Il sale fa veramente male?

la carenza di questo importante minerale: aumentano i livelli di insulina a digiuno e peggiora l’insulino-resistenza, aumenta il cortisolo le arterie tendono a irrigidirsi, il sodio viene prelevato dalle ossa,

La guarigione è integrazione

È un nutriente essenziale, deve essere assunto con l’alimentazione, e la sua totale esclusione conduce alla morte[764]. Tuttavia, ci è stato inculcato che è meglio assumerne poco perché fa male. Ma quanto poco? E quali sono i suoi effetti?

Se guardiamo al passato, scopriamo che, d’abitudine, si assumeva molto più sale rispetto a quanto suggerito attualmente dagli esperti, ricalcando l’esempio delle popolazioni più longeve di oggi.

Ad esempio, all’inizio del 1800, fino alla fine della seconda guerra mondiale, il consumo di sale era di 16-17 grammi al giorno, nonostante il suo costo elevato[765]. Allora, il sale non era demonizzato come causa di ritenzione idrica, edema e malattie renali.

Piuttosto, si riteneva fosse la restrizione di sale a causare alcune di queste condizioni[766]. Malgrado il consumo consistente di questo minerale, i casi di ipertensione iniziarono ad aumentare con il diffondersi del sovrappeso e dell’eccesso di carboidrati[767].

Attualmente le popolazioni più longeve al mondo sono quelle che assumono più sale. Ad esempio, in Giappone e in India si consumano in media tra i 14 e i 20 g/die, e i livelli di pressione risultano medio bassi[768].

Si noti, in questo grafico, come all’aumentare dell’apporto di sodio, tende a diminuire la mortalità sia per malattie cardiovascolari che per tutte le cause. Che cos’è il sale Il sale è composto per il 40% di sodio e il 60% di cloruro, e tra le sue importanti funzioni vi è quella di aumentare il volume ematico.

Quanto sale

Naturalmente, l’ideale è che il sale contenga, oltre al sodio anche magnesio, potassio, cloruro e calcio per reintegrare la perdita di elettroliti che si verifica con l’aumento della diuresi tipico di questa dieta.

Siccome l’organismo fa in modo di mantenere costante il contenuto di sodio nel sangue[772], va da sé che un basso apporto di sale stimola tutta una serie di meccanismi di compensazione.

Nello specifico, ecco cosa comporta la carenza di questo importante minerale:

Aumentano i livelli di insulina a digiuno e peggiora l’insulino-resistenza[773],

Aumenta il cortisolo[774] le arterie tendono a irrigidirsi[775],

 il sodio viene prelevato dalle ossa[776],

aumenta l’escrezione di magnesio, contribuendo alla carenza[777],

aumento del tono simpatico, dell’angiotensina II e dell’aldosterone[778],

stimolando la ritenzione salina e di nuovo l’escrezione di magnesio[779],

aumenta il rischio di sviluppare ipertensione, insufficienza cardiaca,

patologie renali e patologie cardiometaboliche[780].

Perché non è una questione di quantità

Le raccomandazioni suggeriscono che un consumo di sale ottimale dovrebbe mantenersi tra i 3 e i 6 grammi al giorno[781], ma secondo una revisione di diversi studi, pubblicata nel 2011[782],

i benefici della restrizione salina nell’ipertensione sono minimi: solo un lieve calo nel breve periodo e non per tutte le persone[783], mentre le cause sottostanti, non trattate, impongono il ricorso ai farmaci.

In condizioni normali, l’organismo mantiene stabili i normali livelli di sodio (135/150 mmol/L), a prescindere da quanto se ne assuma[784].

L’assunzione di sale, aumenta l’osmolalità (concentrazione di sodio per chilo di plasma). L’osmolarità è espressa in termini di quantità di sostanza per volume di soluzione (cioè osmol/L), mentre l’osmolalità è espressa in quantità di sostanza per massa di solvente (cioè osmol/kg di soluzione).

Se si beve più acqua in combinazione con il consumo di sale, è possibile evitare l’aumento dell’osmolalità del siero e di conseguenza si evita anche l’aumento della pressione sanguigna.

Infatti, in uno studio pubblicato nel 2018, che ha coinvolto università mediche americane, turche, giapponesi e venezuelane, è stato dimostrato che bere acqua impedisce l’aumento della pressione sanguigna, quando i pasti sono salati[785].

Abbiamo visto, in realtà, che si diventa ipertesi a causa di fattori quali: insulino-resistenza, infiammazione, eccesso di radicali liberi e aumentato fabbisogno di micronutrienti.

Il cuore del problema è rappresentato soprattutto dal picco glicemico e insulinemico, dopo ogni pasto, che pure in persone sane e normopeso, instaura dei meccanismi biochimici favorenti lo sviluppo dell’ipertensione.

All’aumentare dell’apparato di sodio diminuisce la mortalità per malattie cardiovascolari e per tutte le cause. NHANES I THE LANCET Vol 351 March14,1998 Aldreman M et al.( NHANES I) 1998 PMID: 9519949

Gabriella Patriarca
Gabriella Patriarca
Vercelli (VC)
Leggi Tutto
Ciao Francesco, eccomi! Ringrazio la Vita che mi ha indicato la Via da percorrere… per incontrare Te! Mi hai teso la mano, mi hai consegnato le chiavi per possibili scelte di guarigione, dall’aspetto fisico che mentale…per arrivare a comprensioni di profondità della psiche fino ai piani sottili della spiritualità… ho riconosciuto la mia anima, ho scoperto che esisto…ora in risonanza, tutti insieme, passo dopo passo, cammino per un unico sentire: raggiungere la bellezza di essere il titolare della mia Vita e cercare la luminosità di essere il capitano della mia Anima! Grazie della pazienza che hai avuto nell’insegnarmi a camminare da sola! Complimenti per il tuo sito e per le preziose chicche che trasmetti sui social! Ti auguro di continuare meravigliosamente nella tua missione terrena! Con riconoscenza, Gabriella Patriarca❤️🙏❤️

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *