Un mal di testa che si presenta in modo aggressivo
per lo più in una sola metà del capo, accompagnato talora da disturbi della vista (sensibilità alla luce, difficoltà a tenere aperti gli occhi), disturbi allo stomaco e all’intestino, come vomito e diarrea. Questo attacco, che in genere dura parecchie ore, è accompagnato da uno stato d’animo depresso ed eccitabile. Nel punto massimo dell’attacco di emicrania c’è il desiderio ardente di essere da soli e di ritirarsi in una stanza buia o a letto.
La parola emicrania deriva dal greco kranion = cranio, teschio, e significa letteralmente avere mezza testa, il che denuncia molto chiaramente l’unilateralità del pensiero di chi soffre di emicrania, perfettamente identica a quella di chi soffre del tipo di mal di testa prima descritto.


Tutto quanto detto precedentemente, conserva la sua validità anche a proposito dell’emicrania, con una modifica essenziale. Mentre il paziente di mal di testa da tensione cerca di separare la propria testa dal corpo, chi soffre di emicrania concentra tutto nella testa e cerca di vivere qui ogni problema, anche e soprattutto il suo problema centrale che è la sessualità. L’emicrania è sempre sessualità sospinta a livello cerebrale. La testa funge da corpo. Questo slittamento risulta abbastanza comprensibile, in quanto la zona genitale e la testa si trovano in rapporto analogico. Sono le due parti del corpo che ospitano gli orifizi naturali del corpo.
Gli orifizi naturali hanno nella sessualità un ruolo predominante (amore = lasciar entrare – e questo a livello fisico può avvenire soltanto dove il corpo può aprirsi!). La mentalità popolare da sempre mette in rapporto la bocca della donna con la sua vagina (per esempio le labbra secche!) e il naso dell’uomo col suo membro virile, e cerca di dedurre dai primi le caratteristiche dei secondi. Anche nel rapporto orale il rapporto e la “intercambiabilità” fra testa e addome diviene evidente.
Addome e testa sono polarità e dietro alla loro differenza si cela la loro comunanza – come sopra, così sotto. Quanto spesso la testa funga da sostituto dell’addome lo vediamo chiaramente nel fatto di arrossire. Nelle situazioni penose, che hanno quasi sempre un carattere sessuale più o meno evidente, il sangue ci va alla testa e ci fa diventare rossi.
In questo modo avviene in alto quello che dovrebbe avvenire in basso, perché nell’eccitazione sessuale il sangue scorre normalmente verso la zona genitale e gli organi genitali si gonfiano e diventano rossi. Anche nell’impotenza troviamo il medesimo slittamento dal campo genitale alla testa. Più un uomo nel rapporto sessuale ha la testa piena di pensieri, più gli manca la forza nell’addome, con conseguenze catastrofiche.
Lo stesso principio spinge le persone sessualmente insoddisfatte a mangiare sempre di più. Molti cercano di saziare attraverso la bocca la loro fame di amore – e non riescono mai a saziarsi completamente. Tutti questi accenni dovrebbero bastare per far capire l’analogia tra addome e testa. Chi soffre di emicrania (e spesso si tratta di donne) ha sempre problemi con la sessualità.
Come abbiamo già fatto notare in altre occasioni, ci sono sostanzialmente due possibilità di affrontare un problema: si può accantonare e reprimere il problema, oppure super compensarlo a scopo dimostrativo. Si tratta di due metodi molto diversi, che però sono soltanto le due espressioni polari della medesima difficoltà. Quando si ha paura, si può tremare oppure difendersi con tutta la propria forza – entrambe le reazioni sono segno di debolezza. Così anche nei pazienti di emicrania troviamo persone che hanno totalmente bandito la sessualità dalla propria vita (” …non voglio proprio più saperne “), e anche persone che cercano di evidenziare il loro ” rapporto disinibito con la sessualità “.
Comune ad entrambi gli atteggiamenti è il rapporto problematico con la sessualità. Se non si confessa a se stessi questo problema o perché non si ha alcun rapporto col sesso o perché il sesso – come tutti possono vedere – non crea alcun problema, il problema si sposta alla testa e si annuncia sotto forma di emicrania. Qui ora è possibile elaborare il problema a livello superiore.
L’attacco di emicrania è un orgasmo vissuto a livello di testa. Il processo è identico, soltanto la zona si trova un po’ più in alto. Come nell’eccitazione sessuale il sangue scorre verso la zona genitale e la tensione nel momento culminante si trasforma in distensione, allo stesso modo si comporta l’emicrania: il sangue va alla testa, crea una sensazione di pressione, la tensione si accresce e si trasforma poi in una fase di distensione (dilatazione dei vasi).
Tutti gli stimoli possono provocare attacchi di emicrania: luce, calore, tempo, eccitazione eccetera. Una caratteristica dell’emicrania è che il malato dopo un attacco gode per un certo tempo di una sensazione diffusa di benessere. Nel momento culminante dell’attacco il paziente vorrebbe trovarsi in una stanza buia e a letto – però da solo.
Tutto ciò indica chiaramente la tematica sessuale e anche la paura di trattare questo tema a un livello adeguato con un’altra persona. Già nel 1934 E. Gutheil descrisse in una rivista di psicoanalisi un malato i cui attacchi di emicrania scoppiavano dopo un orgasmo sessuale. A volte questo paziente aveva parecchi altri orgasmi prima che subentrasse la distensione e l’attacco di emicrania finisse.


