Malattie come la sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica
morbo di Parkinson, allergia, leucemia, asma e batteriospermia ed infertilità.

L’espressione “cavitazioni dentali” risale al dottor G.V. Black (1836-1915), sebbene descrizioni di osteiti croniche nella bocca fossero state molto frequenti nella letteratura odontoiatrica precedente.
Per cavitazione devono intendersi lesioni cave che spesso si trovano nei siti di vecchie estrazioni dentali. Si parla anche di “necrosi ossee” o “osteiti croniche”.

G.V. Black ai suoi tempi insegnava che il debridement chirurgico di queste lesioni (opera di pulizia e rimozione delle parti malate dell’osso) in determinate condizioni portava alla loro guarigione e, non poco di frequente, portava anche vantaggi in termini di salute generale del paziente.
Quando si estrae un dente e non si estrae anche il legamento periodontale

l’osso non può richiudersi correttamente ed inoltre, siccome quel legamento costituisce una parte ormai morta (non più vitale, non più collegata al dente che ormai non c’è più) lasciata all’interno di un organismo vivente, si può generare un’infezione dell’osso che porta alla sua degenerazione; anche in corrispondenza dei denti devitalizzati si possono manifestare delle estese cavitazioni.

La cavitazione è per l’appunto una zona di osteonecrosi (tessuto osseo infetto, infiammato e fin troppo cedevole) che a sua volta può innescare la produzione di mediatori chimici che sono mediatori importanti (se non fondamentali) nella genesi di molte malattie croniche, compresa la sclerosi multipla e la sclerosi laterale amiotrofica.
Tali sostanze del gruppo delle citochine sono elevate anche in caso di tumore al seno e alla cervice dell’utero. Anche i mal di testa cronici possono essere correlati alle cavitazioni.

Molto importante a tale riguardo è l’articolo RANTES and fibroblast growth factor 2 in jawbone cavitations: triggers for systemic disease? (“RANTES e fattore di crescita dei fibroplasti (FGF)-2 nelle cavitazioni dell’osso mandibolare: cause di malattie sistemiche?”) .
Tale studio mostra che le cavitazioni sono capaci di produrre citochine pro-infiammatorie, principalmente RANTES e, secondariamente FGF-2, le quali sono implicate in molte gravi malattie.
I valori di queste due sostanze rilevati nelle zone di cavitazione dell’osso mandibolare di alcuni pazienti sono notevolmente differenti da quelli dei soggetti sani del gruppo di controllo.

La citochina RANTES ha un valore medio di circa 130 picogrammi al millilitro nel gruppo di controllo (soggetti sani senza osteonecrosi) e di circa 3.800 nei soggetti che presentano cavitazioni dell’osso mandibolare: si tratta di valori circa 30 volte maggiori della norma.
La citochina FGF-2, si trova in quantità circa 27 volte maggiore nei soggetti con cavitazioni dell’osso mandibolare (circa 500 picogrammi al millilitro nei soggetti con cavitazioni contro i 18,5 dei soggetti sani).

Nei grafici inclusi nel medesimo articolo vengono mostrati i dati relativi ai valori della citochina RANTES e del FGF-2 per ogni paziente.
Le malattie di cui soffrono questi pazienti sono in ordine cancro (specificamente cancro al seno indicato con MaCa), disturbi reumatici (specificamente artrite reumatoide, indicati con Rheuma), tiroidite di Hashimoto, nevralgia, sindrome da stanchezza cronica (CFS), sclerosi laterale amiotrofica (ALS), sclerosi multipla (SM), morbo di Parkinson, allergia, leucemia ed asma.
A seconda della differente patologia, i livelli di RANTES passano da “appena” 9 volte quelli riscontrati nel gruppo di controllo, fino ad oltre 70 volte tale valore di riferimento.

Un’altra conferma di quanto scritto in questo paragrafo è l’articolo Longitudinal cohort study of risk factors in cancer patients of bisphosphonate-related osteonecrosis of the jaw i cui autori affermano che l’estrazione dei denti è un fattore di rischio per lo sviluppo dell’osteonecrosi dell’osso mandibolare; in effetti tale fattore di rischio è facilmente spiegabile dal fatto che quasi tutti i dentisti non rimuovono il legamento del periodontio.

Per avere una ulteriore conferma del fatto che meccanismi focali possano spiegare molte malattie in organi e tessuti distanti da quelli della cavità orale, possiamo considerare l’articolo Bacterial foci in the teeth, oral cavity, and jaw—secondary effects (remote action) of bacterial colonies with respect to bacteriospermia and subfertility in males nel quale si descrive uno studio condotto su 36 pazienti con batteriospermia (batteri patogeni nello sperma, che causano infertilità) resistente agli antibiotici.
Dal momento che un’analisi delle loro condizioni dentali ha portato alla rilevazione in ognuno di loro di un’alta incidenza di potenziali focus dentali, la metà di questi pazienti è stata sottoposta a delle operazioni per la rimozione dei potenziali focus;

i due terzi dei pazienti così trattati hanno quindi risolto il proprio problema di batteriospermia ed infertilità, mentre nessun miglioramento si osservato nei pazienti del gruppo di controllo.
Per curare queste cavitazioni, che secondo alcuni dentisti si verificano nell’80% delle estrazioni dentali nei soggetti adulti, olte che molto spesso in corrispondenza ai denti devitalizzati, si può riccorrere alla chirurgia, possibilmente con l’utilizzo di strumenti piezoelettrici, laser, microscopio elettronico per ripulire al meglio e non lasciare nessun residuo di osso infetto, ozono per disinfettare l’osso rimasto (per evitare il più possible delle ricadute, che purtroppo non sono infrequenti).

