Relazione tra sintomo e causa
Nutrienti necessari alla detossificazione epatica
Il fegato รจ il primo punto di arrivo delle tossine che sono entrate nel nostro corpo o che il nostro organismo ha prodotto o mobilizzato da tessuti di riserva.
ร una stazione fondamentale perchรฉ opera una detossificazione in piรน fasi e ripartisce poi le tossine idrosolubili al rene e quelle liposolubili allโintestino. La detossificazione รจ diversa dal cosiddetto โdrenaggioโ.
Per detossificazione si intende una disattivazione delle tossine senza scatenare lโintervento del sistema immunitario. Questa fase รจ operata da enzimi, cioรจ proteine o peptidi che necessitano per la loro attivazione di cofattori specifici come vitamine, minerali o amminoacidi.

Una volta disattivata, la tossina puรฒ essere eliminata dal corpo, ovvero drenata, attraverso gli emuntori finali, il rene e il sistema cistifellea–intestino. Anche nella medicina popolare si รจ sempre data massima attenzione a questo organo.
Gli aiuti che venivano dati al fegato, perรฒ, consistevano perlopiรน in piante ad azione coleretica e/o colagoga, quali il tarassaco, il carciofo, la fumaria, il boldo ecc. Le funzioni coleretica e colagoga sono senza dubbio un momento importante del drenaggio ma sono lโultimo atto nella sequenza temporale della detossificazione operata dal fegato.
Lโimportanza della detossificazione epatica รจ stata enfatizzata da Jeffrey Bland, professore di biochimica allโuniversitร di Puget Sound a Tacoma (USA) e padre della Medicina Funzionale.

Che ha come obiettivo quello di intercettare la malattia prima che si presenti in forma conclamata, agendo nel riequilibrio delle alterazioni funzionali (fra cui quella della detossificazione epatica) che se lasciate progredire portano a malattie vere e proprie.
In particolare, il ruolo epatico di filtro delle tossine esogene ed endogene รจ fondamentale. Come detto precedentemente, una volta superato questo filtro, solo il sistema immunitario, con i macrofagi perlopiรน, puรฒ eliminare le tossine, scatenando perรฒ infiammazione.
Molto spesso, poi, questa infiammazione viene โspentaโ con farmaci antinfiammatori senza capirne le vere cause. Infatti, limitarsi a reprimere il fuoco infiammatorio permette una maggiore penetrazione delle tossine a livello dei tessuti e degli organi e mantiene attiva continuamente lโinfiammazione cronica di basso grado.

Sintomi di una cattiva detossificazione epatica
- Astenia mattutina.
- Scarso appetito al risveglio.
- Intolleranza al caffรฉ.
- Ipersensibilitร ai profumi.
- Risveglio notturno dalle ore 1-3.
- Nervosismo e iperattivitร .
- Allergie.
- Malattie autoimmuni.
- PMS.

La cattiva detossificazione epatica inizialmente non altera gli esami di laboratorio e valutarne la funzionalitร misurando le transaminasi puรฒ portare a un errore di valutazione.
Le transaminasi sono degli enzimi e si suddividono in GPT o ALT (che riguardano soprattutto il fegato) e GOT o AST (che riguardano oltre al fegato anche il cuore e lo scheletro).
Normalmente, vengono utilizzate per valutare se vi sia o meno un danno allโepatocita o alle cellule cardiache e non necessariamente unโalterata funzione epatica.
Il fatto che si ritrovino nel sangue degli enzimi che normalmente sono dentro lโepatocita significa che questโultimo รจ stato distrutto.

