Nell’articolo Scientific evidence for health effects attributed to the consumption of probiotics and prebiotics: an update for current perspectives and future challenges si fa cenno all’esistenza di diversi studi che mostrano come l’integrazione di probiotici e probiotici aiutino a prevenire e/o a curare diversi problemi di salute, tra i quali anche l’osteoporosi, le malattie periodontali, le cavitazioni.

Nell’articolo Gut Microbiota as a Target in the Pathogenesis of Metabolic Disorders: A New Approach to Novel Therapeutic Agents , leggiamo che:
Dal momento che i disordini metabolici aumentano drammaticamente, diventa sempre più importante identificare i fattori ambientali che influiscono negativamente sul controllo del metabolismo. Il microbiota intestinale (…) è uno di questi potenziali fattori. Recentemente si sono raccolte le prove delle associazioni tra un’alterazione della composizione del microbiota intestinale e l’obesità, il diabete e l’osteoporosi. (…)

Il microbiota dell’intestino gioca ruoli critici nel controllare l’immunità, l’assorbimento del cibo, l’accumulazione dei grassi, la produzione di acidi grassi a catena corta, la trasmissione dei segnali relativi all’insulina, e la regolazione della massa ossea.
Nell’articolo Mechanisms underlying the effects of inulin-type fructans on calcium absorption in the large intestine of rats si fa cenno all’effetto positivo dell’assunzione di inulina, oligofruttosio e frutto oligosaccaridi sull’assorbimento del calcio, anche grazie all’aumentata produzione di acidi grassi a catena corta da parte dei batteri intestinali.

Nell’articolo Prebiotic and Probiotic Regulation of Bone Health: Role of the Intestine and its Microbiome leggiamo che:
L’osso è un organo rispetto al quale da tempo si sa che viene regolato dall’intestino attraverso l’assorbimento del calcio, il minerale chiave dell’osso. Tuttavia è chiaro che la modulazione del’intestino e del suo microbioma può incidere sulla densità e la robustezza dell’osso in una varietà di modelli animali (pesce zebra, pollo, roditori) e negli uomini.

Questo viene dimostrato in studi in cui si rimuove il microbioma con un trattamento antibiotico (…) così come in studi in cui si modulano l’attività e la composizione del microbioma per mezzo di prebiotici e/o probiotici.
Anche l’articolo Effects of the gut microbiota on bone mass indica che

Recenti studi dimostrano che il microbiota intestinale è anche un regolatore della massa dell’osso e viene proposto che l’effetto del microbiota sulla massa ossea sia mediato dagli effetti del sistema immunitario, che a sua volta regola l’osteoclastogenesi. (…) Qui facciamo una rassegna delle conoscenze attuali sul possibile ruolo del microbiota intestinale nella regolazione del metabolismo dell’osso.
A questo punto passiamo ai primi studi che mostrano come l’intervento con prebiotici e probiotici non è solo un’ipotesi come Diet, gut microbiome, and bone health sul cui abstract leggiamo:

Diversi prebiotici che raggiungono il basso intestino hanno portato ad una [positiva] alterazione del microbioma intestinale che si suppone aumenti la fermentazione delle fibre per produrre acidi grassi a catena corta. Questi cambiamenti sono correlati positivamente con un aumento della frazione di calcio assorbita negli adolescenti e con un aumento delle misure di densità e di robustezza ossea in modelli animali.
Ma non tutte le forme di osteoporosi sono causate da una “normale” forma di disbiosi, perché a volte il fattore scatenante è una forma di SIBO (proliferazione batterica nel piccolo intestino), nel qual caso i normali probiotici posso creare persino maggiore sconforto.

Vedi l’articolo Current views on the etiopathogenesis, clinical manifestation, diagnostics, treatment and correlation with other nosological entities of SIBO , spiega che quando i batteri fisiologici sono rimpiazzati da batteri patogeni che risalgono dal grosso intestino, il sistema digestivo funziona male e ci possono essere complicazioni sistemiche (ovvero a carico di tutto il corpo) come l’osteoporosi e l’anemia macrocitica. Inoltre affermano gli autori che

L’infiammazione interferisce con l’espressione dei geni responsabili per la produzione e secrezione del muco, e quindi viene postulata una correlazione tra SIBO e fibrosi cistica, sindrome dell’intestino irritabile e dolore addominale cronico. (…) Una tipica manifestazione clinica della SIBO comprende meteorismo, enterectasia [dilatazione dell’intestino], fastido addominale e diarrea.
Tra le condizioni che possono concorrere alla manifestazione di una forma di SIBO gli autori indicano tra l’altro anomalie congenite ed anatomiche del sistema digestivo, disturbi della motilità intestinale o deficit immunologici.

Infine è da rimarcare il possibile legame con l’intolleranza al glutine, sia quella celiaca (che è ben nota da tempo) che quella non celiaca, come possiamo leggere nell’areticolo Risk of low bone mineral density and low body mass index in patients with non-celiac wheat-sensitivity:
a prospective observation study (“Rischio di bassa densità minerale e bassa massa corporea in pazienti con sensibilità al grano non celiaca: uno studio di osservazione prospettica”).

Come è noto da tempo la vitamina D è importante per il trattamento e la prevenzione dell’osteoporosi, vedi per esempio gli articoli The role of vitamin D in osteoporosis e Vitamin D: important for prevention of osteoporosis, cardiovascular heart disease, type 1 diabetes, autoimmune diseases, and some cancers (“La vitamina D: per la prevenzione dell’osteoporosi, patologie cardiovascolari, diabete di tipo 1, malattie autoimmuni, ed alcuni tipi di cancro”) .
Purtroppo le raccomandazioni correnti per quanto riguarda i dosaggi della vitamina D, appaiono spesso troppo basse per dare risultati concreti.

1066 British Journal of Nutrition, 2015 Dec 28;114(12):1993-2015, autori Martinez RC, Bedani R, Saad SM; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26443321.
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