La guarigione è integrazione
Malattia espressione dell’AnimA
Si tratta di un tipo di depressione toracica contrapposta alla dilatazione di cui abbiamo descritto nel post precedente. Mentre i soggetti dotati di un torace a botte a dispetto delle dimensioni muoiono di fame, questi vivono in ristrettezze.
Se chi è gonfio di boria per il proprio io si lamenta del mondo e non di rado si lascia andare in rovina, anche chi ha il torace sottosviluppato e deforme vive qualcosa del genere.
Lungi dall’affrontare la vita di petto, queste persone finiscono per sentirsi deboli, per l’appunto nella zona del petto, e svuotati.
Questa condizione esistenziale può essere facilmente individuata anche attraverso il loro modo di respirare: emettono tutta l’aria dai polmoni e per un lungo periodo non inspirano.
Alla sensazione oppressiva di vuoto si aggiunge ben presto un qualcosa di penoso e di disperato, che porta ai soggetti limitazione e paura. Sentono continuamente angoscia e panico entrare loro nelle ossa, hanno la sensazione di dover calmare il loro torace con le ultime forze rimaste.
Nel caso in cui la profondità della loro respirazione diminuisca e il ritmo cardiaco diventi debole, si sentono dimenticati dalla vita e non si curano di inspirare una quantità sufficiente di aria fresca, necessaria al proprio sangue.
Per questo non sorprende il fatto che abbiano sempre la dolorosa sensazione di non ricevere abbastanza e che aspettino continuamente un aiuto dall’esterno.
La loro sensazione psicologica di base è di inferiorità e di limitatezza; si può arrivare fino alla depressione.
Ristrettezza e paura sono le caratteristiche dominanti della loro vita.
Possono sentirsi vuoti, inutili e abbandonati, e non si sorprendono mai se ricevono nuovi colpi. Stanchi di questa esistenza, hanno dimenticato che quello che fanno entrare nel loro petto ristretto ha ben poco a che fare con la vita.
Il torace, che in realtà vuole traboccare di emozioni e sentimenti, è in loro troppo piccolo, vuoto e chiuso. In cambio però possono avere in testa pensieri e fantasie altisonanti.
Chi è dotato di un petto potente, ha un torace troppo grande, strapieno e altrettanto chiuso.
Entrambi si sono barricati contro la vita, pur se su poli diversi. I rigonfi costruiscono fortezze, chi invece ha bisogno di proteggere il proprio torace incassato, si maschera contro la vita.
Così, pur sperimentando situazioni contrastanti, entrambi sono uniti in un punto decisivo: vittime di un complesso di inferiorità, non sono né aperti né permeabili all’energia vitale.
Malattie del torace & Frattura delle costole
La frattura delle costole, specialmente quella multipla, apre un pertugio nella rocca del torace. È necessaria una forza notevole e una situazione particolarmente chiusa e vincolante perché una struttura tanto elastica come quella della gabbia toracica venga intaccata.
In condizioni normali, l’uomo dovrebbe essere in grado di evitarla, o in ogni caso l’elasticità dell’articolazione cartilaginea delle costole dovrebbe essere in grado di parare ogni urto.
La forza che determina la frattura di una costola deve perciò essere immensa, la vittima deve essere colta di sorpresa, schiacciata, e comunque deve trovarsi nell’impossibilità di uscire da sola da una situazione di estrema chiusura.
La descrizione della situazione corporea indica anche la situazione psicologica che rende necessaria la frattura delle costole per spezzare una situazione irrigidita e soffocante.
In ultima analisi, è il tentativo di aprire una grande breccia in una fortezza e di ottenere con la forza la libertà negata.
Bisognerebbe realizzare a livello psico-spirituale quel varco creato a forza nel corpo e soprattutto la mobilità così compromessa. La profilassi da seguire allo scopo di evitare ulteriori danni, consiste nel volontario utilizzo delle molte possibilità di movimento a disposizione.
La flessibilità è il tema e il compito, da realizzare soprattutto in senso metaforico.
È necessario che il nuovo faccia irruzione, è necessario aprirsi anche ai colpi estremi e portare nel mondo dei sentimenti e della comunicazione quella mobilità capace di alleggerire fisicamente il torace.
Domande
1. Cosa, oltre alla forza, può rompere la cassaforte del mio petto?
2. Quali settori del mio universo sentimentale sono così imprigionati che la loro unica possibilità consiste in una liberazione violenta?
3. Dove mi sono tanto ristretto che non riesco più ad uscire e mi trovo alla mercé di forze esterne?
4. In che misura ho trascurato Io scambio?
5. Mi fido a lasciar entrare di nuovo i temi dell’apertura e della flessibilità nella mia vita?