L'universo è completo e perfetto
Non vi può essere errore. Niente è casuale.
L’«unica canzone» è in meravigliosa sincronia.
Per comprendere la nozione di sincronicità e vederla in atto nella realtà, dobbiamo rinunciare ad alcune delle nostre convinzioni più radicate: l’idea di coincidenza fortuita, di errore e quella che gli esseri umani siano imperfetti. Il principio che ogni singolo avvenimento e ogni singola persona siano collegati può sembrare difficilmente accettabile.
La maggioranza di noi è incline a rimaner fedele all’idea di «casualità» e di «errore». Raramente prendiamo in considerazione la possibilità che ogni cosa nel nostro universo, che funziona in modo perfetto, funzioni anch’essa perfettamente. Sembra più facile credere che si verifichino senza alcun motivo coincidenze inesplicabili.
Il termine «sincronicità» è stato coniato da Carl Jung, che ha passato la vita a tentare di dipanare questi fili misteriosi, che sembrano formare una trama indecifrabile per chi rimane nella forma.
Jung ha descritto la sincronicità come «il verificarsi simultaneo di due eventi legati per significato ma non causalmente» e ha avanzato l’ipotesi che esista una collaborazione tra eventi e persone, collaborazione che coinvolge in qualche modo il fato ed è sempre operante nell’universo.
Alla base del concetto di sincronicità sta l’idea che ogni singola esistenza abbia uno scopo e un significato più profondo di quanto generalmente ci rendiamo conto.
Dietro ogni forma c’è un’intelligenza meravigliosamente perfetta, che opera in sincronia. Ogni avvenimento è finalizzato a uno scopo, e i pezzi del rompicapo della vita si compongono in un insieme perfetto.
Quando avrai fatto veramente tua questa concezione, riconoscerai quotidianamente nella realtà manifestazioni dell’idea di sincronicità. Sono convinto che il fenomeno sia onnipresente nella mia vita e che, in linea generale, non esistano eventi accidentali.
Carl Jung prosegue affermando:
Nel momento stesso in cui lottiamo per mantenere un senso di autonomia personale, siamo anche trascinati da forze vitali molto più grandi di noi, così che, pur essendo i protagonisti della nostra vita, siamo le comparse o i soldati sullo sfondo di un dramma più grande …
Ovvero, come abbiamo osservato, esiste solo un sogno, il sogno di Dio, del quale siamo tutti personaggi, analoghi a quelli che creiamo nei nostri sogni notturni.