Terapia
Cambio di paradigma: “kidney leaky gut” e progressione dell’IRC
I pazienti affetti da IRC a vari stadi e i pazienti in dialisi vanno incontro alla progressiva perdita di tutte le funzioni renali.
Nello specifico, l’alterazione dei meccanismi di trasporto tubulare è responsabile di disionie tra le quali le più pericolose sono quelle conseguenti all’accumulo di potassio e fosforo;
per questo motivo il regime nutrizionale ha restrizioni riguardo a frutta, verdura, legumi, latte e derivati con conseguente alterazione del microbiota intestinale, allargamento delle giunzioni epiteliali presenti fisiologicamente a livello della parete intestinale,
Passaggio nel sangue di DNA batterico (di batteri produttori di tossine uremiche che dal sangue arrivano al filtro glomerulare) ed endotossine infiammatorie,
causa di flogosi sistemica che di per sé comporta un aumento del rischio cardiovascolare con la possibilità non solo di progressione dell’IRC nota ma anche di una sua insorgenza ex novo.
Vediamo ora quale è l’approccio tradizionale e quale dovrebbe essere quello del nefrologo di segnale di fronte al paziente affetto da IRC a vari stadi.
Nei primi tre stadi, quando la filtrazione glomerulare è ancora sufficientemente efficiente nello smaltimento delle scorie azotate e quando gli scambi di elettroliti a livello tubulare assicurano normali tassi ematici di potassio e fosforo.
Alimentazione di segnale e stile di vita
L’approccio tradizionale consiste essenzialmente in un follow-up del paziente con visite ambulatoriali periodiche in cui si attua un attento monitoraggio dei valori della pressione e della glicemia, che vengono mantenuti nel range della normalità con l’ausilio di farmaci antipertensivi e ipoglicemizzanti.
È ampiamente dimostrato in letteratura che il mantenimento dei valori di pressione arteriosa e glicemia entro i limiti dettati dalle linee guida rallenta la progressione dell’IRC.
L’approccio del nefrologo di segnale è volto, nel rispetto delle linee guida, al raggiungimento e al mantenimento di valori normali sia di pressione arteriosa sia di glicemia, motivo per cui uno stile di vita corretto ed equilibrato in tutti i suoi aspetti è l’unico potente mezzo di cui dispone.
L’alimentazione di segnale è la prima prescrizione che il nefrologo di segnale dovrebbe fare, in associazione a un’adeguata idratazione e attività fisica: questo per sfruttare al massimo la loro azione combinata.
Il riferimento è, quindi, all’azione antinfiammatoria e a quella immunomodulante (una parte delle nefropatie ha di base una condizione di infiammazione e di alterazione del sistema immunitario), al miglior controllo della glicemia e della pressione arteriosa (diabete e ipertensione arteriosa sono le prime due cause responsabili di malattia renale cronica).
Alle modifiche della composizione corporea in termini di massa grassa, massa muscolare e contenuto in acqua del compartimento extra e intracellulare (la diminuzione della massa grassa, l’aumento della massa muscolare e la ridistribuzione dell’acqua corporea abbassano il grado di infiammazione con migliore risposta del sistema immunitario e quindi rallentamento della progressione dell’IRC nei casi di nefropatie immunomediate).
Eventuali interventi fitoterapici
Probiotici
Negli ultimi stadi dell’IRC, cioè nell’uremia terminale e nei pazienti in dialisi, l’approccio tradizionale è quello farmacologico con: eritropoietina esogena per correggere l’anemia secondaria; chelanti del fosforo, calcio mimetici per far fronte alle alterazioni del metabolismo calcio – fosforo che diventano eclatanti in questi casi;
terapia antipertensiva sempre più pesante (le calcificazioni vascolari e le alterazioni del microcircolo a cui i pazienti agli ultimi stadi dell’IRC vanno incontro sono causa di forme di ipertensione arteriosa difficili da controllare);
ipoglicemizzanti orali e insulina a dosaggi sempre più alti a causa del difficile controllo della glicemia in questi stadi dell’IRC.
