Malattia espressione dell’AnimA
Nonostante l’ Aids, con questa malattia ci troviamo di fronte all’affezione venerea di gran lunga più diffusa. Avevamo già parlato del virus herpes-simplex al momento di esaminare la parte del corpo sopra la linea della vita e ne avevamo individuato due varietà: il tipo 1, in grado di deformare le labbra e il viso, e il tipo 2, specializzato nella regione sessuale.
Le due varietà sono del tutto simili all’esterno e solo appena distinguibili all’interno
Analogamente, poche sono le differenze terapeutiche. Soltanto nel comportamento si evidenziano alcune differenze.
Il tipo 2, che appartiene al mondo inferiore, è notevolmente più offensivo e aggressivo della variante del mondo superiore, ma è molto meno diffuso, poiché viene trasmesso solo attraverso rapporti sessuali.
Mentre il fratello gemello ha praticamente colonizzato tutta la moderna umanità, il tipo 2 ha potuto interessare solo il 15% della nostra popolazione. Nell’Africa meridionale addirittura più del 70% della popolazione nera è colpita da questo male.
Con tali cifre l’herpes genitalis rappresenta la malattia venerea più diffusa ai nostri giorni
Anche la medicina la considera tale. Come componente d’ombra del regno del piacere di Venere, ha superato la sifilide e la blenorragia. Se si pensa agli isterismi che ha già scatenato negli Stati Uniti, si può dedurre che abbia probabilmente ancora lunghi periodi di espansione davanti a sé.
Fa certamente onore al suo nome (dal greco herpetos = malattia insidiosa) quando, insinuandosi di nascosto come gli altri virus della sua famiglia, aspetta pazientemente un’occasione propizia per uscire dolorosamente e irrispettosamente dall’agguato.
Si nasconde nei gangli posteriori del midollo spinale, dove dorme fino al momento in cui una situazione a lui adatta lo risvegli
Il paragone con un sottomarino che si immerge nelle acque alla ricerca di un bottino è appropriato. Oltre ad essere molto più aggressivo della variante del mondo superiore, il virus che colpisce la parte inferiore del corpo agisce nel contagio in base al modello psicologico.
In genere la malattia viene contratta attraverso una relazione extraconiugale. Il rapporto adulterino non è però di per sé una condizione sufficiente: spesso è necessario il senso di vergogna e di colpa per far esplodere la malattia.
Una scappatella può determinare l’insorgere del problema, ma le conseguenze provengono dall’adultero stesso
L’infezione è un’autopunizione che colui che si è rivolto altrove infligge a sé stesso, non essendo in grado di confessare il suo errore. La malattia allude vistosamente e soprattutto inequivocabilmente al luogo in cui è stato commesso il passo falso.
I soggetti in questione tendono spesso a gettare la colpa sui partner legittimi, anche quando non si può dimostrare che siano stati loro a trasmettere il virus, pur di non dover confessare a se stessi di essere loro la fonte del «disonore» e di aver messo in pericolo sia il partner occasionale che quello legittimo.
Come tutte le altre malattie sessuali l’herpes genitalis è carico di pregiudizi morali
Le malattie veneree sono considerate in generale particolarmente impure e umilianti. In nessun altro caso c’è una percentuale tanto alta di casi non denunciati e in nessun altro caso in medicina si cerca ad ogni costo di proiettare la colpa sugli altri.
Un numero incalcolabile di storielle lo esprime: un bravo padre di famiglia dice al medico, dopo che questi gli ha diagnostico l’herpes genitalis: «Devo averlo contratto in una toilette»; e il medico esperto risponde: «Deve essere stato molto scomodo!».
La possibilità di contrarre i virus in un gabinetto è puramente teorica e non è stata finora provata. È però possibile che nelle persone sensibili un gabinetto susciti disgusto e associazioni altrettanto spaventose, per cui vengano attivati il modello disgustoso e i virus già presenti.
Ma se questo è vero anche il WC più sterilizzato potrebbe scatenare l’herpes. Oggi possiamo tranquillamente asserire che la trasmissione del virus, anche nelle persone più rispettabili, può avvenire solo attraverso rapporti sessuali; molte manifestazioni della malattia sono però dovute a virus contratti in passato e rimasti a lungo nascosti.
Nel caso in cui la malattia si manifesta, i virus non si trovano soltanto nelle cellule dei gangli e nei fasci nervosi, ma anche nelle superfici della mucosa degli organi sessuali.
L’infezione, che nel suo aspetto esteriore non si distingue dalle vesciche dell’herpes che compaiono nella parte superiore del corpo, colpisce la mucosa degli organi genitali: quella delle grandi labbra come pendant delle labbra superiori, ma anche quella delle piccole labbra poste sul glande del membro maschile e sul prepuzio.
