Malattia linguaggio dell’AnimA
Come suggerisce il suo nome tedesco, Schilddrüse, la ghiandola tiroidea forma uno scudo(66). Simile a una farfalla, posa il suo piccolo corpo appena al di sotto della cartilagine tiroidea, sulla laringe, mentre le ali, corrispondenti ai due lobi della tiroide, vanno a posarsi sulla trachea.
Il suo compito è quello di secernere due tipi di ormoni, i cui effetti sono rivolti essenzialmente al controllo del metabolismo: la tiroxina e triiodotironina, prodotta in concentrazioni maggiori rispetto alla prima. Entrambe sono costituite da iodio.
Esse aumentano la vitalità per tempi più lunghi e duraturi di quanto non facciano gli ormoni prodotti dalla ghiandola surrenale, l’adrenalina e la noradrenalina, che hanno un effetto più immediato.
Oltre alla circolazione, regolano la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca, le funzioni respiratorie e intestinali, elevano la temperatura in accordo al ritmo metabolico, aumentano le prestazioni dei nervi e la reattività muscolare, mentre rallentano i tempi di reazione, potenziano la vigilanza e la velocità di pensiero.
Inoltre la tiroide svolge un ruolo decisivo nei processi di crescita.
Franz Alexander dimostra che nella storia dell’evoluzione essa ha reso possibile il passaggio dall’acqua alla terra. Solo a partire dagli anfibi gli esseri viventi dispongono di una tiroide.
Nella salamandra tipo axolotl del Messico, le facoltà sperimentali della tiroxina causano l’inversione della respirazione dalle branchie ai polmoni, cosicché l’animale, da acquatico, può diventare terrestre.
W. L. Brown chiamò la ghiandola tiroidea «ghiandola della creazione».
Fino ad oggi la tiroide ha mantenuto il suo rapporto diretto con il mare attraverso lo iodio, elemento chimico presente principalmente in mare e indispensabile a questa ghiandola per formare gli ormoni.
Se gli uomini si allontanano troppo dal mare e si stabiliscono su montagne lontane, avranno con tutta probabilità problemi alla tiroide.
L’importanza dell’ormone tiroideo nella crescita è reso evidente da malattie che si verificano nel caso in cui l’individuo ne sia privo: il cretinismo e mixedema, dove il soggetto non riesce a raggiungere uno sviluppo fisico e psichico completo.
Le giunture delle ossa lunghe, che hanno lo scopo di permettere all’osso stesso di crescere, si saldano per esempio in tempi più lunghi rispetto alla norma, mentre lo sviluppo dell’ intelligenza è impedito.
Nella fase dello sviluppo, la tiroxina ha effetti analoghi all’ormone della crescita dell’ipofisi.
(66)In tedesco la parola Schilddrüse (= ghiandola tiroidea) è formata dal sostantivo Schild che significa scudo e Drüse che significa ghiandola (N.d.T).
Il gozzo: se i luoghi di produzione delle sostanze motrici contenenti iodio aumentano di volume, ne deriva una maggiore «necessità di carburante».
Attraverso la crescita eccessiva di questi organi posti nel collo il corpo segnala tale disfunzione e comunica quello che gli interessati si rifiutano di ammettere: il bisogno di una quantità superiore di carburante.
La fame di energia, di attività e di scambio è sprofondata nell’ombra.
Questa esigenza di accrescere l’attività metabolica si riferisce in primo luogo all’energia di scambio, solo secondariamente alla materia prima necessaria. Le cause più frequenti della comparsa del gozzo sono dovute alla mancanza di iodio nell’alimentazione.
I soggetti, per la maggior parte vincolati a tradizioni rigide, vivono nel loro ambiente che offre loro poche energie e poche alternative.
Il gozzo indica la fame che si avverte in questo contesto.
Si sviluppa sulla base di una secrezione ormonale alterata e può essere associato a ipotiroidismo. Attraverso il gozzo, la tiroide cerca in ultima analisi di compensare la carenza ormonale e il fabbisogno di iodio.
