La guarigione è legata alla comprensione
La detossificazione è una parte importante della preparazione per il concepimento e la gravidanza. È necessaria per ricreare un ambiente intestinale efficace, sostenendo nel contempo e simultaneamente la funzione epatica e l’eliminazione delle tossine.
La funzione detossicante del fegato contribuisce al mantenimento dei normali valori ormonali. Grazie a questi processi vengono processate ed eliminate dall’organismo le tossine che si sono accumulate in conseguenza di stress, di cattive abitudini alimentari, dell’inquinamento, del fumo, di alcool e caffeina, o di terapie ormonali.
Le fonti di tossicità più pericolose per la nostra salute sono le radiazioni ionizzanti, i pesticidi, i fungicidi, gli erbicidi, i prodotti petrolchimici, i gas di scarico, il cloro, i metalli pesanti (come il piombo ed il mercurio), gli interferenti endocrini che influiscono sullo sviluppo dei gameti maschili (Sweeney MF et al. 2015) e femminili (Uzumcu M & Zachow R. 2007).

L’esposizione a tossine ambientali ed interferenti endocrini può influenzare l’epigenoma del feto (Bommarito PA et al. 2016) con conseguenze gravissime e poco prevedibili.
Un programma di detossicazione aiuta essenzialmente tutti i sistemi del corpo a lavorare in modo più efficace ed è utile anche quando programma una gravidanza naturale.
È bene ricordare che l’equilibrio ormonale necessario a garantire la fertilità dipende dal buon funzionamento del fegato, che processa biochimicamente gli ormoni che hanno esaurito la loro funzione riciclandoli o indirizzandoli all’eliminazione biliare o renale (Soria-Jasso LE et al. 2019).
Solo una frazione molto piccola delle tossine viene eliminate attraverso il sudore. Ricordiamo che la conversione degli ormoni tiroidei da T4 a T3 avviene a livello epatico (Sinha RA et al. 2018).

Il meccanismo di detossificazione epatica consta di 3 fasi che devono susseguirsi in perfetta armonia per trasformare le tossine, sostanze generalmente lipofile, in innocue sostanze idrofile che vengono eliminate dal corpo. La fase 1 della detossicazione, denominata funzionalizzazione, può essere supportata da:
Verdure crucifere – Adeguate quantità di proteine – Vitamine B2, B3, B6, B12, A, C, D3 – Colina (presente in uova e avocado) – Minerali come Ferro, Magnesio, Zinco e Selenio
Estratti vegetali quali il carciofo, il cardo mariano, il tarassaco, il crescione – Glutatione – Quercetina – Flavonoidi – Antiossidanti.
La fase 2 della detossicazione, denominata coniugazione, può essere supportata da:

Vitamine B6, B12 e B9 supportano il percorso di metilazione necessario per il catabolismo degli estrogeni, della dopamina, dell’istamina e dei metalli pesanti.
Zolfo che supporta il catabolismo del progesterone, degli ormoni tiroidei, del DHEA.
La N-acetilcisteina (NAC) che, tramite la sua azione antiossidante aiuta a proteggere gli epatociti dal danno derivante dai radicali liberi e a ridurre il carico tossico di molte sostanze chimiche (Li Q & Zhao Z. 2019).
La fase 3 consiste nella eliminazione biliare, renale o cutanea delle sostanze processate e può essere supportata da:

Cardo mariano
estratti vegetali che favoriscono il funzionamento degli organi emuntori.
Alcuni estratti vegetali si sono dimostrati efficaci nel sostenere tutte fasi della detossicazione anche se l’azione del singolo principio attivo può essere prevalente sulla prima o seconda fase.
Estratto secco da semi e frutti; andrebbe titolato in silimarina. Si trovano in commercio preparati che ne contengono fino all’80%.
La silimarina comprende un complesso di flavolignani (tra cui la silibina, l’isosilibina, la silicristina, la diidrosilibina) nota da tempo per il suo effetto epatoprotettore, antinfiammatorio e antiossidante (Wang X et al. 2020). La silimarina: (Wang X et al. 2020; Kosina P et al. 2002; Luper S 1998)

