Asse Intestino – Cervello
I vostri bambini si addormentano sul banco di scuola, perdono facilmente l’attenzione e l’interesse i ciò che fanno, sembrano assenti o continuamente iperattivi?
Il nostro secondo cervello, l’intestino.
L’importanza di una alimentazione equilibrata, mirata e attenta, è fondamentale anche nel trattamento dei disturbi dell’Attenzione, della Presenza, del Rendimento e del Comportamento.
Cartesio può aver detto “Penso dunque sono” ma l’ha detto solo perché il suo intestino glielo ha consentito 🙂
(M. Gershon)
Si è sempre pensato che il cervello “cranico” avesse la predominanza su tutte le funzioni dell’organismo. Negli ultimi anni, grazie anche agli studi condotti da un medico americano, Michael Gershon, che nel 1998 ha pubblicato il libro “Il secondo cervello” ,
si afferma che il sistema gastroenterico è, appunto, un secondo cervello, dotato di un sistema nervoso autonomo che svolge funzioni molto complesse e, pur essendo molto lontano dal cervello “cranico”, è con lo stesso collegato dal nervo vago, che consente uno scambio di informazioni bidirezionali ed una reciproca influenza.
Quest’idea “innovativa” in realtà coincide con quanto sostenevano gli antichi egizi già quattromila anni fa, convinti com’erano che l’apparato digerente fosse la sede dei sentimenti.
Oggi si parla di neurogastroenterologia come scienza che studia il sistema nervoso enterico che controlla l’apparato digestivo ed ha sede nel tessuto che riveste l’esofago, lo stomaco, l’intestino tenue ed il colon.
Un secondo cervello considerato come un grande magazzino chimico in cui sono presenti tutti i neurotrasmettitori che operano all’interno del cervello cranico, dal che si deduce che quest’ultimo non sia il solo ambito in cui si formano stati d’animo e vengono prese decisioni e che esiste una stretta correlazione tra disturbi gastrointestinali , disturbi psicoemotivi e malattie degenerative come il morbo di Alzheimer e di Parkinson, l’autismo.
Del resto è proprio nel secondo cervello che si produce il 90% della serotonina e circa la metà della dopamina.
La serotonina, chiamata l’ormone del buonumore, è il neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione del tono dell’umore, del sonno, della sessualità e dell’appetito ed è collegata a numerosi disturbi neuropsichiatrici come il disturbo bipolare, il disturbo ossessivo compulsivo, l’ansia, la depressione, la bulimia.
La dopamina, definita l’ormone della dipendenza, è il neurotrasmettitore che interferisce con la nostra parte emozionale in quanto crea le sensazioni di soddisfazione, motivazione, stimola l’attenzione, la memoria, il comportamento e l’Apprendimento non dei nostri bambini e negli adulti gratificazione all’interno della coppia.
Definita della dipendenza in quanto, quando ci troviamo di fronte ad uno stato di benessere indotto (per esempio fumo e alcool o cibo spazzatura), la tendenza è quella di cercare la fonte del benessere e di aumentarne la dose.
Altra importante scoperta è che l’intestino funziona da potente fonte di produzione di benzodiazepine endogene, principio attivo che viene sfruttato, tra l’altro, per dormire, abbassare i livelli di ansia, superare lo stress, curare le fobie.
Altra importante scoperta è che l’intestino funziona da potente fonte di produzione di benzodiazepine endogene, principio attivo che viene sfruttato, tra l’altro, per dormire, abbassare i livelli di ansia, superare lo stress, curare le fobie.
Nell’intestino sono inoltre localizzati trilioni di microrganismi (il c.d. microbiota meglio noto con il seppur superato nome di flora batterica intestinale), dal peso di quasi 1,5 kg, strettamente integrati con lo stato di salute o di malattia individuale.
Agiscono, infatti, come barriera contro i patogeni, regolano l’assorbimento dei nutrienti, la produzione dell’energia e lo sviluppo del sistema immunitario.
Queste funzioni si definiscono fin dalla nascita (alcuni sostengono già nel ventre materno) e sono fortemente condizionate dal tipo di allattamento, materno o artificiale, che riceve il bambino e, successivamente, dall’alimentazione e dagli stili di vita.
Ogni cambiamento dell’equilibrio della popolazione batterica intestinale influisce significativamente sull’andamento di molte malattie, compresa l’obesità, gli stati allergici, le malattie e le sindromi infiammatorie intestinali, le patologie metaboliche ed i disturbi psichiatrici.
Il nuovo test diagnostico del microbiota sviluppato recentemente dall’Ospedale Bambino Gesù, fornisce una fotografia dell’intero ecosistema intestinale: da cosa è composto, come funziona, come si modifica, come si altera.
Il test disegna una mappa genetica completa delle specie di batteri che compongono il microbiota, insieme ad una mappa biochimica, ovvero un quadro complessivo di come questi batteri interagiscono tra di loro e come si modificano in rapporto allo stato di salute o di malattia.
Una mole di informazioni indispensabili per riequilibrare la popolazione dei microbi intestinali attraverso l’ottimizzazione della dieta, la somministrazione di probiotici, fino al trapianto di microbiota, quando necessario. anche se è possibile una colonizzazione grazie a determinati protocolli alimentari e probiotici umani.
Se l’introduzione di probiotici nella dieta può aiutare a mantenere in buona salute il microbiota intestinale, prevenire e curare problemi di disbiosi o permeabilità intestinale, il futuro potrebbe risiedere nella psicobiotica.
Intestino e cervello vanno di pari passo; se la flora batterica che alberga nell’intestino ha una buona composizione, il cervello si svilupperà in modo perfetto, sia durante la vita fetale, che nell’infanzia.
I risultati dello studio che ha portato a questa scoperta sono stati presentati lo scorso mese di ottobre durante il 47° Congresso della Società italiana di psichiatria (Sip) a Giardini Naxos da John F. Cryan, neuroscienziato della University College Cork.
La “psicobiotica”, infatti, analizza il rapporto tra i microorganismi che vivono nel nostro corpo, quelli intestinali in particolare, e i disturbi mentali. Questo inedito legame è ricchissimo di implicazioni, sia a livello terapeutico che preventivo.
Secondo lo studio il rapporto tra microbiota intestinale e psiche sarebbe dovuto al fatto che i batteri presenti nell’intestino, producendo molto Dna, sintetizzano molecole che, per un complesso meccanismo di mediazione immunitario, ormonale e neurale, modulano lo sviluppo del cervello sia nella vita fetale sia dopo.
La novità sta proprio nell’aver chiarito in buona parte in cosa consiste questo meccanismo. Scoprendo anche correlazioni con l’autismo nei bambini.
Con questa scoperta si aprono possibilità interessantissime e rivoluzionarie dal punto di vista clinico, in quanto si potranno trattare, in un prossimo futuro, i disturbi cerebrali e mentali anche attraverso la modificazione della flora batterica intestinale. Non è fantascienza, ma è la conseguenza diretta di evidenze scientifiche.
A cura della Dott.ssa Elena Franci, modificato by Francesco Ciani
Bibliografia
Gershon, (1998), “Il secondo cervello”, Ed. UTET
A. Almodovar, (2014), “Intestino, secondo cervello”, Ed. Antonio Vallardi