Sul rapporto tra salute delle ossa e micronutrienti è interessante l’articolo scientifico di rassegna Osteoporosis: the role of micronutrient , nel quale tra le altre cose si segnala il rapporto tra livelli di vitamina K, vitamina C e magnesio da una parte e di densità ossea dall’altra.

Esistono anche studi sull’importanza del boro per la salute delle ossa, in particolar modo in associazione con il magnesio e la vitamina D (in effetti il boro è uno dei cofattori della vitamina D).
Per esempio Effect of dietary boron on mineral, estrogen, and testosterone metabolism in postmenopausal women , che mostra come l’integrazione di boro abbia diminuito la perdita con le urine di fosforo e magnesio, e nei soggetti con bassi livelli di magnesio ha ridotto anche l’escrezione di fosforo (altro elemento basilare per la salute ossea); i risultati positivi di tale studio inducono gli autori a suggerire una dieta naturalmente ricca di boro (sebbene non menzionino il fatto che i fertilizzanti chimici impediscono alle piante di assorbire il boro presente nel suolo).

Nell’abstract dell’articolo Studies on the relationship between boron and magnesium which possibly affects the formation and maintenance of bones si legge che presumibilmente boro e magnesio sono necessari per il metabolismo ottimale del calcio dal momento che la carenza di boro e/o magnesio causa cambiamenti simili a quelli che si vedono nelle donne con osteoporosi da menopausa.
Anche nell’articolo The relationship between boron and magnesium status and bone mineral density in the human: a review , si discute l’importanza di boro e magnesio per migliorare la densità delle ossa, e del rapporto che esiste tra boro, magnesio, calcio e vitamina D.

Interessante è anche l’articolo Boron , nelle cui conclusioni si legge.
Sebbene gi studi che valutino l’importanza dell’uso del boro per l’osteoartrite e l’osteoporosi siano in uno stadio iniziale, i resoconti sono promettenti. Ci sono prove contrastanti sull’utilizzo del boro per la regolazione ormonale e le funzioni cognitive.
L’articolo In vivo and in vitro effects of boron and boronated compounds , ci informa che tale minerale (associato alla pectina) è un componente essenziale per le pareti cellulari delle piante e serve anche al trasporto di alcune sostanze attraverso la membrana stessa, sebbene concentrazioni troppo alte siano tossiche ed alcuni composti del boro sono utilizzati come erbicidi.

Inoltre in tale articolo si afferma che gli esperimenti con l’integrazione o la privazione del boro mostrano che tale minerale è coinvolto nel metabolismo del calcio e delle ossa, e che i sintomi della carenza di boro sono particolarmente notevoli quando mancano anche vitamina D e magnesio. Nell’abstract dell’articolo si legge testualmente
L’integrazione del boro aumenta la concentrazione nel sangue del 17 beta-estradiolo e del testosterone ma livelli eccessivi di boro hanno effetti tossici sulla funzione riproduttiva. Il boro può essere coinvolto nelle funzioni cerebrali per mezzo dei suoi effetti sul trasporto attraverso le membrane.

Esso influisce sulla sintesi della matrice extracellulare ed è benefico per la guarigione delle ferite. L’assunzione abituale del boro per mezzo della dieta negli esseri umani adulti è di 1-2 mg al giorno. (…) I composti del boro hanno mostrato di possedere potenti effetti anti-osteoporotici, anti-inflammatori, ipolipidemici, anti-coagulanti e anti-neoplastici negli animali.
L’articolo Essentiality of boron for healthy bones and joints , descrive un esperimento su dei malati di osteoartrite; nel 50% dei malati che hanno ricevuto 6 mg di boro al giorno (sotto forma di borace) si sono riscontrati miglioramenti dei sintomi, al contrario del nel 10% dei malati che hanno ricevuto solo il placebo.

L’articolo Comparative effects of daily and weekly boron supplementation on plasma steroid hormones and proinflammatory cytokines ci informa che l’integrazione di dosi relativamente alte di boro (10 mg al giorno) ha portato alla riduzione di citochine pro infiammatorie, all’aumento dei livelli sanguigni di testosterone libero ed alla diminuzione dei livelli sanguigni di estradiolo.

Che il borace abbia un’attività antifungina ad ampio spettro lo si deduce dal fatto che la produzione industriale dell’acido borico (H3BO3) si basa sulla reazione di borace con acido cloridrico (che produce per l’appunto acido borico e cloruro di sodio) , ovvero con l’acido che normalmente viene prodotto dal nostro stomaco. Ingerire borace porta quindi alla produzione endogena di acido borico il quale a sua volta si è dimostrato un potente effetto anti-fungino come mostra l’articolo

Boric acid for recurrent vulvovaginal candidiasis: the clinical evidence (“Acido borico per candidiasi vulvovaginale ricorrente: l’evidenza clinica”) nelle cui conclusioni si legge che l’acido borico acid è un’opzione alternativa sicura ed economica per le donne con sintomi cronici e ricorrenti di vaginite quando i trattamenti convenzionali falliscono a causa del coinvolgimento microrganismi differenti dalla Candida. O di ceppi resistenti agli azoli.
Da notare che conseguenti all’uso di acido borico per la candidosi vaginale ci sono state anche segnalazioni di effetti collaterali di non grave entità: sensazione di bruciore vaginale, ed eritema vaginale (arrossamento).

Interessante è anche l’articolo Boric acid: a potential chemoprotective agent against aflatoxin b1 toxicity in human blood (“Acido borico: un potenziale agente chemoprotettivo contro la tossicità dell’aflatossina b1 nel sangue umano”), pubblicato su Cytotechnology. 2010 Apr; 62(2): 157–165, autori Hasan Turkez, Fatime Geyikoglu; http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2873987/.
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