La fibrosi cistica è una malattia che accorcia notevolmente le speranze di vita, anche perché, pur essendo una malattia che colpisce diversi organi, ha come uno dei “bersagli” principali i polmoni, causando tosse persistente con muco denso, mancanza di fiato e infezioni ricorrenti ai polmoni (polmonite compresa).
La fibrosi cistica è considerata una malattia genetica a tutti gli effetti: un bambino sviluppa tale malattia quando eredita da entrambi i genitori uno specifico gene difettoso e un Microbioma “debole”. Ci sono ben pochi dubbi che il modello genetico corrisponda alla realtà dei fatti. Infatti una persona su 25 (in Italia e più in generale in Occidente) è portatrice di un singolo gene difettoso, e la probabilità che i genitori siano entrambi portatori di questo gene è 1 su 625 (un venticinquesimo per un venticinquesimo).
In queste sfortunate condizioni c’è una probabilità su 4 (legge di Mendel) che il bambino erediti tutti e due i geni difettosi. La probabilità che un bambino nasca con la fibrosi cistica è quindi 1 su 2.500, che corrisponde esattamente alla frequenza riscontrata nella popolazione.
Detto questo potremmo però trovarci in una condizione simile a quella dei bambini down o dei bambini autistici. I primi, con un problema genetico assodato, rispondono bene ad una integrazione nutrizionale o a delle terapie di riequilibrio del microbiota intestinale (debellando disbiosi e parassitosi intestinale);
i secondi, con una probabile predisposizione genetica (mostrata dal fatto che la grande maggioranza dei bambini autistici è di sesso maschile) rispondono bene a delle terapie di riequilibrio del microbiota intestinale (che siano basate sulla dieta o meno) e a volte anche ad una integrazione.
Ancora una volta ribadisco che non è mio intento suscitare false illusioni su una possibile cura della malattia, ma almeno aprire la porta alla speranza che, continuando a ricercare e investigare sul rapporto tra fibrosi cistica e disbiosi, si possa trovare una strada per prevenirla e/o per affrontarne i sintomi in maniera naturale allungando la speranza di vita (che adesso grazie a nuove scoperte in campo terapeutico arriva fino a circa 40 anni).
Tra l’altro alcuni sintomi tipici della fibrosi cistica sono comuni a chi soffre di disbiosi/parassitosi, per esempio la difficoltà a digerire i grassi, i disturbi intestinali, la difficoltà a mettere su peso nonostante l’appetito, le carenze vitaminiche. Detto questo bisogna capire se si tratta di sintomi simili di due disturbi totalmente differenti, se c’è un substrato comune, o se il danno a livello polmonare causato dalla malattia, e le ricorrenti infezioni polmonari, causano una disbiosi per effetto delle cure di antibiotiche che si rendono necessarie.
Ciò vuol dire che, sebbene esiste una vasta letteratura che correla disbiosi e fibrosi cistica, questo non basta ad assicurare che un intervento teso al riequilibrio del microbiota intestinale possa guarire dalla malattia; la speranza ragionevole è che almeno si possa migliorare la qualità della vita.
Nell’abstract dell’articolo Escherichia coli dysbiosis correlates with gastrointestinal dysfunction in children with cystic fibrosis (“La disbiosi dell’Escherichia coli è correlata a disfunzioni gastrointestinali nei bambini malati di fibrosi cistica”) si legge che: i disturbi gastrointestinali della fibrosi cistica includono malassorbimento dei nutrienti ed infiammazione intestinale.
Mostriamo che le quantità di Escherichia coli nel microbiota fecale sono significativamente più alte nei bambini con fibrosi cistica che in quelli del gruppo di controllo e sono correlati con le misure fecali di malassorbimento dei nutrienti e con l’infiammazione.
Che sia presente una disbiosi intestinale nei malati di fibrosi cistica, lo dimostrano le analisi condotte nello studio Serum metabolomics indicate altered cellular energy metabolism in children with cystic fibrosis , Nonché su su un articolo pubblicato dal giornale ufficiale dell’associazione europea per la fibrosi cistica, Gut dysbiosis in cystic fibrosis (“Disbiosi intestinale nella fibrosi cistica”) .
