“La mimica del volto e del corpo è la prima forma di comunicazione tra madre e figlio…
La mimica rende più vive le nostre parole e conferisce loro piú forza.
Essa più delle parole, che possono essere falsate, rivela i pensieri e le intenzioni altrui… La libera espressione di un’emozione per mezzo di segni esteriori, la rende più intensa.
D’altro canto, la repressione di ogni segno esteriore, nella misura in cui è possibile, sfuma le nostre emozioni.
Chi si abbandona a gesti violenti accresce la sua rabbia; chi non controlla i segni della paura prova ancora più paura; e chi non ha reazioni quando è sopraffatto dal dolore perde la migliore occasione di recuperare l’equilibrio della mente.”
Nella sua espressione emotiva l’individuo è un’unità. Non è la mente che va in collera né il corpo che colpisce; è l’individuo che si esprime.
Nelle pose, nelle posizioni e nell’atteggiamento che assume, in ogni gesto, l’organismo parla un linguaggio che anticipa e trascende l’espressione verbale.
Se Freud non riuscì a individuare un metodo terapeutico per rendere operante questa idea, il fallimento può essere ascritto alla difficoltà inerente al rapporto corpo-mente. Finché persiste la tesi del dualismo corpo-mente, la difficoltà resta insuperabile.
Nella terapia bioenergetica, il contatto fisico mette piú chiaramente a fuoco sia il transfert che il controtransfert. Solo con umiltà e animo puro è possibile accostarsi ai sentimenti intimi e profondi di un essere umano.
La scoperta dell’inconscio e la presa di coscienza dello stesso si compiono in presenza di una costante resistenza da parte del paziente. Il processo per portare questo materiale inconscio alla luce è associato al “dolore,” e a causa di questo dolore il paziente continua a rifiutarlo.
Alexander Lowen