Le manifestazioni delle cause di malessere o malattia…
Si tratta dell’indecisione, del dubbio e della paura!
Il sesto senso non potrà mai funzionare fino a quando questi tre fattori negativi, o soltanto uno di essi, rimangono nella tua mente. I membri di questo empio trio sono strettamente collegati; dove si trova uno, gli altri due sono a portata di mano.

L’indecisione è il germe della paura! Ricordati di questo, mentre leggi. L’indecisione si cristallizza in dubbio, poi questi due fattori si fondono e diventano paura! Il processo di “fusione” spesso è lento. Questo è uno dei motivi per cui questi tre nemici sono così pericolosi.
Essi germinano e crescono senza che la loro presenza venga colta.

Lo scopo di questo capitolo è di accendere i riflettori dell’attenzione sulla causa e la cura delle sei paure di base. Prima di poter dominare un nemico, dobbiamo conoscere il suo nome, le sue abitudini e il suo luogo di residenza.
Mentre leggi il capitolo, analizza con attenzione te stesso, e determina se qualcuna di queste sei paure comuni è impiantata in te.

Non lasciarti ingannare dalle abitudini di questi nemici sottili. A volte rimangono nascosti nella mente subconscia, dove sono difficili da individuare, e ancor più difficili da eliminare.
. Paura della povertà
. Paura della critica: “Alla radice delle principali ansie”
. Paura delle malattie
. Paura di perdere l’amore di una persona
. Paura della vecchiaia
. Paura della morte
La paura della povertà

Non ci può essere alcun compromesso tra povertà e ricchezza! Le due strade che portano alla povertà e alla ricchezza viaggiano in direzioni opposte. Se si desidera la ricchezza, è necessario rifiutare di accettare qualsiasi circostanza che porti alla povertà. (La parola “ricchezza” è qui usata nel suo senso più ampio, il che significa finanziaria, spirituale, mentale e materiale).

Il punto di partenza del sentiero che conduce alla ricchezza è il desiderio. Nel primo capitolo, hai ricevuto istruzioni complete per l’uso corretto del desiderio. In questo capitolo sulla paura avrai istruzioni complete per preparare la tua mente a fare un uso pratico del desiderio.

Questo è il posto giusto per lanciarti una sfida che sicuramente determinerà quanto di questa filosofia tu abbia assorbito. Sei giunto al punto in cui ti è possibile diventare profeta e predire, con precisione, ciò che il futuro ha in serbo per te. Se, dopo aver letto questo capitolo, sarai disposto ad accettare la povertà, tanto vale che ti prepari ad accoglierla.

Si tratta di una decisione che spetta solo a te e che non puoi evitare. Se desideri invece la ricchezza, determina in quale forma la vuoi e quanta ne servirà per soddisfarti. Ora conosci la strada che porta alla ricchezza.
Hai ricevuto una mappa che, se la seguirai, ti condurrà e ti manterrà su quella strada. Se non inizi il viaggio, o se ti fermi prima di arrivare, non potrai biasimare nessun altro che te stesso.

Questa responsabilità è tua. Nessun alibi ti salverà dall’accettare la responsabilità se ora ometti o rifiuti di domandare la ricchezza per la tua vita, perché il farlo richiede solo una cosa – che, per inciso, è l’unica cosa che puoi controllare – e questa cosa è uno stato mentale. Uno stato mentale è qualcosa che si acquisisce.
Non può essere comprato, deve essere creato.

La paura della povertà è uno stato della mente, nient’altro! Ma è sufficiente a distruggere le probabilità di successo in qualsiasi impresa – una verità questa che è diventata dolorosamente evidente durante la Grande Depressione.
Questa paura paralizza la facoltà della ragione, distrugge la facoltà dell’immaginazione, uccide la fiducia in se stessi, mina l’entusiasmo, scoraggia l’iniziativa, causa l’incertezza nello scopo, incoraggia la procrastinazione, spazza via l’entusiasmo e rende impossibile l’autocontrollo.

Toglie fascino alla personalità, distrugge la possibilità di pensare in modo accurato, distoglie la concentrazione dallo sforzo, indebolisce la tenacia, trasforma la forza di volontà in nulla, distrugge l’ambizione, offusca la memoria, favorisce il fallimento in ogni forma immaginabile, uccide l’amore e le emozioni più sottili del cuore, scoraggia l’amicizia e favorisce il disastro in centinaia di forme, conduce all’insonnia, alla miseria e all’infelicità – e tutto questo nonostante l’ovvia verità che viviamo in un mondo di sovrabbondanza di tutto ciò che il cuore può desiderare, con niente che si frappone tra noi e i nostri desideri eccetto la mancanza di uno scopo definito.

La paura della povertà è, senza dubbio, la più distruttiva delle sei paure di base. È stata messa in cima alla lista perché è la più difficile da governare. È necessario un notevole coraggio per riconoscere l’origine di questa paura, ed è necessario ancora più coraggio per accettarla.
La paura della povertà cresce a causa della tendenza ereditaria dell’uomo a depredare il suo simile economicamente. Quasi tutti gli animali inferiori all’uomo sono spinti dall’istinto, ma la loro capacità di “pensare” è limitata, perciò si depredano l’un l’altro.

L’uomo, con il suo senso superiore di intuizione, con la sua capacità di pensare e di ragionare, non divora il suo prossimo letteralmente, ottiene più soddisfazione nel “divorarlo” finanziariamente.
L’uomo è così avido che ogni legge al mondo è stata creata per salvaguardarlo dal suo prossimo. Di tutte le epoche del mondo, di cui non sappiamo nulla, quella in cui viviamo sembra distinguersi per l’eccezionale follia dell’uomo in merito al denaro.