Per il nefrologo di segnale la prima prescrizione sarà un’alimentazione di segnale povera in frutta, verdura e legumi integrata con probiotici mirati a mantenere in equilibrio il microbiota intestinale.
A tal proposito va segnalato che sono presenti sul mercato numerosissime forme di fermenti lattici, la maggior parte del quali però risultano essere addizionati con dolcificanti e/o coloranti che conferiscono un sapore e un aspetto più gradevole al palato e all’occhio del paziente ma che ovviamente vanno evitati.
Verranno invece consigliati e prescritti fermenti lattici puri che consentano di mantenere il microbiota intestinale in equilibrio oppure di ristabilizzarlo laddove sia necessario.
Idratazione
La prescrizione dell’idratazione in dialisi differisce invece da paziente a paziente.
All’inizio del trattamento dialitico i pazienti mantengono la diuresi, che via via diminuisce fino a scomparire, motivo per cui il quantitativo di acqua varia.
Si prescriverà un dosaggio normale di acqua nei pazienti con una diuresi nelle 24 ore conservata; tale dosaggio diminuirà man mano che la diuresi scompare.
Nel paziente in dialisi, completamente anurico, la dose di acqua concessa è di soli 500 mL nelle 24 ore.
Ozonoterapia
Un altro mezzo terapeutico naturale di cui il nefrologo di segnale dispone è l’ozonoterapia.
Nonostante i progressi degli ultimi anni nel trattamento sostitutivo dialitico,
la patologia cardiovascolare costituisce la principale causa di morbilità e mortalità nei pazienti con insufficienza renale terminale (End-Stage Renal Disease, ESRD) insieme all’infiammazione e alla malnutrizione.
Nella ESRD è presente uno stress ossidativo cronico, caratterizzato dallo sbilanciamento tra capacità proossidante e antiossidante, al quale è stata associata la patologia cardiovascolare, prima fra tutte l’aterosclerosi.
Nell’intento di correggere questo squilibrio ossidativo sono state proposte varie terapie a base di antiossidanti, dalla vitamina E all’acetilcisteina, anche attraverso l’utilizzo di membrane di dialisi con vitamina E adesa, con scarsi risultati.
In molti Paesi l’ozonoterapia è ampiamente impiegata da anni nel trattamento di varie patologie caratterizzate da elevato stress ossidativo e infiammatorio e in particolare nelle vasculopatie.
Anche se la somministrazione di un agente altamente ossidante come l’ozono può apparire paradossale negli stati di stress ossidativo cronico come l’uremia, è possibile che l’ozonoterapia infusionale, chiamata grande autoemoterapia (GAET), prolungata nel tempo e condotta in modo razionale possa ripristinare il bilanciamento redox rendendo la cellula più resistente al danno da radicali liberi.
Numerose, quindi, sono le applicazioni di questa tecnica nella cura di alcune complicanze che rendono davvero scadente la qualità di vita dei pazienti in dialisi:
◗ infezioni delle vie urinarie;◗ arteriopatia obliterante degli arti inferiori;
◗ ulcere da piede diabetico;◗ disfunzione erettile;
◗ malfunzionamento delle fistole arterovenose;
◗ disbiosi intestinale.
Considerazioni conclusive
L’approccio al paziente affetto da IRC è complesso e come in tutte le branche della medicina varia da soggetto a soggetto.
È compito del nefrologo comprendere la tipologia di paziente che ha di fronte a sé e in base a questo, e sempre nel rispetto delle linee guida,
decidere in scienza e coscienza qual è la strategia terapeutica migliore da proporgli con l’obiettivo di garantirgli sempre la migliore qualità di vita sia ai primi sia agli ultimi stadi dell’IRC.
Bibliografia: Medicina di Segnale