Infiammazione del seno paranasale o sinusite
La posizione eretta della nostra testa non è certo casuale e, in origine, era certamente diversa. All’inizio camminavamo a quattro zampe e il torace si trovava alla stessa altezza del bacino.
Mentre l’acquisizione di una postura verticale ha conferito agli occhi un ruolo di privilegio e di predominio grazie all’estensione del campo visivo, il naso si è allontanato dalla madre terra e si è ritrovato in una posizione scomoda.
In questa nuova situazione, corre il pericolo di un blocco interno cronico delle zone più profonde, che potrebbe provocare l’infiammazione del seno paranasale, detta anche sinusite.
Gli orifizi dei seni paranasali sono, per natura, disposti in modo che la secrezione possa scorrere sempre verso il basso, a condizione che l’uomo cammini a quattro zampe: ma da quando cammina eretto, gli orifizi si trovano in una posizione troppo elevata e i secreti non riescono più a fuoriuscire, seguendo la loro tendenza naturale.
Così, per portare la secrezione verso il basso, abbiamo dovuto imparare a soffiarci il naso esercitando una forte pressione.
Se ciò non viene fatto tempestivamente e opportuna-mente, ecco che fa la sua comparsa la sinusite.
L’inconfessata situazione psicologica di base che rende necessario questo dramma corporeo, deriva dal nostro linguaggio psicosomatico. Bisogna avere già da molto tempo il naso pieno e non trovare alcuna via di uscita di fronte allo spiacevole problema che ci assilla, per permettere al naso fisico di intervenire.
Se si aggiunge la paura del conflitto in agguato e non si elabora il gravoso problema, questo affonda nel corpo. Le cavità nasali e i seni paranasali si riempiono e incorporano il blocco che è causa di sofferenza per il soggetto. Nell’infiammazione si rivela la conflittualità della situazione rimossa. Molti pazienti si abituano in particolare a questa forma subdola.
La malattia mostra che hanno cronicamente sia il naso che i seni paranasali pieni e sono sempre, almeno un po’, raffreddati.
Spesso essi ignorano il loro stato deplorevole, però dal loro modo di parlare è facile comprendere che non ricevono una quantità di aria sufficiente e che parlano, per l’appunto, con il naso.
Le ampie cavità presenti nel cranio sono necessarie per dare forma alla testa senza utilizzare una quantità eccessiva di pesante materiale osseo. Aiutano, di conseguenza, a risparmiare sul peso e servono inoltre come cassa di risonanza per la fonazione.
A un livello più alto, corrispondono alle cavità dell’intestino e rappresentano gli spazi di coscienza del mondo sotterraneo, cioè l’oscurità, l’inconscio.
Tanto la funzione delle cavità sotterranee dell’intestino crasso, quanto quella dei seni paranasali, collocati più in alto, sono difficili da capire. L’inconscio sfugge alla com¬prensione cosciente.
Corrispondono all’inferno su un piano più alto, come il terzo occhio, trovandosi nel seno frontale, è vicino al cielo.
Nella condizione di blocco creata dalla sinusite, la leggerezza scompare dalla testa e la parola assume quel carattere nasale che ricorda la lingua francese. I disturbi psicologici diventano evidenti nella misura in cui la parola manca di risonanza. Chi ha il naso pieno e non sa più vibrare, viene privato di una componente essenziale dell’interscambio umano.
Le diverse cavità differenziano ulteriormente la situazione
La sinusite cronica rappresenta l’immagine di colui che non va oltre il proprio naso e sottolinea la sua chiusura mentale. Il blocco dei seni mascellari evidenzia la sofferenza che il paziente avverte nel mordere con aggressività.
In ogni caso la capacità olfattiva è limitata. È probabile che il paziente sia talmente nauseato dal cattivo odore che emana tutto ciò che lo circonda, da rinunciare ad ogni percezione olfattiva. In questo caso deve calcolare che la perdita di un «buon naso» porta gravi danni anche da un altro punto di vista.
Chi è così bloccato al centro, paralizza la sua intuizione e la sua capacità di vedere. Molte culture collocano il terzo occhio o sesto chakra, Anja, nel seno frontale, che è collegato alla visione in senso più profondo.
Qui bisogna imparare a divenire consapevoli del blocco. Le mascelle dolenti rimandano doppiamente all’aggressività che impazza nel corpo: esse simboleggiano la capacità del farsi largo mostrando i denti e il dolore parla la lingua affilata e capace di ferire di Marte.
Il sintomo invita a prendere le precauzioni del caso, costringendo a frequenti starnuti per avere, almeno per un momento, un po’ d’aria.
In effetti si tratta di starnutire per la rabbia e del tentativo di procurarsi in questo modo l’indipendenza e livello consapevole. Bisogna combattere per resistere meglio a livello interiore e per trovare un nuovo orientamento.
Bisogna ancora una volta, scendere all’inferno, scoprire che cosa è bloccato nell’inconscio e poi risalire alla luce della conoscenza. Occorre lottare per l’autoco-scienza. In questa situazione cronica, è richiesto il coraggio di confrontarsi e perseveranza.
Le terapie efficaci mettono in gioco, almeno simbolicamente, le componenti corrispondenti. Nella lotta per la conquista della luce della conoscenza, la luce e il sole svolgono un ruolo essenziale. Anche la camomilla, il cui vapore ha un effetto calmante, presenta il segno del sole.
Il digiuno prolungato costituisce la migliore terapia per eliminare le ostruzioni croniche dalle cavità dell’organismo. Attraverso il suo effetto purificatore, porta luce nel buio dell’inconscio e lascia defluire le masse bloccanti, sia concretamente che metaforicamente.
Quello che nella storia della nostra evoluzione può apparire come un problema marginale, si rivela, ad una più accurata osservazione, la malattia tipica. Se ad esso si aggiunge il raffreddore acuto, che provoca la chiusura del naso, ci troviamo di fronte all’affezione più diffusa e più significativa per il nostro mondo.
Non a caso ha a che fare con il naso: questo venerando organo, nella storia turbinosa dell’evoluzione è stato messo da parte e oggi ci rivela che il suo stato di sofferenza è anche il nostro: essere raffreddato e offeso.
Domande
1. C’è nella mia vita un conflitto cronico che brucia lentamente e senza fiamma?
2. C’è un compromesso al quale mi adatto bene esteriormente, ma male a livello interiore?
3. In quali campi tendo a reagire aggressivamente?
4. Che cosa non posso e non voglio annusare più nella mia vita?
5. Ricevo una quantità sufficiente di aria? Ho abbastanza spazio libero?
6. Riesco ad avere uno scambio sufficiente con il mio ambiente?
7. Trovo sufficiente risonanza con il mio prossimo?
8. Dove blocco me stesso, la mia intuizione, il mio sesto senso?
9. Dove devo farmi largo con i denti, dove devo procurarmi più aria?