Le infezioni da batteri anaerobici
La parodontite possa provocare cambiamenti nell’intero organismo proprio perché i batteri patogeni che causano la malattia parodontale possono penetrare all’interno dei tessuti gengivali, trovando così un accesso diretto al torrente circolatorio sistemico.
Confrontando vari studi basati su case report si ritrovano dati ben precisi circa il fatto che i batteri patogeni parodontali possano essere causa di gravi infezioni sistemiche quali per esempio ascessi cerebrali, infezioni polmonari, infezioni cardiache o di protesi endovascolari o ortopediche.
Quelle citate sono solo alcune delle patologie causate dall’entrata in circolo dei batteri parodontopatogeni responsabili dell’instaurarsi di una malattia localizzata in distretti dell’organismo ben lontani dalla cavità orale.
Osservando ancora più dettagliatamente i dati raccolti in letteratura, emerge la relazione diretta tra malattia parodontale e cambiamenti dei valori infiammatori sistemici (un aspetto poco noto a molti operatori del settore medico e odontoiatrico).
Un interessante studio realizzato dal gruppo di Ioannidou riporta come pazienti con parodontite abbiano valori più elevati di granulociti neutrofili circolanti (particolare classe di globuli bianchi capaci di contrastare virus e batteri) rispetto a pazienti sani.
Sempre dallo stesso lavoro emerge come parametri infiammatori sistemici quali la proteina C – reattiva (una proteina rilevabile nel sangue, prodotta dal fegato e facente parte delle cosiddette “proteine di fase acuta” sintetizzate durante uno stato infiammatorio) siano alterati in soggetti colpiti da malattia parodontale.
Un ulteriore sostegno alla tesi per la quale esiste una relazione tra malattia parodontale e infiammazione sistemica proviene da uno studio volto a esaminare gli effetti sistemici di riduzione dell’infiammazione locale a seguito di terapia parodontale associata a dei wash intestinale:
risulta inequivocabilmente un miglioramento dell’infiammazione sistemica dopo terapia parodontale, avvalorando così il concetto che la parodontite contribuisca in modo causale (insieme a molte altre malattie infiammatorie quali artrite, aterosclerosi o infezioni croniche in altri distretti) al carico infiammatorio sistemico.
Il controllo della parodontite mediante opportuna terapia causale ha comportato un netto miglioramento dei parametri di funzionalità vascolare alterati:
quest’ultimo aspetto è stato indagato già nel 1989 da un gruppo di cardiologi interessati a comprendere i fattori di rischio associati alla metà degli infarti che non sia spiegabile con la presenza di fattori di rischio classici (ipertensione, fumo, ipercolesterolemia, obesità).
La ricerca scientifica ha quindi ricercato ulteriori conferme alle sempre più chiare e palesi relazioni parodontite/malattie sistemiche, così negli anni sono stati realizzati numerosi studi dai quali è emerso che la parodontite può essere associata a un rischio aumentato di:
◗ malattie cardiovascolari ischemiche; ◗ complicanze ostetriche (nascita di bambini prematuri e/o sottopeso); ◗ insufficiente controllo metabolico nel paziente diabetico non insulinodipendente; ◗ malattie polmonari.
Bibliografia: Medicina di Segnale modificato Francesco Ciani