Stimola l’attività degli enzimi di fase I; aumenta la concentrazione sierica di glutatione; migliora la capacità di eliminare le sostanze tossiche; agisce come antiossidante;
previene la perossidazione lipidica; aumenta la sintesi proteica negli epatociti; modula la risposta immunitaria; previene il danno epatico da farmaci.
Uno studio clinico condotto su pazienti con ipertransaminasemia ha dimostrato che 4 settimane di integrazione con silimarina migliorano in modo significativo i livelli di AST e ALT (Luper S 1998).
Altri studi in pazienti con NAFLD hanno dimostrato che la somministrazione di silimarina migliora i valori delle transaminasi, la sensibilità all’insulina, il profilo lipidico e riduce l’accumulo lipidico intraepatico (Luper S 1998; Abenavoli L et al. 2021).

Carciofo
L’estratto secco viene ottenuto generalmente dalle foglie e titolato in cinarina. In commercio troviamo estratti che contengono dall’1 al 7% di principio attivo.
L’effetto epatoprotettore del carciofo è noto da tempo e consiste in (Ben Salem M et al. 2015):
intensa azione coleretica (stimola la produzione della bile); prevenzione della litiasi biliare; azione antiossidante; modulazione della produzione endogena del colesterolo. azione antinfiammatoria.
Un recente studio RCT in pazienti con NAFLD ha dimostrato che la supplementazione di un estratto di carciofo riduce in modo significativo le transaminasi e migliora il profilo lipidico plasmatico (Panahi Y et al. 2018).

Tè verde
Per gli estratti vengono utilizzate preferibilmente le foglie. Esistono estratti con caratteristiche e proprietà
diverse: concentrati e titolati in teina per un’azione eccitante; concentrati e titolati in teanina (fino al 10%) per un’azione rilassante o inducente delle onde; concentrati e titolati in polifenoli (anche >50%)
Tra i più importanti, conosciuti ed utilizzati polifenoli troviamo l’epigallocatechina gallato o EGCG. In commercio possiamo trovare estratti che ne contengono dal 2 fino al 15%.
Noto per le sue proprietà antiossidanti, immunomodulatorie e antinfiammatorie, il tè verde esercita anche azione positiva sui processi detossificanti, stimolando la sintesi degli enzimi di fase II.

Studi nei modelli animali e nell’uomo hanno dimostrato diverse attività del tè verde con azione epatoprotettiva
. modulazione del metabolismo glucidico e lipidico; azione antiossidante e antinfiammatoria; azione antifibrotica; epatoprotettiva (valutata con transaminasemia).
Il suo utilizzo può essere quindi vantaggioso sia in prevenzione sia in trattamento nei pazienti affetti da NAFLD, per ridurre il rischio di progressione della condizione (Zhou J et al. 2019, Mansour-Ghanaei F et al. 2018).
Per gli estratti viene utilizzato il frutto. La sostanza bioattiva più nota e studiata che se ne estrae è l’acido ellagico. In commercio troviamo estratti che ne contengono fino al 40%.

Melograno
Per gli estratti viene utilizzato il frutto. La sostanza bioattiva più nota e studiata che se ne estrae è l’acido ellagico.
In commercio troviamo estratti che ne contengono fino al 40%.
L’estratto di melograno esercita un importante effetto antiossidante e modulatore dell’azione dei citocromi.
Nei pazienti con NAFLD, esercita effetti protettivi antiossidanti e antinfiammatori, e contribuisce al mantenimento dell’attività mitocondriale (Zou X et al. 2014; Simental-Mendía LE et al. 2021; Faria A et al. 2007).

Crescione
Per gli estratti vengono utilizzate le foglie. Il principale estratto che se ne estrae è il fenetilisotiocianato. Gli estratti che si trovano in commercio non sono generalmente titolati.
Il crescione (Panahi Kokhdan E et al. 2021):
. può aiutare a regolare il metabolismo glucidico e lipidico;
. agisce come antiossidante con effetti protettivi sul DNA;
. esercita effetti epatoprotettivi e contribuisce a prevenire e ridurre i danni da paracetamolo;
. ha azione antinfiammatoria.

Bibliografia scientifica: Libro salute della Donna Metagenics
