Infezioni indesiderate
I prebiotici sono quegli alimenti che stimolano naturalmente la crescita dei microrganismi sani nel nostro intestino, favorendo lo sviluppo delle specie a noi più utili:
se li mangiamo disporremo di un microbiota che ci proteggerà da infezioni indesiderate, detossificherà i nostri cibi, favorirà una corretta assimilazione di principi nutritivi, stimolerà correttamente il nostro sistema immunitario e ci manterrà magri.
Al contrario, se ci nutriremo ripetitivamente di pseudoalimenti privi di fibra, raffinati, conservati, morti, additivati di ogni genere di sostanza innaturale, non ci sorprenderà constatare che il nostro microbiota si sarà gradualmente alterato favorendo quei microrganismi idonei ai “cibi spazzatura”, ben diversi da quelli che il nostro intestino ha ospitato, in natura, per due milioni di anni.

Quali sono dunque i prebiotici che maggiormente favoriscono una flora microbica utile?
Gli studi finora disponibili parlano di inulina, di fruttoligosaccaridi (FOS), cioè sostanze poco o nulla digeribili per noi ma estremamente appetite proprio dalla flora microbica più utile, in grado di produrre molecole segnale (come l’acido butirrico) che a loro volta si comportano come prebiotici nei confronti di altri microrganismi, in una catena virtuosa che si vorrebbe non avesse mai fine.
I FOS e l’inulina si trovano in molti frutti e verdure (e incredibilmente anche nel latte materno, proprio per favorire lo sviluppo dei simbionti più utili) e in particolare nei topinambour, nei gambi di carciofo e in diverse parti dure, che spesso scartiamo, di alcuni ortaggi.
Prima però di andare a saccheggiare topinambour e carciofi dal nostro fruttivendolo, cerchiamo di capire il senso di questa preferenza. Ogni animale digerisce e assimila solo quello che la sua flora batterica gli consente di digerire.
I quattro stomaci delle mucche (che sono ruminanti e mangiano – dovrebbero mangiare – unicamente erba) consentono loro di produrre proteine dall’azoto dell’erba solo grazie ai fermenti specifici che in quegli stomaci vivono.
Omaso, abomaso, rumine e reticolo sono vere e proprie camere sequenziali di fermentazione, senza le quali i bovini non sarebbero in grado di trasformare in carne tutta quell’erba. Anche tra i Primati vi sono dei multigastrici: la scimmia nasica della Malaysia, per esempio, ha la stessa struttura.

E infatti mangia solo foglie e frutti (anche coriacei o parzialmente velenosi) e ha un caratteristico addome a cocomero in cui trovano spazio i quattro stomaci.
Se noi capiamo quali siano i nostri alimenti naturali, quelli che ci hanno accompagnato nella preistoria, capiamo anche facilmente quali siano i microbi che probabilmente abitavano naturalmente il nostro intestino in quell’epoca.
La traccia segnata da inulina e FOS ci fa intuire che un po’ tutte le fibre indigeribili che trovavamo nei cibi erano preziose per noi.

Bibliografia: Medicina di Segnale