Va anche considerato che tra i sintomi collaterali dell’emicrania si trovano ai primi posti anche disturbi di digestione e stitichezza: sotto si è chiusi. Non si vuol saper niente dei contenuti inconsci (escrementi) e si preferisce ritirarsi in alto nel pensiero consapevole – finché la testa scoppia. Certi coniugi si servono degli attacchi di emicrania (che spesso è soltanto un normale mal di testa) per evitare un rapporto sessuale.
Riassumendo, nelle persone che soffrono di emicrania troviamo un conflitto tra istinto e pensiero, tra sotto e sopra, tra addome e testa, fatto che porta a tentare di utilizzare la testa come campo di battaglia dove risolvere i problemi che possono venire espressi e risolti soltanto a un livello molto diverso (corpo, sesso, aggressività).
Già Freud definì il pensiero un esperimento di azione. Il pensiero pare all’uomo meno pericoloso e impegnativo dell’azione. Però il pensiero non deve sostituire l’azione, bensì uno deve portare l’altro. L’uomo, ha un corpo per realizzarsi con l’aiuto di questo strumento. Soltanto attraverso la realizzazione le energie restano in movimento.
Si consideri ora quanto Segue
Livelli di escalation dell’energia bloccata:
1. Se l’attività (sesso, aggressività) si blocca nel pensiero, si arriva al mal di testa.
2. Se l’attività si blocca a livello vegetativo, cioè sul piano fisico funzionale, si arriva alla pressione alta e alla sintomatologia della distonia vegetativa.
3. Se l’attività resta bloccata al piano nervoso, si arriva a sintomatologie quali la sclerosi multipla.
4. Se l’attività si ferma al piano muscolare, troviamo problemi a livello di movimento, per esempio reumatismi e gotta.


Questa suddivisione corrisponde alle diverse fasi di un’azione vera.
1. Si tratti di un cazzotto o di un rapporto sessuale, tutte le attività cominciano a livello di immaginazione.
2. quando l’attività viene preparata nel pensiero. Questo porta alla preparazione vegetativa del corpo.
3. sotto forma di maggiore irrorazione sanguigna di certi organi, polso più frequente, eccetera. Infine l’idea si trasforma in azione attraverso le vie nervose e muscolari.
4. Ogni volta che l’idea non arriva alla piena realizzazione, l’energia viene bloccata in uno dei quattro livelli (pensiero – sistema vegetativo – nervi – muscoli) e col tempo porta a sintomi patologici corrispondenti.
Chi soffre di emicrania è all'inizio di questa scala - blocca la propria sessualità a livello di immaginazione. Dovrebbe imparare a vedere il problema nella sua realtà per riportare al livello giusto, cioè in basso, ciò che è salito alla testa. L'evoluzione comincia sempre in basso, e la via che porta in alto è sempre lunga e faticosa, se la si vuole percorrere in modo corretto.
Mal di testa:
Quando si ha mal di testa o emicrania bisognerebbe porsi queste domande:
1. Per che cosa mi sto rompendo la testa?
2. In me alto e basso sono ancora in contatto nel modo giusto?
3. Cerco troppo freneticamente di salire in alto (ambizione)?
4. Sono un testone e cerco di sfondare con la testa i muri?
5. Cerco di sostituire l’azione col pensiero?
6. Sono onesto nei confronti della mia problematica sessuale?
7. Perché trasporto l’orgasmo in testa?




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