterizzata da una alterazione del normale funzionamento fisiologico dei principali sistemi con ripercussioni anche psicologiche.

Nel contesto della sindrome RED-S, si può instaurare un ulteriore quadro patologico molto diffuso negli sport di endurance ed “estetici” che è spesso alla base di cali di performance che possono portare anche ad infortuni. Tale quadro patologico è definito la “triade femminile” ed è caratterizzata da:

. Alimentazione disordinata

. Perdita ematica attraverso le mestruazioni

. Osteoporosi

Per limitare le conseguenze del ciclo mestruale abbondante può essere utile assumere un ferro ad alta biodisponibilità in forma organica bivalente (fumarato) o chelata (bisglicinato) che non crei eventi avversi gastrointestinali.

L’anemia sideropenica nello sportivo è un argomento molto discusso e attuale, talvolta di difficile inquadramento, considerando la molteplicità degli attori predisponenti e scatenanti coinvolti.

diabete

Le carenze di ferro possono essere aggravate dai microtraumi causati dall’attività fisica intensa o prolungata come nel caso dei maratoneti o dei giocatori di rugby.

Anche nell’uomo è oggi osservabile la “triade dell’atleti, riferendosi ad una riduzione dei livelli di testosterone e, più in generale, un maggiore rischio di contrarre malattie ed infortuni, nonché di disturbi gastrointestinali e problematiche cardiovascolari, in grado di compromettere la capacità di allenarsi e conseguentemente la performance.

Negli allenamenti ad alta intensità è molto importante che si assuma un’adeguata quantità di proteine al fine di facilitare il rimodellamento muscolare che, in questi atleti, è molto più dinamico rispetto ai soggetti sedentari proprio a causa dell’esercizio fisico combinato con diete periodizzate.

Le patologie autoimmuni

In questo caso l’apporto proteico può raggiungere 0,8 g di proteine per Kg di massa corporea/12 ore se l’obiettivo dell’atleta è aumentare la massa muscolare.

Per chi segue una dieta di restrizione calorica che nel contempo possa risparmiare la massa magra, l’apporto proteico può raggiungere anche i 1,2 g per Kg di massa corporea/12 ore (Mountjoy M et al. 2015).

Il sistema immunitario, nelle sue diverse articolazioni, è in grado di rispondere sia agli stimoli provenienti dall’esterno sia agli stimoli provenienti dall’interno dell’organismo.

autoimmune

Il sistema immunitario non è mai a riposo, è costantemente attivato da segnali in grado di attivare una risposta che deve intercettare, neutralizzare e memorizzare l’incontro potenzialmente dannoso per poi ritornare al suo fisiologico equilibrio.

A livello globale, negli ultimi decenni si è osservato un aumento di fenomeni di disregolazione del sistema immunitario che, in alcune circostanze, non riconosce come self alcuni propri elementi costitutivi reagendo contro l’organismo stesso: parliamo delle malattie autoimmuni.

Le malattie autoimmuni sono condizioni infiammatorie con andamento cronico a significativa mortalità e morbilità, che includono più di 80 diversi disturbi e colpiscono circa il 5% della popolazione nei paesi occidentali, con predilezione per il sesso femminile (Burek CL; Talor MV 2009).

È ormai comunemente accettato che le diverse malattie autoimmuni sono il risultato di una complessa interazione tra genetica, stile di vita, fattori ambientali, squilibri del microbiota e della barriera intestinale (Waldner H 2009) e si manifestano con ampia variabilità in termini di tessuti target, età di esordio e risposta ai trattamenti immunosoppressivi.

Nei soggetti con patologia autoimmune, infatti, sono stati rilevati un gran numero di anticorpi sierici diretti contro la struttura della cellula (acidi nucleici, molecole nucleari, recettori o altri componenti cellulari funzionali).

La loro presenza e rilevazione gioca un ruolo centrale in ambito clinico nella diagnosi e nella classificazione di questo tipo di disturbi. Nonostante possano essere sistemiche o organo-specifiche queste condizioni hanno una caratteristica comune: il trigger iniziale, ovvero il riconoscimento di molecole di sé o estranee.

La distinzione tra il non-self è ciò che lo è, non è sempre assoluta e, in determinate circostanze, si possono avere risposte aberranti in cui le lesioni tissutali derivano da una disregolazione del sistema immunitario innato e adattativo, coinvolgendo sia la parte umorale sia quella cellulare, che induce il corpo ad attaccare i propri tessuti (Oldstone MBA 1987).

Questo meccanismo prende il nome di perdita della tolleranza. In questi soggetti sarà necessario intervenire rimuovendo quanto più possibile i triggers proinfiammatori, che vanno ad alterare ulteriormente l’equilibrio immunitario, adottando strategie mirate al miglioramento dello stile di vita e più in particolare:

. Alimentazione antinfiammatoria

. Micronutrizione ad alto impatto

. Interventi mirati al trattamento degli stati carenziali dei micronutrienti

. Ottimizzazione del ritmo sonno-veglia . Attività fisica

. Interventi sulla sfera psico-affettiva quali tecniche di rilassamento o meditazione

Bibliografia scientifica: Libro salute della Donna Metagenics

 

Tiziana Del Prete
Tiziana Del Prete
Gradara (PU)
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