Nello stesso giornale è stato pubblicato l’articolo Dysbiosis of bifidobacteria and Clostridium cluster XIVa in the cystic fibrosis fecal microbiota (“Disbiosi dei bifidobatteri e del Clostridium cluster XIVa nel microbiota fecale della fibrosi cistica”) .
Sul piano delle complicanze polmonari della fibrosi cistica sono interessantissimi i risultato dello studio Host–microorganism interactions in lung diseases (“Interazione tra l’ospite ed i microorganismi nelle malattie polmonari” – dove per ospite si intende l’essere umano, sano o malato che sia) .
Tale studio mostra le differenze tra il microbioma dei polmoni di 4 classi distinte di persone. Rispetto alle persone sane i malati di fibrosi cistica hanno una proliferazione eccessiva di Proteobatteri ed Attinobatteri (a scapito soprattutto dei Bacteroidetes), i malati di asma hanno una proliferazione eccessiva di Proteobatteri ed un certo aumento degli Stafilococchi Firmicutes, i malati di Broncopneumatia Cronica Ostruttiva (a scapito soprattutto dei Bacteroidetes) hanno una proliferazione eccessiva di Proteobatteri ed un certo aumento degli Stafilococchi Firmicutes e degli Streptococchi Firmicutes (a scapito soprattutto dei Bacteroidetes).
E adesso veniamo ad un articolo in cui si mostra che supplementando Lactobacilli GG, non solo migliora lo stato dell’intestino del malato di fibrosi cistica, ma anche quello dei polmoni; l’articolo quindi ci indica una possibile strada di intervento del tutto naturale, quella dell’integrazione di probiotici, che permette di ottenere dei risultati positivi anche riguardo ad uno degli organi più colpiti dalla malattia.
Si tratta dell’articolo Disrupted Intestinal Microbiota and Intestinal Inflammation in Children with Cystic Fibrosis and Its Restoration with Lactobacillus GG: A Randomised Clinical Trial (“Microbiota intestinale alterato e infiammazione intestinale in bambini con la fibrosi cistica e la sua restaurazione con il Lactobacillus GG: un test clinico randomizzato”) .
In questo studio si legge che i livelli di Eubacterium rectale, Bacteroides uniformis, Bacteroides vulgatus, Bifidobacterium adolescentis, Bifidobacterium catenulatum, e Faecalibacterium prausnitzii sono ridotti nei bambini sofferenti di fibrosi cistica, e che una riduzione ancora più marcata si osserva in quei bambini malati di fibrosi cistica che stavano assumendo antibiotici, e che la riduzione della ricchezza della microflora intestinale era significativamente correlata con l’infiammazione intestinale.
La somministrazione di Lattobacilli GG ha parzialmente restaurato l’equilibrio della microflora, riducendo l’infiammazione e l’incidenza delle esacerbazioni polmonari.
1080 Pubblicato su Clinical infectious diseases 2014 Feb;58(3):396-9, autori Hoffman LR, Pope CE, Hayden HS, Heltshe S, Levy R, McNamara S, Jacobs MA, Rohmer L, Radey M, Ramsey BW, Brittnacher MJ, Borenstein E, Miller SI.; http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24178246.
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1084 Pubblicato su Nature Reviews Immunology 14, 827-835 (2014), autori Benjamin J. Marsland, Eva S. Gollwitzer; http://www.nature.com/…/jou…/v14/n12/fig_tab/nri3769_F4.html .
1085 Pubblicato su PLoS One. 2014; 9(2): e87796, autori Eugenia Bruzzese, Maria Luisa Callegari, Valeria Raia, Sara Viscovo, Riccardo Scotto, Susanna Ferrari, Lorenzo Morelli, Vittoria Buccigrossi, Andrea Lo Vecchio, Eliana Ruberto, and Alfredo Guarino; http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3929570/.