Alla luce del progressivo deterioramento dei denti in epoca moderna
Nel capitolo precedente ho esposto diversi pareri autorevoli di medici che denunciano il deterioramento della razza umana (sia sul piano della salute, che delle piccole o grandi malformazioni strutturali, che dell’intelligenza e dell’equilibrio mentale).
Ulteriori prove a sostegno di questa tesi vengono dall’osservazione dello stato di salute dei denti: se nella nostra società occidentale moderna una percentuale altissima di individui soffre di carie dentale o altra forma di decadimento dei denti (il dottor Price circa 70 anni fa forniva già l’allarmante stima dell’80 per cento) gli uomini primitivi praticamente non conoscevano la carie e risultano gli esseri viventi meno soggetti a tale malattia nelle recenti ere geologiche.
Il paleontologo T.F. Dryer nel suo articolo “Dental caries in prehistoric South Africans (“Carie dentali nel Sud africa preistorico”) scrive:
Nemmeno un dente all’interno di una collezione molto grande di denti appartenenti a teschi reperiti nel Matjes River Shelter (Olocene) mostra il benché minimo segno di carie (…) la carie è una malattia relativamente moderna e nessun teschio che mostra tale condizione può essere considerato antico.
Il dottor Earnest A. Hooton, dell’Università di Harvard nel capitolo 7 del suo libro Apes, Men and Morons (“Scimmie, uomini e idioti”) afferma:
Credo fermamente che la salute dell’umanità sia al palo e che, a meno che non vengano intraprese delle azioni per scoprire come prevenire le infezioni dentali e correggere le deformazioni dei denti, il corso dell’evoluzione umana sarà un commino in senso inverso che porterà all’estinzione.
I fatti con cui dobbiamo confrontarci sono, in breve, che i denti e la bocca degli uomini sono diventati, probabilmente sotto l’influenza della civilizzazione, dei focus di infezioni che minano l’intera salute del corpo della nostra specie e che le tendenze degenerative nell’evoluzione si sono manifestate così estesamente nell’uomo moderno che le nostre mascelle sono troppo piccole per i denti che vi dovrebbero alloggiare, e che, come conseguenza,
questi denti spuntano in maniera così irregolare che la loro fondamentale efficienza è spesso distrutta interamente o quasi. (…)
Il dentista dovrebbe prepararsi ad essere l’agente di un intelligente controllo dell’evoluzione umana, per quanto viene determinata dalla dieta. Dovremmo andare dal selvaggio ignorante, considerare la sua maniera di mangiare ed essere saggi.
Smettiamo di pretendere che lo spazzolino e il dentifricio siano in qualche maniera più importanti della spazzola e della pasta che servono a pulire le scarpe. È il cibo da negozio che ci ha dato denti da negozio.
Simile testimonianza viene dal già citato dentista Weston A. Price, il quale nel corso di una serie di viaggi in ogni parte del mondo (Isole Ebridi, Svizzera, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Africa, Perù) ha notato delle differenze ricorrenti tra individui che seguono un’alimentazione tradizionale e individui che sono stati corrotti dai beni di lusso della modernità (pane bianco, prodotti a base di farina bianca e zucchero, cibi in scatola):
il consumo di alimenti naturali e cereali integrali predispone alla salute fisica, mentale e dentale, mentre il passaggio al cibo moderno predispone alla malattia, fisica, mentale e dentale, nonché alle deformazioni delle arcate dentarie, allo sviluppo di problemi ortodontici (denti affollati, denti sporgenti, etc.),
allo sviluppo di volti innaturalmente assottigliati, narici troppo strette che impediscono una regolare respirazione (e costringono a volte a respirare per mezzo della bocca, con tutte le conseguenze negative che ne derivano), per non parlare di difetti scheletrici della struttura scheletrica in generale.
Tali aberrazioni nello scheletro e nelle arcate dentarie in particolari, sono state riscontrate dal dottor Price nella seconda generazione dei popoli che hanno adottato lo stile alimentare dell’uomo bianco, segno che le carenze nutrizionali delle madri sono la vera causa di queste ed altre deformità (ed il pensiero corre anche a tante malattie congenite rare che una volta non si conoscevano).
Notevoli sono le osservazioni del dottor Price sugli abitanti della famosa località di St. Moritz, famosa località turistica, dove agli inizi del ‘900 era diffuso uno stile di vita e di alimentazione moderno (ovvero incline al consumo di cibi a base di farina bianca, zucchero, marmellate e cibi in scatola).
Quando andò a visitare gli alunni della scuola pubblica ecco cosa scrisse sul suo libro contenuta nel suo libro Nutrition and Physical Degeneration:
I denti erano splendenti e puliti, dando eloquente testimonianza dell’accuratezza delle istruzioni ricevute sull’uso dei moderni dentifrici per un’efficiente profilassi orale. Le gengive apparivano migliori ed i denti più belli per il fatto che frammenti di cibo e depositi erano stati rimossi.
Sicuramente questo clima superbo, questo magnifica collocazione della cittadina, combinata con i migliori scoperte della moderna scienza della profilassi, dovrebbe fornire un’immunità del 100 per cento al decadimento dei denti.
Ma, in uno studio dei bambini dagli otto ai quindici anni, il 29,8 per cento dei denti erano già stati attaccati dalle carie dentali (…) Nella maggioranza dei casi la dieta era perfettamente moderna, e gli unici bambini che sono stati trovati senza carie erano bambini che si alimentavano con cibi naturali, pane di segale integrale e molto latte (…)
Al contrario nell’isolata vallata di Loetschental, dove venivano seguite le antiche consuetudini alimentari, lo stato di salute della popolazione era davvero invidiabile: non si riscontravano casi di tubercolosi mentre i casi di carie o di altra forma di decadimento dentale erano davvero rari.
754 Pubblicato su Nature (136:302, 1935); http://adsabs.harvard.edu/abs/1935Natur.136..302D.
755 New York, Putnam, 1937; http://www.amazon.com/Apes-morons-Earnest-Albe…/…/B00085HI20.