Francesco Ciani Naturopata di Segnale

Master in Medicina Nutrizionale Funzionale
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Gruppi Sanguigni e Sensitivities

Perché allora tante persone giurano di avere avuto grandi benefici dall'astensione dal consumo di determinati gruppi di alimenti?

Food sensitivity

Nel variegato mondo delle intolleranze, ogni tanto salta fuori un test o un metodo che si autoproclama in grado di diagnosticare una food sensitivity con metodi alquanto bizzarri. Uno di questi è sicuramente l’analisi del gruppo sanguigno.

Quando si è ben compreso come affrontare attraverso intelligenti rotazioni alimentari la cura di diverse patologie allergiche dipendenti dall’infiammazione cronica conseguente al sovraccarico di alcuni allergeni, risulta chiaro perché in molti casi una sospensione nel consumo di un gruppo alimentare, anche fatta un po’ a casaccio, possa dare comunque risultati apprezzabili con il paziente.

Perché allora tante persone giurano di avere avuto grandi benefici dall’astensione dal consumo di determinati gruppi di alimenti?

Perché i cibi che più spesso generano sensitivities allergiche sono pochi e sempre uguali: sono quelli dei quali subiamo un forte sovraccarico per la nostra pigrizia e per le pressioni dell’industria, che ci propone continuamente pseudo-alimenti fatti sempre da frumento, latte, sale, lieviti e zucchero.

Non appena li togliamo stiamo immediatamente meglio. Ha senso però che questa restrizione venga applicata casualmente? Noi sosteniamo di no.

O la diagnosi è corretta o non deve essere fatta. Oggi non è più possibile pensare ad una impostazione casuale delle rotazioni alimentari. Non deve peró essere automatico pensare di dover effettuare un test: un’approfondita anamnesi potrebbe essere largamente sufficiente.

I test chinesionlogici

Questo tipo di test si svolge sfruttando la reattività di alcuni globuli bianchi al contatto con allergeni verso cui si è sensibili. Si mettono a contatto gli allergeni che si vogliono testare con piccoli campioni di sangue del paziente, e si segnala positività maggiore o minore in funzione di quanto ampio è il rigonfiamento rilevato sui globuli bianchi.

Si tratta dunque di un test sul sangue, di discreta precisione, in cui l’unico elemento interpretativo è la valutazione del livello di rigonfiamento delle cellule immunitarie.

In verità poi la maggior parte di questi test concentra l’interesse sui singoli alimenti, invece che sui gruppi alimentari con il rischio – come già accennato – di togliere o ruotare pecorino e parmigiano, lasciando invece taleggio e fontina perché non testati o perché casualmente negativi.

 

I test sanguigni IgG

Un buon medico è naturalmente in grado di interpretare un test citotossico ruotando gli alimenti dell’intero gruppo alimentare di cui fanno parte le positività rilevate.

Questi sono i più recenti e dal punto di vista della scientificità sono i più affidabili, nessuno potendo mettere in discussione il valore di un anticorpo presente nel sangue e misurato con precisione come qualunque altro valore ematico, dalla glicemia al colesterolo.

Le IgG (immunoglobuline di tipo G) rappresentano anticorpi “memoria” relativi al contatto con determinati batteri o virus, ma anche al contatto ripetuto con alcuni allergeni alimentari, e possono quindi indicare un aumento di reattività nei confronti degli alimenti che li contengono.

Trovare alti valori di IgG relativamente al latte o al frumento significa dunque necessità di attenzione verso quei cibi, che potrebbero avere innescato una risposta reattiva in passato, o essere ancora adesso fonte di reattività allergica da accumulo.

Il difetto maggiore di questo tipo di test è che anche dopo un’adeguata rotazione e un recupero della tolleranza verso gli alimenti incriminati, il valore delle IgG può restare alto, o comunque scendere molto lentamente, dove invece un test kinesiologico segnalerà subito la negatività.

Oggi la maggior parte dei test sul mercato, reperibili nelle farmacie, sono IgG based. Il nostro consiglio, se si desidera proprio effettuarne uno, è di farlo, ma di sottoporlo poi al proprio medico o nutrizionista di segnale di riferimento per l’impostazione di un corretto regime.

Basarsi sulle indicazioni generiche stampate sui fogli dell’esito non ci sembra una buona politica da seguire:

quei fogli spesso contengono pagine e pagine di “integratori suggeriti“, o indicazioni dietologiche discutibili, con libertà di consumo di zuccheri o di farine raffinate il cui potenziale infiammatorio rischia di vanificare il lavoro di rotazione che con fatica si va a incominciare.

Mentre far comprendere le cause che scatenano un disagio o tutto ciò che alimenta, resiste o persiste, è un ottima comprensione associata poi ad un wash intestinale supportato da una alimentazione di rotazione, imparando ad ascoltarsi per come meglio assimilare, digerire a fini plastici guastando comunque gli alimenti e il piacere della condivisione a tavola.

Bibliografia: Medicina di Segnale

Maria Stefania Bianco
Maria Stefania Bianco
Badesi
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La Sua professionalità unita alla Sua umanità ed empatia, davvero traccia una strada giusta da percorrere, una Grande Anima ..., Grazie Fra'🙏 ❤️

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