Diabete e infezioni parodontali

Il diabete favorisce l’insorgenza delle parodontiti non sono ancora del tutto note, fatta eccezione per le classiche complicanze del diabete stesso: retinopatia, neuropatia, ritardata guarigione delle ferite.

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In un elegante studio condotto nel lontano 1950 Cohen8 evidenziò un rapporto tra parodontite e diabete constatando una prevalenza di malattia parodontale nei soggetti diabetici rispetto ai non diabetici.

Molti studi e ricerche sono stati condotti e pubblicati negli ultimi anni, dopo un periodo di torpore assoluto in cui è prevalsa una tendenza a sottostimare l’interazione tra diabete e malattia parodontale; tale collegamento è stato rivalutato anche alla luce di importanti dati riguardanti i costi medici diretti e indiretti del diabete e delle sue complicanze.

In un lavoro del 2003 Lucioni e colleghi riportano che il costo globale per il trattamento del diabete nella popolazione italiana si aggira sui 5 miliardi di euro annui, con una spesa di circa 3000 euro/anno per ogni paziente diabetico.

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Per un paziente diabetico il rischio di ammalarsi di parodontite è stimato da due a tre volte maggiore rispetto a un soggetto non diabetico.

I dati fin qui riportati sono stati sottoposti ad attenta e accurata verifica condotta mediante metanalisi (indagine statistica che integra i risultati di diversi studi clinici) di cui riassumiamo i risultati qui di seguito.

◗ Una metanalisi degli studi pubblicati nel periodo gennaio 1970-ottobre 2003 ha analizzato lo stato parodontale dei soggetti diabetici rispetto a quello dei non diabetici valutando 23 lavori (21 studi osservazionali e 2 trial clinici) comprensivi di 1835 pazienti affetti da diabete mellito (tipo 1 e tipo 2) e 17.410 controlli di età compresa tra i 15 e i 78 anni.

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◗ Uno studio epidemiologico condotto su un campione di oltre 4300 soggetti della popolazione adulta americana ha indicato che nel diabetico poco controllato il rischio di ammalarsi di parodontite è di 2,9 volte superiore rispetto al soggetto sano, mentre nel diabetico ben compensato non sembrerebbe evidente un aumento del rischio.

Questa correlazione è stata confermata in uno studio che ha concluso che il livello di controllo glicemico è il fattore di rischio più significativo associato all’insorgenza e alla severità della parodontite nei soggetti diabetici.

Nonostante le inequivocabili evidenze di correlazione tra diabete e parodontite fin qui emerse, risulta importante porre attenzione al fatto che le modalità attraverso le quali il diabete favorisce l’insorgenza delle parodontiti non sono ancora del tutto note, fatta eccezione per le classiche complicanze del diabete stesso:

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retinopatia, neuropatia, ritardata guarigione delle ferite, ridotta funzionalità dei granulociti neutrofili frequentemente presente nel diabete, alterata risposta infiammatoria alla cui base starebbe l’elevata produzione di citochine nel soggetto diabetico,

modificata omeostasi del collagene associata agli stati iperglicemici, modificate modalità di guarigione delle ferite collegate alle alterazioni microvascolari che caratterizzano le principali problematiche fisiopatologiche del diabetico.

Un interessante ambito di ricerca e di investigazione, nel futuro prossimo, potrebbe essere quello relativo allo studio del tessuto adiposo del soggetto parodontopatico e diabetico poiché già a partire dal 1993 si evidenziò come il tessuto adiposo ottenuto dal topo obeso producesse una molecola proinfiammatoria particolarmente attiva, il TNF-alfa.

Da quel lontano 1993 numerosi studi hanno dimostrato come il tessuto adiposo dei soggetti obesi esprima, oltre al TNF-alfa e altre citochine (tra cui la IL6),

ulteriori principi attivi, denominati adipochine, in grado di promuovere uno stato di insulinoresistenza e di innescare meccanismi infiammatori che possono indurre diabete, malattie cardiovascolari e altre condizioni associate al sovrappeso e all’obesità.

Sulla base di questo rapporto è stato proposto un intrigante modello di correlazione tra obesità, diabete e infezioni  parodontali secondo il quale le citochine proinfiammatorie prodotte dagli adipociti dei soggetti obesi promuoverebbero un elevato livello di insulinoresistenza, cui conseguirebbero un alterato equilibrio glicemico e, infine, uno stato iperinfiammatorio capace di favorire la parodontite.

malattie infettive

Qui nasce l’obbligo educativo di comprendere le cause scatenanti dell’infiammazione, ritornando alla origini del cibo, del movimento, sino al più popolato Microbiota da dove sovente le patologie hanno origine e da dove batteri, virus e commensali migrano per creare colonie dove si manifesterà ogni tipo di patologia, cronica o pro infiammatoria. 

Perciò oltre ad un recupero, o  ripristino del sistema immunitario la volontà di comprendere e cambiare paradigma è assolutamente essenziale, perché la malattia si occasione di comprensione non solo organica, bensì tissutale, esperienziale, alimentare dove la persona ritorni titolare di Sè e della propria Salute. 

Elisa D'Egidio
Elisa D'Egidio
Fano PU
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Francesco è una di quelle persone i cui consigli ed insegnamenti ti rimangono impressi nella mente ed in tutto il corpo, anche a distanza di tempo. Mi ha insegnato ad ascoltarmi, capirmi, prendermi cura di me ed amarmi più di qualsiasi altra cosa. Questo credo che sia il segreto per far entrare nel nostro mondo persone poi in grado di amarci ed apprezzarci allo stesso modo se non più di quanto amiamo noi stessi. È un processo lungo e faticoso all'inizio, bisogna armarsi di pazienza e coraggio, ma una volta ingranata la marcia la strada è solo in salita. Grazie di tutto. A presto 🧡

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