Con l’ipotiroidismo, il gozzo evidenzia una maggiore necessità di carburante.
La situazione si aggrava perché, nonostante l’aumento di attività nei luoghi di produzione, non si riesce a coprire le reali esigenze. I pazienti diventano più pigri e più grassi e rinunciano a svolgere qualsiasi attività (che richieda un dispendio energetico).
Addirittura smettono di avere appetito, poiché manca l’energia per poter fare qualcosa attraverso l’alimentazione.
In caso di ipertiroidismo, i soggetti avvertono una fame da metabolismo che manifestano attraverso un reale appetito:
possono mangiare ininterrottamente senza ingrassare, perché il loro organismo brucia immediatamente le sostanze. Il loro peso, inferiore alla norma, indica che le esigenze energetiche del corpo, nonostante la presenza del gozzo, non sono appagate.
Continuano ad accumulare, ma non basta mai.
I problemi che si riscontrano nei diversi tipi di gozzo possono essere classificati in tre gruppi: ipotiroidismo, ipertiroidismo e formazione del gozzo senza alterazioni del metabolismo.
Quest’ultimo tipo di gozzo, che presenta valori normali di funzionamento ghiandolare era fino a qualche decina di anni fa largamente diffuso nelle regioni in cui si faceva uso di sale da cucina povero di iodio.
Come forma più innocua della malattia, non presenta alcun sintomo dovuto a disfunzioni metaboliche; è però visibile da un punto di vista estetico e fisico a causa delle sue dimensioni.
La carenza di iodio nell’alimentazione costringe la tiroide ad aumentare di volume in modo tale da poter utilizzare ogni atomo di questo elemento presente nell’organismo.
Il gozzo, che si forma in seguito allo sviluppo della ghiandola, causa esteriormente problemi di tipo estetico, mentre all’interno del corpo può provocare disfasia, asma e disturbi alla voce.
Un collo massiccio dà un ‘impressione di pesantezza e di goffaggine e costituisce esattamente il contrario dell’eleganza, che è invece associata al collo slanciato del cigno. Una persona dal collo gonfio, mette in evidenza i temi dell’incamerare e dell’impossessarsi.
Il collo massiccio è indice di mancanza di elasticità mentale che rende l’individuo caparbio, fatto che influisce negativamente sia sulla sua visione del reale sia sul suo orizzonte spirituale.
In alcune regioni del mondo il gozzo era un fenomeno talmente comune da diventare una caratteristica della popolazione locale.
In Lapponia le contadine portavano in modo del tutto naturale «un grazioso nastro copri gozzo».
Come nel pellicano, questa protuberanza del collo, se ben gonfia, era sinonimo di borsa piena e guadagni cospicui.
Le persone colpite erano principalmente agricoltori che vivevano dei prodotti della propria terra, ai quali ben si adattava l’immagine robusta e tipica sottolineata da quella deformità.
Erano persone con la testa sulle spalle, che vivevano strettamente ancorati alle loro tradizioni medievali e che non si preoccupavano affatto di allargare il proprio orizzonte spirituale o addirittura di trasformare il loro modo di vivere.
La loro immobilità, la tendenza alla conservazione e al possesso erano per lo più inconsapevoli e presentate come devozione.
Quanta importanza avessero il concetto di proprietà e i valori tradizionali, risulta dalle loro opere teatrali che si basavano, senza alcuna eccezione, su questi temi: non si parla tanto di figlie quando di dote. Tutto ruota inoltre intorno al principio «è stato sempre così».
A ciò si aggiungeva l’isolamento di quelle regioni, che accresceva la mancanza di intraprendenza e di scambi.
Con l’adozione di sale da cucina ricco di iodio e con l’aggiunta dello stesso elemento chimico nell’acqua potabile, questa forma di gozzo è andata man mano scomparendo, sebbene non si possa dire che il tema che era alla base della malattia sia stato messo definitivamente da parte: ora deve cercare altre strade (per esprimersi).
