amidi

Le fibre da cereali

Coloro che assumevano 20 gr di crusca extra, hanno bruciato le riserve di vitamina D con una velocità superiore del 30%, rispetto al gruppo di controllo senza fibre aggiunte ai pasti

La guarigione è sempre comprensione

Per ogni grammo di crusca di grano, il peso fecale aumenta di 5,7 grammi.[885] Ciò comporta l’espulsione della fibra contenuta nei cereali integrali, senza che abbia luogo una digestione completa, ostacolando, per altro, l’assimilazione dei micronutrienti.

Ad esempio, le fibre di grano possono interferire con l’emivita della vitamina D, a prescindere dall’esposizione solare, in quanto l’aumento dell’attività intestinale disturba la circolazione enteroepatica (circuito intestino-fegato) dei metaboliti della vitamina D.

Un piccolo studio del 1983 ha esaminato l’effetto di una dieta ad alto contenuto di fibre sul metabolismo della vitamina D in adulti sani. 

Coloro che assumevano 20 gr di crusca extra, hanno bruciato le riserve di vitamina D con una velocità superiore del 30%, rispetto al gruppo di controllo senza fibre aggiunte ai pasti[886].

Studi successivi hanno scoperto che la lectina presente nei legumi e nelle graminacee (soprattutto nel grano), impedisce al recettore della vitamina D di funzionare correttamente[887]. Un doppio colpo basso al sistema immunitario degli amanti della pasta e fagioli: dopo il picco glicemico incontrollato anche un possibile rischio di carenza di vitamina D!

Gli esperti consigliano di assumere cereali integrali per i benefici che, secondo loro, avrebbero le fibre. Tuttavia, dopo ottant’anni di ricerca in questo campo, più o meno finanziata anche da industrie private, non esistono prove sufficienti per fare tali affermazioni.

Recenti studi interventistici indicano che importanti aumenti di fibre alimentari possono ridurre le diversità microbiche attraverso interazioni competitive. Valdes AM et al 2018 PMID: 29899036

Una pubblicazione del 2018, in cui sono stati passati al setaccio diversi studi che avevano esaminato i benefici delle fibre nel ridurre l’obesità tra il 1987 e il 2018, conclude che le prove a favore di una dieta ricca di fibre risultano ancora deboli[888].

La Cochrane Collaboration, uno tra i più importanti istituti di revisione scientifica al mondo, ha esaminato tutti i trial clinici, dal 1937 in poi, che avevano confrontato, per almeno 12 settimane, delle diete a base di cereali integrali.

Studio clinico

In occasione di un aggiornamento dei dati avvenuto nel 2017, nelle conclusioni i ricercatori scrivono: “Non ci sono prove sufficienti, fino ad oggi, per raccomandare il consumo di diete a base di cereali integrali allo scopo di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, abbassare il colesterolo o la pressione sanguigna”[889].

Nelle persone regolarmente stitiche, per cause non rilevabili (stitichezza idiopatica), è stato dimostrato che l’interruzione, e anche la diminuzione delle fibre alimentari, riduce la stitichezza e i sintomi associati[890].

Su 63 partecipanti, coloro che hanno eliminato del tutto le fibre, sono passati da una sola evacuazione intestinale ogni tre giorni e mezzo, a una al giorno, migliorando tutti i sintomi correlati: difficoltà di evacuazione, sanguinamento anale, gonfiore e dolore addominale.

Altre fibre

Le fibre alimentari, attraverso l’attività della flora intestinale, partecipano alla formazione di acidi grassi a catena corta, gas e energia. Gli acidi grassi acetico, propionico e butirrico, esercitano molte importanti funzioni fisiologiche.

I propionati e gli acetati vengono trasportati al fegato per la produzione di energia, mentre il butirrato viene utilizzato dalle cellule epiteliali del colon. Le attività del butirrato sono molteplici, e non riguardano solo il colon, ad esempio[891]:

Svolge un ruolo antinfiammatorio attraverso la modulazione del rilascio di alcune molecole dalle cellule immunitarie; previene e inibisce la carcinogenesi del colon, riduce il colesterolo, stimola la neurogenesi dopo una lesione ischemica cerebrale;

leptina

Fibra di guar

Fornisce effetti positivi nel trattamento dell’obesità, della resistenza all’insulina, della fibrosi cistica e dell’anemia falciforme; può essere d’aiuto nel contrastare il cancro al seno[892].

