Nessuna parola è chiara quanto il linguaggio del corpo, quando si impara a leggerlo
Cominciamo dalle gambe e dai piedi, poiché — anche se hanno altre funzioni — sono le fondamenta e il supporto della struttura dell’Io.
È attraverso le gambe e i piedi che prendiamo contatto con la sola realtà invariabile della nostra vita, la terra o il suolo. Diciamo di un individuo che ha “i piedi piantati per terra” per significare che ha un buon senso della realtà;
il contrario, “essere con la testa fra le nuvole,” denota una mancanza di contatto con la realtà. Il trattamento bioenergetico del carattere psicotico o schizoide consiste in parte nello stabilire nel paziente la consapevolezza delle sue gambe e dei suoi piedi, e del terreno su cui poggia.
Per riuscire in questi casi occorre conoscere il meccanismo del disturbo bioenergetico. Stabilito un buon rapporto con il paziente, un coerente lavoro a livello fisico per sviluppare la consapevolezza e la motilità del corpo producono risultati sorprendenti.
La mancanza di contatto con i piedi e con il suolo è collegata a un altro sintomo comune: l’ansia di cadere.
Questo sintomo si manifesta quando si sogna di cadere, nella paura delle grandi altezze, e nella paura di innamorarsi.1 Quando c’è un’insicurezza di base nella metà inferiore del corpo, l’individuo la compensa aggrappandosi con le braccia e con gli occhi alla realtà oggettiva.
Qualcuno si chiederà perché includo la paura di innamorarsi tra i sintomi di insicurezza di base.
Naturalmente l’espressione to fall in love collega questo fenomeno agli altri, ma sappiamo anche che innamorarsi è una forma di resa dell’Io. Tutte le forme dell’ansia di cadere traducono la paura di una perdita di controllo sull’Io.
Oltre alle funzioni di supporto, di equilibrio e di radicamento, le gambe sono le strutture più importanti nella funzione di movimento del corpo. Quando la funzione di supporto è debole, possiamo anche aspettarci un disturbo della motilità.
Misuriamo la motilità delle gambe dalla capacità dell’individuo di far oscillare liberamente il bacino senza usare nessuna parte del tronco nel movimento, in un movimento cioè molto simile a quello richiesto da balli come la samba, il mambo e la rumba.
La giuntura del ginocchio dev’essere rilassata e flessibile, la zona pelvica dev’essere
sciolta dal tronco e tutti i muscoli della gamba devono essere rilassati. Osserviamo che tre condizioni ostacolano questa motilità fondamentale: la debolezza, la solidità e la rigidità.
Gli individui che hanno i muscoli delle gambe sottosviluppati, le caviglie deboli e i piedi piatti, avranno grande difficoltà nell’eseguire questi movimenti. Innanzi tutto risentono della mancanza di controllo sui muscoli interessati, e poi si stancano troppo facilmente.
La coscia pesante, grassa e solida presenta un altro problema. In questi casi la mancanza di motilità è cosí pronunciata che diciamo che queste persone “hanno le gambe di piombo.”
L’accumulo di grasso intorno alle natiche e alle cosce deve essere interpretato bioenergeticamente come il risultato di un’energia stagnante in questa regione dovuta a motilità inibita. Nella gamba rigida i muscoli sono così spastici e contratti che l’equilibrio è spesso danneggiato.
La rigidità deve essere considerata una compensazione a sottostanti sentimenti di debolezza. La camminata degli individui con i muscoli delle gambe ipertonici è meccanica e veloce, poiché col rilassamento si manifestano sentimenti di debolezza e di insicurezza.
Le gambe possono essere deboli, pesanti in modo anormale o rigide; spesso mostrano una mescolanza di questi elementi.
Nell’analisi della struttura si dedica attenzione tanto a ogni singola componente quanto all’aspetto complessivo. I piedi possono essere stretti o larghi, le dita ravvicinate o allargate, i piedi piatti, o rilassati o fortemente contratti; i muscoli del polpaccio possono essere informi oppure accavallati.
La posizione dei piedi, nell’atteggiamento fisico naturale di una persona, può essere diritta o parallela, volta all’esterno come risultato di muscoli gluteali spastici, o dal piede varo.
by : Alexander Lowen (il linguaggio del corpo)