Si possono avere transaminasi nella norma, ossia non avere un danno allโepatocita, ma avere una disfunzione epatica, cosรฌ come si puรฒ avere un dolore articolare con diminuita funzione motoria, senza che vi siano segni patologici a livello radiografico.
Quindi, lโanalisi dei sintomi, pur non essendo una diagnosi di patologia, permette di valutare lโopportunitร di riequilibrare le fasi di detossificazione epatica, al fine di ridurre i sintomi fastidiosi per il paziente, senza che vi sia al momento nessuna analisi clinica che dimostri un reale danno strutturale epatico.
In questo modo, รจ possibile contrastare efficacemente una delle cause dellโinflammaging. Come si sa la prevenzione รจ la miglior difesa, spegnere un piccolo fuoco รจ facile, spegnere un incendio รจ molto piรน complesso.

Metaboliti intermedi tossici
Tossine endogene ed esogene, ormoni, neurotrasmettitori ossidati dal CYP450 diventano radicali liberi tossici e creano infiammazione.
Epatoprotettori
- Curcumima fitosoma.
- Silimarina fitosoma.
- Glutatione (NAC).
- Desmodium adscendens

La formulazione ideale รจ un mix di piante e precursori del glutatione, in quanto ognuno รจ necessario per difendere al meglio il proprio fegato dagli attacchi dei metaboliti intermedi tossici. Vediamo il meccanismo dโazione di alcune tra le piante migliori a disposizione.
La Curcuma longa e, in particolare, il principio attivo curcumina, di cui sono state giร descritte le virtรน antinfiammatorie, รจ utile direttamente contro lโinflammaging e contro alcune delle cause che la scatenano, come la cattiva detossificazione epatica.
Inoltre, รจ disponibile in forma di estratto secco titolato in curcumina e in forma fitosomata, quindi con massimo profilo di sicurezza ed efficacia.

A causa di alcuni casi di epatite colestatica che si sono verificati in Italia, nellโestate 2019, su persone che hanno assunto integratori a base di curcuma e, nel 95% dei casi, con aggiunta di piperina,
vige lโobbligo di apporre una dicitura negli integratori che ne sconsiglia lโutilizzo in caso di alterazione della funzione epatica, biliare o di calcolosi biliare e se si stanno assumendo farmaci si deve consultare il medico.
Questa misura cautelativa coinvolge qualsiasi prodotto a base di curcuma, anche quelli menzionati precedentemente che hanno invece studi di sicurezza e di non interferenza.
Vediamo alcune evidenze dellโefficacia di questa pianta sul fegato, in particolare nella difesa da metaboliti intermedi tossici, poi la approfondiremo anche nel capitolo dedicato al sostegno della fase II, rendendo cosรฌ completa lโazione.

Gli studi e le evidenze scientifiche che giustificano lโutilizzo di questa pianta nelle epatopatie sono numerosi, sia quando si tratta di metaboliti intermedi tossici, sia nelle malattie vere e proprie del fegato quali lโepatite di qualsiasi natura, sia virale sia tossica [12], la cirrosi e la steatosi epatica [13].
Uno tra i tanti studi evidenzia che la tossicitร causata dal paracetamolo a carico del fegato e dei reni induce una riduzione delle difese antiossidanti e un aumento delle citochine proinfiammatorie:
la somministrazione di curcumina invece ha avuto un forte effetto protettivo nei confronti dellโepatotossicitร indotta da paracetamolo [14].

Una delle fonti di maggior intossicazione, sempre piรน presente ai giorni nostri, รจ quella data dai metalli pesanti, quali il piombo, il mercurio, lโarsenico, il cadmio, il cromo e il rame, che sono in grado di indurre danni istologici, epatotossicitร , perossidazione lipidica e deplezione del glutatione.
La curcumina ha ridotto tutti questi danni, ha mantenuto lo status degli enzimi antiossidanti e ha protetto le disfunzioni mitocondriali grazie alle sue proprietร di chelazione e di eliminazione. Inoltre, la curcumina induce il sistema Nrf2/Keap1/ARE, di cui si tratterร piรน avanti [15].
Unโaltra pianta eccezionale per il fegato รจ il cardo mariano (Silybum marianum). Da questa pianta si estrae la silimarina, un complesso di flavolignani: la silibina, la silicristina e la silidianina in rapporto 3 a 1 a 1 ad attivitร antiossidante.


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