Le fibre migliori per aumentare i livelli di acidi grassi a catena corta nel colon sono le pectine (mele e agrumi), ma soprattutto la fibra di guar[893]. Quest’ultima presenta maggiori vantaggi rispetto alla maggior parte delle altre fibre solubili873:

l’effetto prebiotico è più marcato sul microbioma intestinale, la produzione di acidi grassi a catena corta è maggiore, sono efficaci in dose minime (da 2-6 grammi al giorno), sono ben tollerate per via della loro fermentazione lenta, non hanno effetti sull’odore, il colore, il sapore e la consistenza delle bevande e degli alimenti a cui vengono aggiunte.

Inoltre, le fibre di guar, a differenza di quelle a fermentazione rapida come inulina e frutto-oligosaccaridi, sono ideali per il trattamento della sindrome dell’intestino irritabile[894].

Nella crescita batterica del piccolo intestino (SIBO) la combinazione dell’antibiotico rifaximina (1200 mg/giorno per 10 giorni) e della fibra di guar (5 grammi/giorno per 10 giorni) è significativamente più efficace della sola rifaximina[895].

L’assunzione di 10 grammi di fibra di guar, due volte al giorno per 2 settimane prima della radioterapia e 2 settimane durante la radioterapia, contrasta la diarrea indotta da radioterapia e la disbiosi intestinale nell’irradiazione pelvica del cancro[896].

Blandi lassativi

Per una efficace e delicata azione lassativa si può utilizzare la farina di guar, lo psillio o il glucomannano. Una abbondante assunzione di acqua è essenziale per il corretto funzionamento di questi tipi di fibra.

Si forma così un gel lubrificante, che, insieme all’acqua trattenuta nel lume intestinale, può controllare i picchi glicemici e dare maggior consistenza alle feci.

Un rimedio ancor più dolce e delicato rispetto a quelli citati finora, adatto ai bimbi più piccoli e alle persone con un apparato digerente molto delicato (come ad esempio per chi soffre di fibromialgia), sono le preparazioni a base di malva.

Questa pianta è dotata di proprietà calmanti, emollienti e lenitive sull’intero  apparato gastroenterico, riconosciute sin dai tempi degli antichi romani, quando serviva per lenire le sofferenze dovute agli eccessi alimentari.

Il suo uso è arrivato fino a noi attraverso le opere dei frati cappuccini. L’efficacia del gel di malva è maggiore se assunto di frequente durante la giornata, senza introdurre alimenti che irritano l’intestino, in concomitanza dei pasti e durante le ore di digiuno o semi-digiuno accompagnato da brodo di ossa per favorire la guarigione.

L’ideale è utilizzare la pianta fresca, radici comprese, lavarla e farla sobbollire per almeno 3 – 4 ore. La ricetta originale suggerisce di far bollire la malva insieme con del riso (in parti uguali), che deve diventare stracotto.

Ne risulta una pappetta che i frati, nei loro testi, consigliano di mangiare per 3 giorni consecutivi, senza introdurre nient’altro se non delle tisane calde, in modo da “risanare le budella”. [897]

Il riso migliore per preparare questa antica ricetta di “emergenza” è il semi integrale da agricoltura biodinamica, un metodo di cultura che non usa alcun genere di trattamenti chimici.

Cristina Pocara
Cristina Pocara
Operatrice Olistica Trento
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Buongiorno Francesco! 🌞 Ho dormito benissimo, sono completamente rinata dopo la tuo trattamento… mi hai fatto ricordare un sacco di cose ieri e ti sono molto grata. Oggi sono in ascolto, la vita fluisce… mi sento amata e completa💖 Ci aggiorniamo presto. Grazie ancora di tutto, sei un essere meraviglioso!!🤩 Buona giornata 🤗

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