Proresolvine in neurologia e ginecologia

Riduzione dei disturbi comportamentali e neuroinfiammazione nei modelli animali della malattia di Parkinson. Sostegno alla funzione della BBB e protezione dalle disfunzioni conseguenti ad intervento. Riduzione delle dimensioni dell’area ischemica e miglioramento della funzione neurologica nel modello animale di ictus post-ischemico

La guarigione è guardarsi dentro

Nonostante la difficoltà di reperire e di studiare i tessuti del SNC, studi recenti hanno mostrato anche un forte coinvolgimento delle proresolvine in diverse malattie neurodegenerative.

La più studiata è la malattia di Alzheimer (AD), in cui è stato osservato che la biosintesi endogena di alcune proresolvine è fortemente ridotta, mentre nei pazienti con disturbo cognitivo lieve (la fase precoce di AD) e durante le fasi iniziali della SLA, si ha un’aumentata produzione di alcune proresolvine.

I pazienti AD presentano livelli ridotti di proresolvine anche in aree specifiche del cervello interessate nella malattia, come l’ippocampo e, in questi soggetti, i livelli più elevati di proresolvine misurate nel CSF correlavano con migliori punteggi delle funzioni cognitive.

Inoltre gli studi condotti dal gruppo di ricerca guidato dal dott. Chiurchiù hanno dimostrato che vi è un difetto di produzione di specifiche proresolvine in pazienti affetti da sclerosi multipla e di malattia di Parkinson (PD).

La somministrazione di questi mediatori pro-risolutivi in cellule del sangue ottenute dai pazienti, in modelli cellulari di barriera emato-encefalica (BBB) o animali con PD esercita potenti effetti antiinfiammatori e neuroprotettivi sia sui neuroni che sulla microglia.

La ricerca preclinica emergente su modelli animali e cellulari di diverse malattie neuroinfiammatorie e neurodegenerative ha dimostrato che specifiche proresolvine possono indurre:

  • Aumento della clearance della beta amiloide () e miglioramento della patologia nei modelli di malattia di Alzheimer
  • Riduzione dei disturbi comportamentali e neuroinfiammazione nei modelli animali della malattia di Parkinson
  • Sostegno alla funzione della BBB e protezione dalle disfunzioni conseguenti ad intervento
  • Riduzione delle dimensioni dell’area ischemica e miglioramento della funzione neurologica nel modello animale di ictus post-ischemico
  • Riduzione dell’edema e miglioramento della funzione neurologica in ictus post-emorragico
  • Riduzione dell’infiammazione e del recupero nei modelli di lesione al cervello e lesioni del midollo spinale

Numerose patologie dell’apparato genitourinario femminile sono caratterizzate da importanti processi infiammatori cronici.

L’infiammazione e il dolore cronico sono in alcuni casi originate da patologie infettive, come nel caso delle candidiasi o vulvovaginiti batteriche.

Il più delle volte invece hanno fattori scatenanti multipli di origine ormonale e/o metabolica come nell’ovaio micropolicistico (PCOS) e nell’endometriosi.

Sia l’obesità che la resistenza all’insulina rappresentano le caratteristiche fondamentali della PCOS contribuendo alla sua patogenesi e rinforzando l’iperandrogenemia; la risoluzione dei processi di infiammazione cronica sottostanti costituisce un importante target terapeutico

Alcune proresolvine, come le lipossine, sono essenziali per l’impianto dell’embrione e lo sviluppo fetale, per queste ragioni, si sta valutando il possibile utilizzo di proresolvine in ambito ostetrico ginecologico per favorire la fertilità e il concepimento.

Le proresolvine sono in grado di contrastare la progressione dell’endometriosi. La lipossina A4 è stata recentemente riconosciuta come un agonista del recettore per gli estrogeni e si è potuto osservare che un trattamento locale ha portato alla riduzione delle lesioni, della produzione di interleuchine proinfiammatorie,

la riduzione del fattore angiogenico VEGF, la modulazione dell’espressione delle ciclossigenasi (COX) e delle metalloproteinasi MMP-9.

Gli stessi autori, per la prima volta nel 2020.

Hanno segnalato la capacità delle proresolvine di modulare l’espressione dell’aromatasi, del signaling estrogenico e della proliferazione cellulare in un modello murino di endometriosi.

Le proresolvine potrebbero essere utili nel contrasto alle candidiasi ricorrenti grazie alla capacità di stimolare la clearence del patogeno da parte dei macrofagi e di ridurre la conta fungina.

Bibliografia: Metagenic Il Consiglio degli Specialisti modificato by Francesco Ciani

Simona Mancini
Simona Mancini
Cattolica
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