Menopausa e osteoporosi

Domande  1. Sono in grado di affrontare il compito del cambiamento, che avanza insieme alla crisi della mezza età?  2. Ho accettato e soddisfatto i miei desideri di procreazione, oppure faccio sì che quello che mi manca cresca sotto forma di mioma?  3. Ho vissuto in modo sufficientemente intenso? Mi sono saziato? 

Malattia Espressione dell'AnimA

Questa “malattia” esiste da sempre, la sua diagnosi fino a poco tempo fa non veniva messa automaticamente in rapporto con la menopausa.

Con l’osteoporosi si verifica un aumento della decalcificazione, che di per sé non è un sintomo patologico, ma un segno normale del cambiamento del corpo in questa fase della vita.

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Nonostante ciò, i ginecologi ricorrono solo da pochissimo tempo agli estrogeni per curarla.

Tale terapia ha su molte donne il piacevole effetto di far sì che la menopausa non venga più vissuta come una pausa. Il corpo viene così ingannato dagli estrogeni da credere che tutto sia rimasto come prima e che il cambiamento non si sia ancora verificato.

Chi ha paura della decalcificazione delle ossa e della mancanza di calcio, dovrebbe introdurre calcio.

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È però interessante notare che in questa età le dosi di calcio assunte non hanno alcun effetto. Il corpo le considera come superflue e le espelle:

di fatto tende ad alleggerirsi, non ha più bisogno di una struttura ossea massiccia, perché avanzando nella vita anche le necessità cambiano e gli interessi si spostano da un’attività esterna a una interiore.

Non c’è più tanto bisogno di appoggiarsi sulle ossa fisiche; appare piuttosto necessario trovare un sostegno alla struttura interiore dell’anima.

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La menopausa, con riferimento alla vita esteriore, dovrebbe avere un aspetto di pausa e riposo.

Solo attraverso l’inganno del corpo è possibile costringerlo a immagazzinare ancora calcio nelle ossa.

Con questo trucco ormonale si può ignorare il cambiamento, continuare a fingere di essere giovani e a contare sulle proprie ossa. Per questo, nel culto della giovinezza che oggi domina incontrastato e nel rifiuto della vecchiaia, la simpatia per questo inganno non deve meravigliare.

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Resta da chiedersi se valga la pena di sacrificare la possibilità di controllare consapevolmente la crisi di passaggio della vita per amore di una menzogna.

È necessario alleggerirsi sia nel fisico che nell’anima per prepararsi al ritorno. Dobbiamo sbarazzarci della zavorra. Più lo facciamo in senso figurato, più stabile rimarrà la struttura del corpo.

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L’uomo moderno, nonostante gli venga richiesto esattamente il contrario, ha un atteggiamento ostile nei confronti dei cambiamenti della vita. Il semplice passaggio dall’estate all’inverno e viceversa è sufficiente a far sì che milioni di persone si sentano collettivamente frustrate e si prendano le loro influenze primaverili o autunnali.

I virus necessari sono a disposizione ovunque.

Sembra così semplice far pagare al corpo tutto ciò che non ci piace.

La medicina appoggiando questo gioco commette un grave errore e si preclude possibili sviluppi. Se riflettiamo sulle tesi dei ginecologi, non possiamo che rimanere esterrefatti.

Chi spaventa le donne dicendo loro che rischiano di rompersi le ossa se non ingeriscono estrogeni, dovrebbe chiedersi come abbiano fatto miliardi di donne, prima della moda degli estrogeni, a superare questo periodo senza pericolose fratture, e come vi riescano ancor oggi molte donne anziane.

Questo argomento è superato per impudenza solo da quest’altro, che nella menopausa le donne si sentono ripetere spesso:

«Se non si farà togliere l’utero, potrebbe degenerare in tumore maligno».

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Con la stessa logica si potrebbe consigliare l’amputazione delle braccia, visto che in qualsiasi momento la pelle potrebbe ammalarsi di cancro e degenerare. Tutto questo allarmismo ha portato non solo a un aumento senza precedenti di operazioni all’utero, ma ha anche contribuito a diffondere una preoccupante insicurezza.

Naturalmente esistono situazioni in cui un utero deve essere tolto. Ma come fa una donna a sapere se il ginecologo ha intrapreso una crociata contro gli uteri o se la sua diagnosi ha basi mediche fondate?

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Nella problematica dell’osteoporosi non c’è purtroppo alcun trucco corrispondente, eccetto forse un richiamo al sano intelletto umano e uno sguardo alla catena delle generazioni femminili, dalla nostre nonne fino ad Eva, la prima donna.

Tutte hanno dovuto mantenere in ordine il loro equilibrio ormonale senza l’aiuto dei ginecologi, sono vissute in media più a lungo dei loro mariti e in ogni caso non si sono fratturate le ossa più spesso di oggi.

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La profilassi che appare più logico adottare per tutta questa problematica, consiste nel vivere in modo tale da soddisfare pienamente il polo femminile prima dell’inizio del periodo climaterico.

Se questo è avvenuto, il trasferimento di questi temi a livello psico-spirituale determina un profondo sollievo. Chi nelle situazioni opportune ha donato il suo calore all’uomo, non ha bisogno ora di trovare occasioni per trasformarsi in una donna calorosa.

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Sarebbe più naturale fare fuoco e fiamme per altri contenuti e ardere di entusiasmo per il polo opposto, il mondo spirituale. Chi ha già appagato il suo desiderio di discendenza, può permettere che in menopausa nel suo utero avvengano tutti i mutamenti necessari.

Fertilità e crescita appartengono ora al livello dell’anima e dello spirito.

Chi nel climaterio si libera della zavorra e riqualifica la vita trasferendo le energie dall’esterno all’interno, non ha più bisogno di ossa tanto pesanti: le ossa più leggere bastano per affrontare senza pericolo di fratture il ritorno a casa dell’anima.

Domande

1. Sono in grado di affrontare il compito del cambiamento, che avanza insieme alla crisi della mezza età?
2. Ho accettato e soddisfatto i miei desideri di procreazione, oppure faccio sì che quello che mi manca cresca sotto forma di mioma?
3. Ho vissuto in modo sufficientemente intenso? Mi sono saziato?
4. Ci sono piani sui quali vorrei cambiare e di cui non mi fido?
5. Dove potrei diventare simbolicamente fertile?
6. Di quale zavorra mi devo liberare? Quale compito devo affrontare?
7. Dove mi manca la struttura? Dove posso trovarla?
(Dott. Rudiger Dahlke)

Elena Bottoni
Elena Bottoni
Marotta
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Francesco è un angelo, competente e professionale. Ogni volta che sono in difficoltà mi aiuta con successo a rimettermi in pista. Conoscerlo è stata una fortuna❣️

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