Il quotidiano francese Le Monde ci avvisa nell’articolo Des produits chimiques favorisent obésité et diabète (“Dei prodotti chimici favoriscono obesità e diabete”) che alcune sostanze chimiche favoriscono l’insorgenza dell’obesità e del diabete.

È la conclusione di un rapporto del CHEM Trust britannico (Fondazione di Sorveglianza sui prodotti chimici, la sanità e l’ambiente). Miquel Porta (Istituto di ricerca dell’Ospedale del Mare di Barcellona, in Spagna) et Duk-Hee Lee (Università statale di Kyungpook, Daegu, Coréa del Sud) hanno passato in rivista più di 240 pubblicazioni scientifiche al riguardo.
Nell’articolo leggiamo che:

Differenti sostanze chimiche sono state identificate come agenti che favoriscono il diabete e l’obesità, particolarmente gli inquinanti organici persistenti (POP) come le diossine, i PBB e certi pesticidi organoclorati
Dagli studi compiuti negli anni ‘90 sui veterani della guerra del Vietnam, si sa che le vecchie diossine sono diabetogene. Lo stesso vale per l’arsenico. La scoperta è più recente nel caso del Bisfenolo A, uno dei prodotti chimici prodotti in quantità maggiore nel mondo, dice Miquel Porta.

Tale articolo ci informa pure che, a dispetto di un piano nazionale (plan Ecophyto) che prevede la riduzione del 50% dei pesticidi entro il 2018 l’associazione France Nature Environnement denuncia che “tra il 2008 e il 2010, l’uso dei pesticidi in Francia è aumentato del 2,6 % per i trattamenti foliari e del 7 % per il trattamento delle semenze”
Alla luce di tutta questo approfondimento sul rapporto tra prodotti chimici utilizzati nell’agricoltura e malattie, diabete in particolare, è maggiormente comprensibile come una dieta a base di cibi crudi e biologici possa servire a correggere questa malattia.

Basta infatti passare una settimana mangiando solo cibi biologici per vedere ridursi del 90% la quantità i prodotti chimici (utilizzati nell’agricoltura) presenti nel nostro corpo.
Crudo e semplice è un documentario indipendente che testimonia la guarigione di un gruppo di persone che passano ad una “dieta naturale basata su cibo biologico, frutta e verdure crude”, eliminando alcool, sigarette, caffè e soda;

anche chi non è guarito del tutto ha ridotto di molto il tasso di glicemia e di conseguenza la necessità di assumere farmaci. Alex Ortner, produttore esecutivo del film, ha vinto secondo premio al “Festival cinematografico della vita consapevole”.
Sul web potete trovare altre informazioni sulla cura naturale del diabete con la dieta senza muco del dottor Arnold Ehret (una dieta essenzialmente crudista), ed altre informazioni , alcune delle quali in francese .

E dopo il film ecco un libro sulla cura del diabete: Curare il diabete in 21 giorni, di Gabriel Cousens, medico omeopata che tiene seminari sulla nutrizione e lo stile di vita in ogni parte del mondo.
Il libro è un po’ troppo generico, non spiega in dettaglio quale sia la dieta da adottare, sebbene ci si riferisca sempre ad una dieta basata su cibi naturali, essenzialmente una dieta vegan. Cousens asserisce che il suo programma “Albero della Vita” è in grado di:

invertire il processo degenerativo del diabete di tipo II sino a completa guarigione e di apportare miglioramenti significativi rispetto ai disturbi generati da quello di tipo I, grazie a un approccio naturale a 360° che tiene conto di alimentazione, emozioni, stile di vita e rimedi naturali.
Termino queato capitolo riportando alcune brevi informazioni in ordine sparso su varie questioni connesse al diabete ed a una sua possibile cura naturale. La prima è secondo l’articolo nell’articolo Glycated haemoglobin and blood pressure-lowering effect of cinnamon in multi-ethnic Type 2 diabetic patients in the UK:

a randomized, placebo-controlled, double-blind clinical trial (sperimentazione in doppio cieco randomizzato con gruppo di controllo che assume placebo) la cannella assunta da su persone affette da diabete di tipo 2, abbassa la glicemia, contrasta l’ipertensione arteriosa e riduce il peso in eccesso. Si tratta nella fattispecie della cannella della specie Cinnamomum Cassia detta anche cannella cinese.
La seconda invece riguarda la L-Carnitina, un aminoacido la cui carenza, secondo alcune ricerche, potrebbe essere implicata in patologie come encefalopatia mialgica/sindrome da stanchezza cronica e diabete.

Questo non garantisce però che una sua integrazione possa essere dare un contributo significativo alla cura di queste patologie (se e quando avrò informazioni più precise aggiornerò il libro).
Un’altra informazione riguarda i cicli di metilazione, una serie di reazioni biochimiche che sono essenziali per la disintossicazione del nostro organismo, ma anche per il bilanciamento dell’umore, il controllo dell’infiammazione ed il cui danneggiamento può condurre a problemi come diabete, autismo, morbo di Alzheimer.

