Relazione tra sintomo e causa
I carboidrati, detti anche glucidi o idrati di carbonio, sono molecole formate da atomi di carbonio, idrogeno ed ossigeno. Dal punto di vista nutrizionale (zuccheri semplici, amido e fibre) si trovano naturalmente in moltissimi alimenti di origine vegetale e si suddividono in semplici e complessi.
Benché gran parte dei carboidrati complessi rilascino il loro carico di zuccheri semplici in modo più lento durante la digestione, ciò non basta per definirli salubri, sicuri ed essenziali nel funzionamento biologico del nostro corpo.
Il Glucosio e Chetoni sono necessari per mantenere nel tempo una certa flessibilità metabolica. In altre parole, è necessario fare i conti con le quantità presenti nei vari tipi di alimenti.

Ad esempio, a causa dell’elevato contenuto di carboidrati, i cereali, le patate e i legumi, poco importa se biologici o integrali, sono al centro di un ampio dibattito medico – scientifico in quanto presentano alcune caratteristiche:
provocano sbalzi glicemici e insulinemici, a cui segue l’aumento di stress ossidativo, infiammazione, disordini ormonali, neurologici e del sistema immunitario[813].
Curioso il fatto che possono persino annullare i benefici degli antiossidanti, tra cui anche le vitamine C ed Vit E [814]. Sono produttori di glicotossine e acrilammide, sostanze cancerogene che si sprigionano durante la cottura al forno o durante la tostatura, che riguarda in particolare cereali, patate e caffè, a partire dai 120°/130° di calore.

Possono indurre dipendenza, che è stata paragonata all’effetto della cocaina[815]. Attraverso vari meccanismi, tra cui quello dell’insulina, i carboidrati più “gettonati” della dieta mediterranea stimolano l’aumento dell’omocisteina e la deplezione di micronutrienti essenziali in persone giovani e sane.
Da qui può derivare un progressivo deficit che riguarda 4 diverse aree[816]: funzionamento enzimatico – ad esempio, può rallentare l’efficienza del sistema immunitario e di altri sistemi, compreso quello metabolico per la conversione a fini energetici delle riserve di grasso (difficoltà a dimagrire).
Sintesi di molecole endogene (ad es. SAM-e, glutatione, serotonina, melatonina, fosfatidilcolina e altre), che possono diventare insufficienti.

I processi metabolici di eliminazione di alcune molecole (tra cui: adrenalina, estrogeni, istamina) causando o peggiorando ipertensione, ipotiroidismo, PCOS, intolleranze, allergie, emicranie; metabolismo del colesterolo e dei sui derivati[817].
L’eccesso di zuccheri non solo aumenta la produzione di radicali liberi, ma riduce anche la biodisponibilità di micronutrienti che hanno un ruolo centrale nella regolazione epigenetica.
Infatti, un’ampia gamma di studi sottolinea l’importanza dell’apporto di micronutrienti nella prevenzione dello sviluppo e del peggioramento della sindrome metabolica, del diabete, dell’ipertensione e nelle malattie infiammatorie intestinali[818].

I consigli dietetici che vanno per la maggiore, nonostante le evidenze contrarie, non fanno altro che sottolineare a spron battuto l’importanza di un’alimentazione ricca di carboidrati e amidi, senza considerazione per gli effetti a lungo termine e i meccanismi biologici che sostengono la vita dell’uomo e dei suoi organi.
Esistono sufficienti prove scientifiche per affermare che alcune categorie di alimenti “sani”, letteralmente, “corrodono” la salute, in modo asintomatico e fin da giovani, talvolta generando persino dipendenza biochimica.
A livello neurobiologico, infatti, le basi neurali di preferenza dello zucchero e della ricompensa dolce sono più robuste di quelle della cocaina (Ahmed SH et al. 2013 PMID: 23719144), e se non ci si libera dalla dipendenza da zuccheri, qualunque tipo di dieta e/o di integrazione intraprese per qualsiasi obiettivo sono destinate a fallire.

Bibliografia: Stress, Alimentazione, Infiammazioni nascoste
