A cosa serve?
Nella maggior parte dei casi l’infezione da Helicobacter pylori non provoca sintomi e decorre inosservata.
In diverse parti dello stomaco però può favorire o, al contrario, ostacolare lo sviluppo di tumori. H. pylori è un batterio che si trova molto comunemente nello stomaco; difficilmente viene raggiunto e attaccato dalle cellule del sistema immunitario.
Per sopravvivere nell’ambiente gastrico, molto acido, produce l’enzima ureasi con il quale incrementa il pH circostante. Inoltre la sua particolare conformazione a elica, da cui prende il nome, gli consente di penetrare lo strato mucoso più esterno e di ancorarsi a quello che ricopre la parete interna dello stomaco, dove l’acidità è inferiore.

Sebbene nella maggioranza delle persone la presenza del batterio nello stomaco non provochi conseguenze, in alcuni casi può portare alla formazione dell’ulcera gastrica e aumentare il rischio che questa degeneri e si sviluppi un tumore.
L’infezione è stata chiamata in causa anche per altre forme di cancro, come quello del pancreas, e per il linfoma MALT (acronimo di Mucose-Associated Lymphoid Tissue), una rara forma che colpisce le cellule del sistema immunitario e interessa la parete dello stomaco, ma anche per malattie di tutt’altra natura.
Il possibile meccanismo con cui H. pylori provoca il cancro sembra essere associato principalmente alla tossina CagA (Cytotoxin-associated gene A). Questa sostanza, liberata dal batterio, causa nel tempo uno stato cronico di infiammazione delle cellule della parete gastrica.

A lungo termine ciò può favorire lo sviluppo di mutazioni genetiche da cui origina il cancro. Non tutti i ceppi di H. pylori producono la tossina CagA, tuttavia l’associazione con il tumore dello stomaco è più forte per i ceppi capaci di farlo.
Benché l’infezione da H. pylori sia considerata un importante fattore di rischio per lo sviluppo di cancro dello stomaco, la relazione tra la presenza del batterio e lo sviluppo della malattia è complessa e dipende anche da altri fattori, tra cui la zona dello stomaco considerata.
È stato inoltre evidenziato come alcuni ceppi di questo stesso microrganismo possano svolgere un ruolo protettivo impedendo che si formino tumori vicino all’ingresso dello stomaco, nella zona del cardias, la valvola che lo mette in comunicazione con l’esofago riducendo l’acidità gastrica.

Non sono da trascurare neppure altri fattori di rischio per il tumore dello stomaco, soprattutto perché alcuni si possono evitare o ridurre modificando certe abitudini. Come per altre forme neoplastiche, prima di tutto è fondamentale non fumare.
Nella scelta dei cibi poi va evitato il consumo eccessivo di sale, salumi e carni per la presenza di nitriti e nitrati e va privilegiato il consumo di frutta e verdura. H. pylori costituisce un capitolo interessante nella storia della medicina.
Il batterio risiede abitualmente nello stomaco umano, tanto che, nel mondo, si ritrova in due persone su tre. Eppure la sua presenza è stata osservata solo negli anni Ottanta del secolo scorso.

Prima di allora si riteneva che l’ambiente gastrico fosse troppo acido perché vi potessero sopravvivere dei germi. H. pylori tuttavia ha trovato il modo di stanziarsi in questa sede così ostile riducendo l’acidità presente nello stomaco e adottando specifici meccanismi per sottrarsi alla risposta immunitaria del suo ospite.
L’idea che nello stomaco non potessero crescere germi era talmente radicata tra gli studiosi che quando per la prima volta si isolò il batterio nei tessuti gastrici provenienti da interventi chirurgici o da gastroscopie si pensò a errori o contaminazioni.
Solo i ricercatori australiani Barry Marshall e Robin Warren (premi Nobel per la Medicina nel 2005) iniziarono a studiare la nuova creatura, che fu poi battezzata con il nome attuale (Helicobacter) per la sua forma a spirale e per la sua sede preferita (pylori), il piloro, ovvero il punto di passaggio dallo stomaco all’intestino.

I due erano davvero convinti del ruolo del batterio nello sviluppo dell’ulcera gastrica, tanto che per dimostrarlo Marshall si autoinfettò bevendo il brodo di una coltura batterica: contrasse la gastrite, isolò il batterio dall’ulcera formatasi e guarì con una terapia antibiotica.
Restava però da dimostrare il legame tra l’ulcera, provocata dal batterio, e il cancro. Il ruolo di H. pylori nello sviluppo dei tumori dello stomaco fu sancito nel 1994, quando l’International Agency for Research on Cancer (IARC) lo incluse tra i fattori cancerogeni.
Studi successivi hanno però messo in luce che l’infezione da un lato favorisce lo sviluppo del tumore del fondo dello stomaco, ma dall’altro protegge da quello che si può sviluppare a livello del cardias.
Bibliografia: Medicina di Segnale

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