Un uomo è considerato oggi meno della polvere della terra a meno che non sia in grado di mostrare un grasso conto bancario; e se ha i soldi – non importa come li ha guadagnati – è un “re” o un “pezzo grosso”, è al di sopra della legge, governa in politica, domina nel mondo degli affari, e tutto il mondo intorno a lui s’inchina quando passa.
Niente porta all’uomo così tanta sofferenza e umiliazione come la povertà! Solo chi ha sperimentato la povertà comprende il pieno significato di questa affermazione.

Non c’è da meravigliarsi che l’uomo tema la povertà. Attraverso una lunga serie di esperienze ereditarie l’uomo ha imparato, per certo, che di alcune persone non ci si può fidare quando sono in gioco questioni di denaro e beni terreni. È una considerazione piuttosto sconfortante, ma la cosa peggiore è che è vera.
Molti matrimoni sono motivati dalla ricchezza posseduta da una o da entrambe le parti contraenti. Non c’è da meravigliarsi che i tribunali di divorzio siano così affollati. L’uomo è così avido di ricchezza che è pronto a possederla in qualsiasi modo, se possibile attraverso metodi legali, se necessario o opportuno attraverso altri metodi.

L’autoanalisi può rivelarci le debolezze che non ci piace riconoscere. Questa forma di esame è essenziale per chi chiede alla Vita più della mediocrità e della povertà. Ricorda, mentre analizzi te stesso, che tu sei il giudice e la giuria, il pubblico ministero e l’avvocato difensore, l’accusatore e l’accusato, e che sei sotto processo.
Affronta i fatti coraggiosamente. Poniti domande precise e pretendi risposte dirette.

Quando l’auto-esame sarà finito, conoscerai di più su te stesso. Se non ritieni di poter essere un giudice imparziale in questo auto-esame, invita qualcuno che ti conosce bene a fare da giudice, mentre ti analizzi. Stai cercando la verità. Trovala a qualsiasi costo, anche se ti può mettere temporaneamente in imbarazzo!
La maggior parte delle persone, se viene chiesto loro di cosa hanno più paura, risponderanno:

“Non ho paura di niente”. La risposta è inesatta, perché poche persone si rendono conto di essere limitate, svantaggiate, paralizzate spiritualmente e fisicamente da una qualche forma di paura. Così sottile e profondamente impiantata in noi è l’emozione della paura che si può trascorrere tutta la vita gravati da essa senza neppure riconoscerne la presenza.
Solo un’analisi coraggiosa ti svelerà la presenza di questo nemico universale. Quando inizi una tale analisi, scandaglia in profondità il tuo carattere. Ecco un elenco di sintomi a cui dovresti prestare attenzione:

Indifferenza. Comunemente si esprime nella mancanza di ambizione, nella disponibilità a tollerare la povertà, nell’accettazione di tutto quello che la vita può offrire senza protestare, nella pigrizia mentale e fisica, nella mancanza di iniziativa, fantasia, entusiasmo e autocontrollo.
Indecisione. L’abitudine di permettere agli altri di pensare e decidere per noi. Restare “alla finestra”.

Dubbio. Generalmente si esprime attraverso alibi e scuse destinate a coprire, spiegare o scusarsi per i propri errori; a volte si esprime in forma di invidia o critica verso coloro che hanno successo.
Preoccupazione. Di solito si esprime nel rinfacciare le cose agli altri, nella tendenza a spendere oltre le proprie entrate, nel trascurare l’aspetto personale, nell’avere un’espressione torva e accigliata, nell’intemperanza nell’uso di bevande alcoliche, a volte anche nell’uso di sostanze stupefacenti, nel nervosismo, nella mancanza di equilibrio, di autocontrollo e fiducia in se stessi.

Eccessiva cautela. L’abitudine di cercare il lato negativo di ogni circostanza, di pensare e parlare del possibile fallimento invece di concentrarsi sui mezzi di successo. Si conoscono tutte le strade che portano al disastro, ma non si cerca mai di fare piani per evitare il fallimento.

Si aspetta “il momento giusto” per iniziare a mettere idee e progetti in azione, fino a quando l’attesa diventa un’abitudine permanente. Ci si ricorda di coloro che hanno fallito, e ci si dimentica di coloro che hanno avuto successo. Si vede sempre il bicchiere mezzo vuoto o la ciambella senza buco. È il pessimismo, che porta alla digestione difficile, alla stitichezza, all’intossicazione, all’alito cattivo e al cattivo carattere.
Procrastinazione. L’abitudine di rimandare a domani quello che si sarebbe dovuto fare l’anno scorso. Si perde tempo a creare alibi e scuse per non aver fatto il lavoro. Questo sintomo è strettamente legato a un eccesso di prudenza, dubbio e preoccupazione. Si rifiuta di accettare la responsabilità ogni volta che è possibile.

Si è sempre disponibili al compromesso, piuttosto che affrontare le situazioni a muso duro. Si scende a compromessi con le difficoltà invece di sfruttarle e utilizzarle come trampolini di lancio per avanzare. Si contratta con la vita per un centesimo, invece di impegnarsi per la prosperità, l’opulenza, la ricchezza, la soddisfazione e la felicità.
Si pianifica cosa fare solo dopo aver fallito, invece di tagliare tutti i ponti alle spalle e rendere impossibile la ritirata. Si esprime scarsa o nessuna fiducia in sé stessi, chiarezza di intenti, autocontrollo, iniziativa, entusiasmo, ambizione, oculatezza e capacità di ragionamento appropriato.
Ci si aspetta la povertà invece di pretendere la ricchezza. Ci si associa con coloro che accettano la povertà invece di cercare la compagnia di coloro che chiedono e ricevono ricchezza.
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