La frattura del collo del femore

Domande  1. Il mio coraggio si è già trasformato in superbia?  2. È ancora attuale? A chi devo dimostrare qualcosa?  3. Tendo a ignorare la mia età?  4. Ho ignorato che non solo le mie ossa sono vecchie, ma che sono diventato io stesso un osso vecchio?  5. Compenso la debolezza della mia struttura ossea cercando di irrobustire la mia coscienza? 

La guarigione è sempre legata alla comprensione

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Con questo tema arriviamo a una visione spaventosa della vecchiaia.
Se il collo del femore si rompe, cosa che praticamente si verifica solo in età molto avanzata, si sospetta quasi immediatamente una frattura da affaticamento.

La causa fisiologica dell’affaticamento delle ossa è la loro decalcificazione, che si presenta con l’età e si manifesta nell’osteoporosi, che colpisce tanto gli uomini che le donne.

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La diagnosi «frattura da affaticamento» è veramente esatta e chiara:

vuole dire semplicemente che un osso stanco ha ceduto. Per questo non deve sorprendere che spesso non occorra un urto violento, basta una leggera caduta sul fianco. La caduta racchiude in sé una forte valenza simbolica. Un gran numero di incidenti si verifica infatti proprio per questo motivo, attualizzando il tema mitologico.

«La superbia viene prima della caduta»: suggerisce un proverbio che aiuta a comprendere meglio la situazione. Lucifero, l’angelo prediletto da Dio, aveva dimostrato la superbia prima di essere precipitato nella polarità.

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I primi uomini, Adamo ed Eva, si erano macchiati proprio della stessa colpa: il peccato originale e la perdita definitiva dell’unità paradisiaca ne furono solo una conseguenza.

E anche gli ultimi uomini saranno accusati di aver commesso lo stesso reato. Nell’Antico Testamento, il modello è rappresentato dalla storia della ricostruzione della Torre di Babele che termina, come ogni hybris, in una caduta.

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Nel mondo antico, la hybris, ribellione contro gli dèi, era l’unico vero peccato, e al tempo stesso l’unica possibilità di intraprendere la via dell’evoluzione che termina nel Divino. Questa via implica quasi necessariamente una caduta, come dimostra anche il caso di Prometeo.

Ogni caduta è la somatizzazione di un pezzetto di superbia, che in questo modo viene sottoposto a terapia. Nella caduta che produce la rottura del collo del femore, si spezza un «vecchio osso».

La sua hybris consiste nel fatto che il soggetto ha ignorato la sua età e ha agito come se avesse le stesse energie di un giovane.

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La frattura da affaticamento, che certamente non si sarebbe verificata se a cadere fosse stato un ragazzo, fa i conti con l’età e rimette ognuno al suo posto. Ora non è più possibile camminare e neppure superare i confini naturali.

La malattia ha rimesso le cose in ordine, costringe i pazienti a comportarsi in modo sensato e conforme agli anni, li induce al riposo.

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Questa posizione di distanza dalla vita esteriore va scelta liberamente, poiché l’età richiede che le sue esigenze siano rispettate.

La stanchezza naturale, che ignorata dall’esterno si manifesta in modo sostitutivo nelle ossa, rivendica il suo diritto di riposarsi.

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Se il paziente segue questa indicazione,

ha tutta l’opportunità di fare interiormente ancora grandi passi avanti. La situazione è simile a quella che provoca gli incidenti in ambito sportivo: una sopravvalutazione delle proprie possibilità naturali.

Adesso occorre accettare la propria situazione, smettere di affannarsi e dedicarsi al riposo e alla conoscenza. Bisogna smettere di vivere con ritmi giovanili e indirizzarsi invece al riposo e a una vita adatta all’età avanzata.

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Domande

1. Il mio coraggio si è già trasformato in superbia?
2. È ancora attuale? A chi devo dimostrare qualcosa?
3. Tendo a ignorare la mia età?
4. Ho ignorato che non solo le mie ossa sono vecchie, ma che sono diventato io stesso un osso vecchio?
5. Compenso la debolezza della mia struttura ossea cercando di irrobustire la mia coscienza?
6. Pretendo troppo dal mio corpo per risparmiare la mia anima?
7. In che rapporto sono con i miei limiti naturali?
8. Dove mostro troppo poco rispetto nei loro confronti?
9. Riesco ad alleggerirmi e a gettar via la zavorra per facilitare all’anima il ritorno a casa?

(*) Nel film di Hollywood, Alla ricerca del bambino d’oro, ad esempio, ci troviamo di fronte a questo modello.
(Dott. Rudiger Dhalke)

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Daniela Gianese
Daniela Gianese
Porto Tolle Rovigo
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