Inoltre l’infiammazione può propagarsi e causare il rigonfiamento della cute, della mucosa posta all’interno della vagina e degli altri organi sessuali femminili. I linfonodi inguinali, che costituiscono postazioni di guardia dell’apparato genitale, appaiono inspessiti e doloranti.
Talvolta le vesciche si estendono fino alla zona esterna del pene, del femore e del perineo e, addirittura, alla regione anale
L’herpes analis viene contratto principalmente attraverso pratiche sessuali corrispondenti. Si tratta sempre di luoghi intimi, nei confronti dei quali si nutre un fortissimo senso di vergogna.
Il fatto che l’herpes genitalis si riscontri più di frequente nelle persone che hanno avuto molto precocemente i primi rapporti sessuali e hanno cambiato spesso partner, è tipico delle malattie sessuali, ma rafforza ancor di più i pregiudizi che accompagnano queste affezioni.
Anche le donne incinte si ammalano in percentuale superiore alla media
Con le vesciche dell’herpes un uomo si segna da solo o si fa segnare; non certo da Dio, bensì da un partner che non conosce troppo bene. Questo non significa che i soggetti siano colpevoli, ma che si sentono colpevoli.
Proprio come l’herpes che fa la sua apparizione sulle labbra è di ostacolo ai baci, quello che si manifesta nella parte inferiore del corpo impedisce qualsiasi rapporto sessuale.
Coloro che abusano nel piacere, si puniscono con la ripugnanza e il dolore per le «loro sporche voglie». L’associazione con la sporcizia è imposta dalle vesciche, particolarmente dopo che il liquido in esse contenuto diventa scuro a causa dell’accumulo di batteri.
Il tutto fa pensare a qualcuno che pesca in acque torbide e ha torbide intenzioni
Alla fine le vesciche scoppiano e il liquido ripugnante si diffonde nelle zone intime. Il rapporto con i liquidi che vengono secreti nei momenti più piacevoli del rapporto sessuale è a questo punto evidente.
Se le secrezioni si condensano in modo purulento assumendo un colorito giallastro, il rapporto metaforico con lo sperma è ancora più diretto. Anche questo però è pericoloso e potrebbe «infettare» la donna con un bambino sbagliato, per cui in una tale situazione viene scrupolosamente tenuto lontano.
Nella fase successiva dell’infezione le vesciche possono diffondersi in aree più estese e simboleggiare «una sincerità pericolosa», di cui il soggetto stesso è artefice.
Le croste nello stadio di guarigione gettano un raggio di luce sull’atteggiamento interiore incrostato che si ha nei confronti della sessualità. Insudiciarsi attraverso rapporti sessuali ritenuti impuri perché sfrenati, è ancora oggi, in epoca apparentemente illuminata, argomento tabù. Un senso di vergogna aleggia su tutto.
Se le istanze del super-io si fanno più insistenti, il pensiero «sporco» può essere sufficiente a mettere in moto l’autopunizione virale. Visti in questi termini, i virus dell’herpes appaiono come le truppe inviate dal super-io per vendicarsi.
Il solo pensiero di abbandonare il binario legale e di saltare la cavallina e uscire dal seminato, può apparire degno di punizione.
Durante la gravidanza la manifestazione del virus coinvolge profondamente la psiche, visto che in questo periodo la donna deve fidarsi particolarmente del proprio partner.
Se in questa fase delicata della sua vita si preoccupa anche solo col pensiero dei tabù, l’auto-punizione potrà innestarsi in modo particolarmente rapido e drastico. Viene messa in pericolo non solo la propria sicurezza, ma anche quella del bambino.
Il pericolo concreto sta nel fatto che il bambino alla nascita o già prima, nel ventre materno, può essere contagiato dall’herpes. La setticemia provocata dall’herpes, minaccia la vita del neonato.
Il motivo psicologico di base nell’herpes genitalis è l’ambivalenza tra il piacere e il senso di colpa. Ci si concede qualcosa che nel profondo non si può concedere. Così l’infezione dei genitali si trasforma nella rappresentazione del conflitto che infuria all’interno e che mette in contrasto il piacere genitale e la paura di sporcarsi.
Il desiderio carnale combatte contro il disprezzo per il piacere carnale stesso e l’infedeltà. È sempre la voluttà che fa la prima mossa.
La punizione però la segue passo passo accompagnata dal senso di vergogna, e si manifesta alla fine in modo doloroso e differenziato. Alla «vergogna», si aggiunge la rinuncia imposta dal super-io ad altre avventure nel regno del piacere e questo fatto fa sì che anche la porta della legittimità venga sbarrata.