Un’altra possibile tecnica risolutiva è quella della Neuro Modulazione.
L’articolo Resolution of cavitational osteonecrosis through NeuroModulation Technique, a novel form of intention-based therapy: a clinical case study (“Risoluzione dell’osteonecrosi cavitazione attraverso la Tecnica di NeuroModulazione, una nuova forma di terapia basata sull’intenzione: uno studio di casi clinici”),
ha mostrato che con la Tecnica di NeuroModulazione (NMT ), una forma di medicina basata sull’intenzione, è possibile guarire l’osteonecrosi cavitazionale. Dopo una precisa analisi delle cavitazioni con lo strumento Cavitat (uno strumento purtroppo rarissimamente utilizzato dai dentisti), gli autori dell’articolo hanno evidenziato i seguenti risultati.

Tutti i soggetti presentavano un numero di lezioni cavitazionali compreso tra 1 e 6 alla prima scansione first, la maggior parte delle quali (92%) erano associate con siti di denti precedentemente estratti.
I pazienti trattati con la NMT hanno dimostrato significativi miglioramenti nella densità dell’osso in 27 delle 34 lesioni analizzate (79%). Il numero medio di lesioni per ogni paziente era 4 prima del trattamento e 0 dopo il trattamento (p 0.01).

Un paziente trattato con la NMT, un paziente trattato chirurgicamente ed il soggetto di controllo sono stati sottoposti a scansione anche in date successive, mostrando una guarigione duratura delle lesioni tramite la NMT paragonabile a quella ottenuta con la chirurgia, mentre invece il paziente di controllo non trattato ha mostrato una persistenza della patologia.
Come spesso succede per queste tecniche innovative, esse sono ancora poco diffuse.
La Tecnica di NeuroModulazione (NeuroModulation Technique – in sigla NMT) è stata sviluppata dal dottor Leslie S. Feinberg nel 2002. Da quanto leggiamo sul sito ufficiale

(http://nmt.md/Patients/MainPatients.cfm) la NMT avrebbe aiutato migliaia di persone in tutto il mondo a guarire da allergie da malattie autoimmune come le l’artrite, il morbo di Crohn, la sindrome del colon irritabile, il lupus, la miosite, la sclerodermia, ed altre malattie croniche. Ulteriori informazioni in italiano al link http://www.radionicabenessere.it/www.radionicabene…/NMT.html,
dove si legge per esempio, che <<La NMT si concentra molto sull’ottimizzazione della risposta del sistema immunitario ai microorganismi patogeni e sull’incoraggiamento della flora benefica che si trova nel sistema digestivo, nel sistema respiratorio e sulla pelle.

Test energetici altamente sensibili di consapevolezza corporea possono segnalare la presenza di tali patogeni prima che essi siano abbastanza numerosi da essere rilevati dagli usuali test di laboratorio.
La NMT è anche un potente mezzo per affrontare problematiche psicologiche e fobie che persistono da lungo tempo.
I pazienti con dolore cronico spesso sperimentano una riduzione o persino una completa eliminazione del dolore nel giro di pochi minuti da un trattamento NMT.
Molti pazienti hanno risolto dei problemi di salute rispetto ai quali sia la medicina convenzionale che quella “complementare” o “alternativa” risultavano inefficaci>>.
http://www.glidewelldental.com/…/figures-in-dentistry-spotl….
Pubblicato su International Journal of General Medicine, 2013 Apr 22;6:277-90, autori J. Lechner, V. von Baehr; http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3636973/.
Pubblicato su Journal of Clinical Oncology 2009 Nov 10;27(32):5356-62, autori Vahtsevanos K, Kyrgidis A et al.; http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19805682.
Pubblicato su Andrologia Volume 25, Issue 3, pages 159–162, May-June 1993, autori K. W. Bieniek1, H.-H. Riedel; http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8517556.
Pubblicato su THE JOURNAL OF ALTERNATIVE AND COMPLEMENTARY MEDICINE Volume 15, Number 1, 2009, autori Leslie S. Feinberg, Robert B. Stephan, Kathleen P. Fogarty, Lynn Voortman, William A. Tiller, Riccardo Cassiani-Ingoni; http://nmt.md/Papers/nmt_nico_jacm_pub_-_final.pdf,http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19769473.