Certamente grazie ai maggiori contatti con la cultura cittadina iniziati parallelamente all’introduzione delle suddette innovazioni, si è venuto a instaurare un clima di mobilità, ben lontano dalla stasi che ha caratterizzato il lungo periodo di isolamento e di mancanza di scambi:
lentamente, anche le caratteristiche psicologiche di base del passato sono gradualmente scomparse nelle nuove generazioni.
Il gozzo esteriore simboleggia molto chiaramente un’inconfessata brama di potere e di forza. Altri invece nascondono interiormente la loro protuberanza, e in tal modo il loro problema diventa più serio.
Naturalmente la tematica è fondamentalmente la stessa: la differenza è che in questo caso tutto viene proiettato all’interno del corpo e nascosto agli occhi del mondo. Se però l’apparenza esteriore suscita negli altri un’impressione migliore, la realtà nascosta all’interno è ancora più pericolosa.
Il tema dell’avidità viene sospinto più profondamente nell’inconscio e costituisce di conseguenza un problema estremamente grave.
Questo modo inconfessato di tesaurizzare e di arraffare può creare dei problemi di respirazione e quindi di scambio e comunicazione. Inoltre il gozzo che si sviluppa all’interno rende difficile la deglutizione e mostra quanto doloroso e opprimente sia il dover continuare a inghiottire.
Se la compressione si estende alla laringe possono verificarsi alterazioni della voce, che diventa stridula.
I soggetti si ritrovano da un lato con una voce che ricorda quella degli avvoltoi, dall’altro sembrano sul punto di soffocare. Il pericolo di asfissia è reale, ma corrono anche il rischio di soffocare per ingordigia.
Nella parte introduttiva a questo capitolo, il collo è stato indicato come sede della paura. Tale tema viene naturalmente sottolineato dal gozzo, che avanza minacciando di chiudere la gola, poiché il collo è uno dei più importanti posti di blocco del corpo.
Il collo rischia in questo caso di essere definitivamente «chiuso col chiavistello». Lasciarsi crescere il gozzo diventa, in tal modo, anche una possibilità per interrompere per sempre il rapporto tra la testa e il corpo.
Domande
1. Vivo in un ambiente che stimola troppo poco la mia vitalità?
2. Esagero con il tema «possesso»? Evidenzio all’esterno la mia brama di potere?
3. Mi approprio di cose che mi gonfiano, e mi impediscono di partecipare alla mutevolezza dell’esistenza?
4. Qual è il mio rapporto con il tema «peso»? Mi sento importante o mi devo far credere importante?
5. Immagazzino troppo? Si tratta di cose di valore? Di oggetti preziosi? Di cose spiacevoli?
6. Accumulo senza darlo a vedere agli altri (gozzo interno)? Lo faccio per non dover cedere niente o perché mi vergogno?
7. L’accumulare opprime la mia vita?
8. Mi chiudo a chiavistello a livello di collo e tengo la testa separata dal corpo, i miei pensieri separati dai miei sentimenti?
1. Vivo in un ambiente che stimola troppo poco la mia vitalità?
2. Esagero con il tema «possesso»? Evidenzio all’esterno la mia brama di potere?
3. Mi approprio di cose che mi gonfiano, e mi impediscono di partecipare alla mutevolezza dell’esistenza?
4. Qual è il mio rapporto con il tema «peso»? Mi sento importante o mi devo far credere importante?
5. Immagazzino troppo? Si tratta di cose di valore? Di oggetti preziosi? Di cose spiacevoli?
6. Accumulo senza darlo a vedere agli altri (gozzo interno)? Lo faccio per non dover cedere niente o perché mi vergogno?
7. L’accumulare opprime la mia vita?
8. Mi chiudo a chiavistello a livello di collo e tengo la testa separata dal corpo, i miei pensieri separati dai miei sentimenti?
Pesaro Leggi Tutto
Mi sento fortunata di aver conosciuto un anima splendida come Francesco sempre pronto ad accoglierti e aiutarti con tanta professionalità,
da quando lo conosco sto iniziando a cambiare il mio modo di affrontare la vita sempre con i suoi consigli meravigliosi,
grazie anima!!! ⭐💕