Se si paragona il breve momento di piacere con l’insieme dei giudizi ad esso legati, ci si trova di fronte ad uno squilibrio attraverso il quale ogni piacere può scomparire.
Così non deve meravigliare che i soggetti siano sensibili alle accuse di un ambiente chiuso, che ama condannare quello che in realtà desidera, ma che non si fida di prendere.
Ecco allora apparire un altro circolo vizioso:
il tentativo di reprimere il piacere in misura maggiore dopo cattive esperienze, conduce a un’ulteriore chiusura e rende più probabile la prossima rottura di questo argine. Piacere ed éstasi sono esigenze fondamentali nell’uomo, che non possono essere eliminati ma solo accantonati. Accantonati, però, sprofondano nell’ombra.
Sarebbe meglio dare coraggio ai contagiati, aiutarli a togliersi dall’imbarazzo mostrando loro che le scappatelle non sono l’unica possibilità di vivere la propria sessualità. In ogni caso è assolutamente necessario seguire gli impulsi e animare il fuoco del piacere invece di coltivare l’infiammazione.
Se qualcosa prude, bisognerebbe grattarsi per scoprire cosa si nasconde dietro l’irritazione che fa di tutto per essere vissuta. Il che non significa «non lasciarsi più infiammare» e vivere solo esperienze erotiche superficiali. La sessualità è né più né meno che l’aspetto fisico dell’amore.
La regione dei genitali vuole essere colmata di vita. Qui si tratta più di una sincerità che va vissuta di fronte agli altri. Sicuramente è più sensato avere rapporti con una sola persona e cercare di conoscerla da tutti i punti di vista piuttosto che avere relazioni con molti partner, attraverso i quali è possibile contrarre il virus.
Aprirsi completamente a una persona è molto più significativo che aprirsi solo un po’ con molti. Per soddisfare le esigenze originarie di questa problematica, è necessario vivere tanto la ricerca del nuovo e del diverso, che rappresenta il motivo di base della scappatella, quanto la vergogna che traspare nell’auto-punizione.
Una possibilità di liberazione si trova nel «piacere segreto», che comprende sia ciò che è sconosciuto quanto il senso di vergogna e timidezza. Il grande mistero, che ogni nuovo partner rappresenta, è in realtà la propria ombra, da cui si potrebbe attingere materiale sempre nuovo.
Anche il disgusto e l’orrore per le cose estranee e diverse costituiscono il tema e fanno parte del compito che sarebbe opportuno svolgere. Quello che non è in noi, non può essere causa di orrore, lo abbiamo detto già a proposito dell’herpes delle labbra superiori.
Così si tratta di scoprire ciò che in noi è così nascosto e sconosciuto, che dobbiamo ricercarlo e rifiutarlo negli altri. Scopo finale è quello di diventare così aperti come indicano le ferite prodotte dall’infezione.
La medicina tradizionale, per quanto concerne la terapia, non ha molto da offrire, poiché contro i virus non ci sono antibiotici come contro i batteri, e i farmaci antivirali hanno efficacia limitata.
I virostatici, infatti, come suggerisce il loro nome, mantengono i virus in posizione statica. Una soluzione nuova e sicuramente più interessante è offerta dal corpo stesso ed è a disposizione della medicina interna:
si tratta dell’interferone, una glicoproteina che le cellule attaccate dai virus producono poco prima di morire e che è in grado di proteggere le altre cellule dai virus. È per così dire l’eredità che la cellula morente lascia alle cellule superstiti, attraverso la quale è possibile arrestare gli altri virus.
Il concetto è noto: cedere al virus porta in ultima analisi al suo superamento
Domande
1. In che rapporto mi trovo con il senso di vergogna e di colpa?
2. Tendo a punirmi per le mie scappatelle?
3. L’herpes è la mia punizione, che toglie il piacere di un piacere illecito?
4. Ho un rapporto naturale nei confronti del sesso, oppure in me ha il sopravvento la parte che lo rifiuta come sporco?
5. Che cosa mi spinge a rischiare sessualmente? In rapporto a me stesso? In rapporto a partner poco conosciuti?
6. Scopro ancora cose nuove col mio partner o ricerco solo nuovi partner?
7. Quali sono i conflitti sessuali che mi rifiuto di ammettere?
8. Dove ho difficoltà ad aprire le mie frontiere in campo sessuale?
9. Cosa mi prude, per cosa brucio veramente?
10. Come potrei aiutare i miei genitali per fare in modo che brucino solo di piacere e senza sensi di colpa?
11. In che misura non mi abbandono veramente al mio partner e ai suoi (miei) segreti?