È noto che il mercurio danneggia i cicli di metilazione così come una mutazione genetica dell’enzima MTHFR (in tal caso può essere utile assumere metilcobalamina, la forma metilata della vitamina B-12).
Bob Sands, in un capitolo scritto per il libro Guarire i sintomi noti come autismo di Kerry Rivera, riferisce l’esperienza di una persona da lui trattata per 5 volte in camera iperbarica che così risolse un problema neurologico (causatogli da un colpo apoplettico) ma ottenne da quel trattamento anche una stabilizzazione della pressione sanguigna ed un miglioramento sensibile del diabete, che gli permise di diminuire la quantità di medicine per il diabete che era costretto ad assumere.

Sul medesimo libro si possono leggere due testimonianze di cura del diabete con il biossido di cloro (protocollo di Kerry Rivera), da parte di parenti dei bambini autistici che hanno provato ad utilizzare tale prodotto anche per le proprie patologie.
L’articolo Fat intake and the development of type 2 diabetes ci informa che non esiste alcuna prova che il grosso aumento nel consumo di grassi in Oriente sia la causa scatenante dell’impennata di casi di diabete.

In realtà per quanto riguarda il diabete possiamo spingerci più in là, per il semplice motivo che la curva glicemica con un picco maggiore, la si ha dopo avere assunto carboidrati, una curva invece meno pronunciata la si ha quando si mangiano le proteine, ed una curva quasi appiattita quando si mangiano i grassi.
Quindi i grassi (sani) parrebbero un alimento ideale per i malati di diabete.

L’articolo A low-carbohydrate, ketogenic diet to treat type 2 diabetes ci informa infatti che prima che fosse disponibile insulina a buon mercato, la dieta raccomandata per la cura del diabete era a bassissimo tenore di carboidrati (5%), alto tenori di grassi (75%), e medio tenore di proteine (20%).
L’articolo passa in rassegna alcuni studi recenti che mostrano buoni risultati ottenuti con diete simili e passa quindi a descrivere i risultati positivi ottenuti dagli autori stessi con una dieta chetogenica a basso tenore di carboidrati per il trattamento di persone obese con diabete di tipo 2.

Gli autori concludono che tale dieta può essere molto efficace nell’abbassare i livelli di glucosio nel sangue e che i pazienti che usano farmaci per il diabete nel seguire una simile dieta devono essere seguiti da un medico o devono essere capaci di aggiustare di volta in volta le dosi delle medicine che assumono.
Sebbene i risultati ottenuti fino ad ora non sono definitivi, ci sono i primi studi che mostrano come la vitamina D possa aiutare a prevenire, controllare il diabete e contenere gli effetti collaterali della malattia, come mostrano gli articoli Vitamin D replacement and type 2 diabetes mellitus e Vitamin D deficiency and type 2 diabetes .

Il fatto che in alcuni studi l’integrazione di vitamina D mostri effetti positivi, e in altri nessun effetto, ovviamente può significare sia che bisogna indagare più a fondo, sia che non tutti i casi di diabete siano sensibili ad una integrazione.
Tra i tanti che mostrano l’efficacia della vitamina D nel migliorare le condizioni dei pazienti sofferenti di diabete (di tipo 2, anche mellito) cito l’articolo The effect of vitamin D on insulin resistance in patients with type 2 diabetes .

L’articolo Role of vitamin D in the pathogenesis of type 2 diabetes mellitus mostra anche delle buone ragioni che potrebbero spiegare la correlazione del diabete con la carenza di vitamina D, ovvero la presenza nel tessuto pancreatico dei recettori della vitamina D (VDR) e delle proteine che si legano alla vitamina D (DBP) e le relazioni tra certe variazioni degli alleli nei geni di VDR, tolleranza al glucosio e secrezione dell’insulina.
Autore Paul Benkimoun, pubblicato il 23/03/2012; http://www.lemonde.fr/…/des-produits-chimiques-favorisent-o….
http://www.fne.asso.fr/…/les-pesticides-sont-dangereux-y-co….
http://www.macrolibrarsi.it/…/__crudo-semplice-film-documen….
http://www.arnoldehret.it/modules.php…. il libro del dottor Ehret si può acquistare anche presso macrolibrarsi.
http://www.facebook.com/notes/erboristeria-semi-di-luna/diabete-cannella-cromoacido-lipoico/126812814054117.
http://soleilvert1.blogspot.com/…/diabete-on-peut-guerir.ht….
Pubblicato su Diabetic Medicine 2010 Oct;27(10):1159-67., autori Akilen R, Tsiami A, Devendra D, Robinson N.;http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20854384.
Pubblicato su Endocrinology Journal 2015;62(7):561-72, autori Nagao M, Asai A, Sugihara H, Oikawa S;https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25924665.
BioMed Central Nutrition & Metabolism 2005; 2: 34, autori William S Yancy Jr, Marjorie Foy, Allison M Chalecki, Mary C Vernon, Eric C Westman;https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1325029/.
Current Diabetes Review 2015;11(1):7-16, autori Issa CM, Zantout MS, Azar ST; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25495839.
Postgraduated Medical Journal 2010 Jan;86(1011):18-25; quiz 24, autori Ozfirat Z, Chowdhury TA.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20065337.
Vitamin D and type 2 diabetes: a systematic review, European Journl of Clinical Nutrition 2011 Sep;65(9):1005-15, autori Mitri J, Muraru MD, Pittas AG; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25495839.
Diabetology & Metabolic Syndrome 20135:8, autori Afsaneh Talaei, Mahnaz Mohamadi, Zahra Adgi; https://dmsjournal.biomedcentral.com/…/10.1186/1758-5996-5-8.
