Effetti Collaterali Statine

Uno dei più recenti ha trovato che donne con colesterolo basso hanno il doppio di possibilità di soffrire di ansia e depressione.

Ipercolesterolemia

Il problema salute numero uno del XX secolo.

Di fatto è una malattia inventata, un “problema” che è comparso quando la medicina ha imparato a misurare i livelli di colesterolo del sangue. Alti livelli di colesterolo non provocano nel corpo altri sintomi – contrariamente a quello che succede in altre condizioni, come il diabete o l’anemia, che manifestano segni rivelatori come sete o debolezza

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— l’ipercolesterolemia necessita dell’intervento di un medico per essere scoperta. Molta gente che si sente perfettamente in salute ha un colesterolo alto — infatti, sentirsi bene è esattamente un sintomo del colesterolo alto!

I medici che curano questa nuova malattia devono prima di tutto convincere i loro pazienti che sono malati e che necessitano di una costosa medicina per il resto della loro vita, un farmaco che necessita regolari visite ed esami del sangue.

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Ma questi medici non lavorano da soli 

il loro sforzo di convertire persone sane in pazienti è sostenuto a pieno peso del governo americano, dai media e da tutto l’ambiente medico, che hanno lavorato in concerto per diffondere il dogma del colesterolo e convincere la popolazione che alti livelli di colesterolo sono l’anticamera delle patologie cardiache e probabilmente anche di altre malattie.

Chi soffre di ipercolesterolemia?

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Leggendo attentamente la letteratura medica di 25-30 anni fa, trovate la seguente risposta: tutti gli uomini di mezza età il cui colesterolo è oltre i 240 con altri fattori di rischio, come fumare o il sovrappeso.

Dopo la “Cholesterol Consensus Sonference” del 1984 i parametri cambiarono: tutti (maschi e femmine) con il colesterolo sopra i 200 possono ricevere la temuta diagnosi e la prescrizione dei relativi farmaci. Recentemente, quel valore è ulteriormente sceso a 180.

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Se avete avuto un infarto, dovete assumere i farmaci per abbassare il colesterolo anche se il vostro colesterolo è già basso — dopo tutto, avete commesso il peccato di avere avuto un infarto, pertanto il vostro colesterolo deve essere troppo alto.

La penitenza è una cura con farmaci anticolesterolo per tutta la vita, assieme ad una dieta povera di grassi. (….).

I farmaci che vengono usati per curare la nuova malattia si chiamano statine — vendute con vari nomi commerciali, come LIPITOR (atorvastatina), ZACOR (simvastatina), MEVACOR (lovastatina) e PRAVACOL (pravastatina).

Come funzionano le statine

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Il processo inizia con l’acetyl-CoA, una molecola con due atomi di carbonio a volte definita come “il mattone della vita”. Tre molecole di acetyl-Coa si combinano per formare una molecola a sei atomi di carbonio, l’acido idrossimetilglutarico (HMG). Il passaggio da HMG a mevalonato richiede un enzima, l’HMG-CoA riduttasi.

Le statine funzionano inibendo questo enzima

— quindi il loro nome dovrebbe essere più precisamente “inibitori dell’HMG-CoA reduttasi”. E’ proprio da questo che potenzialmente nascono gli effetti indesiderati, perché le statine inibiscono non solo la produzione del colesterolo, ma tutta una classe di sostanze intermedie, molte delle quali, se non tutte, hanno importanti funzioni biochimiche.

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Considerate le scoperte dei pediatri dell’Università della California (San Diego) che hanno pubblicato la descrizione di un bambino che ha un difetto della mevalonico-chinasi, l’enzima che interviene nella successiva tappa dopo l’HMG-CoA reduttasi (1).

Il bambino era mentalmente ritardato, microencefalico (con la testa molto piccola), più basso rispetto alla sua età, profondamente anemico, acidotico e febbricitante. Aveva anche le cataratte. Come previsto, il suo colesterolo era notevolmente basso: 70-79mg/dl.

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Morì all’età di 24 mesi. Questo bambino rappresenta un esempio estremo della inibizione della produzione del colesterolo, ma getta luce sulle possibili conseguenze dell’assunzione delle statine in alte dosi o per periodi prolungati: riduzione delle capacità mentali, anemia, acidosi, febbri frequenti e cataratta.

Il colesterolo è uno dei tre prodotti finali della catena del mevalonato.

Gli altri due sono l’ubichinone e il dilocolo. L’ubichinone o CoEnzima Q10 è un nutriente importantissimo sintetizzato nei mitocondri. Interviene nella produzione dell’ATP nelle cellule e funziona come un trasportatore di elettroni verso la citocromo ossidasi, il nostro principale enzima respiratorio. Il cuore ha bisogno di alti livelli di Co-Q10.

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Una forma di Co-Q10, l’ubichinone, si trova in tutte le membrane cellulari dove ha il compito di mantenere l’integrità cellulare, così importante per la conduzione nervosa e l’integrità muscolare. Il Co-Q10 è anche vitale per la formazione della elastina e del collagene.

Uno degli effetti della carenza di Co-Q10 e la perdita del tessuto muscolare che porta a debolezza, grave lombalgia, insufficienza cardiaca (il cuore è un muscolo!), neuropatia e infiammazione dei tendini e legamenti, che è spesso causa di rotture.

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Certo, le statine inibiscono la produzione di colesterolo e lo fanno molto bene.

Nessun errore del nostro sistema medico è così evidente come la totale accettazione che la riduzione del colesterolo è un metodo per prevenire malattie.

Ogni singola cellula del nostro organismo contiene colesterolo, perché il colesterolo è la sostanza che impermeabilizza le nostre cellule. Senza colesterolo, non potremmo avere un diverso ambiente biochimico tra l’interno e l’esterno della cellula.

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Quando i livelli di colesterolo non sono adeguati, la membrana cellulare diventa porosa e incontinente, situazione che il corpo interpreta come una emergenza, rilasciando un’ondata di ormoni corticoidi che agiscono sequestrando il colesterolo da una parte del corpo e trasportandolo dove manca.

Nel corpo, il colesterolo è una sostanza “riparatrice”:

il tessuto cicatriziale contiene alti livelli di colesterolo, incluso il tessuto cicatriziale delle arterie. Il colesterolo è il precursore della vitamina D, coinvolta in numerosi processi biochimici incluso il metabolismo delle ossa. I sali biliari, necessari per la digestione dei grassi, sono costituiti di colesterolo.

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Quelli che soffrono di bassi valori di colesterolo hanno spesso problemi nel digerire i grassi. Il colesterolo, inoltre, funziona come un potente antiossidante e ci protegge dal cancro e dall’invecchiamento.

Il colesterolo è vitale per il buon funzionamento del sistema nervoso.

Gioca un ruolo chiave nella formazione della memoria e nell’assorbimento degli ormoni, inclusa la serotonina, la sostanza del “benessere” cerebrale. Quando i livelli di colesterolo si abbassano troppo, i recettori della serotonina non possono funzionare. Il colesterolo è la principale sostanza organica del cervello: oltre la metà del peso secco della corteccia cerebrale è formata da colesterolo.

Infine, il colesterolo è il precursore di tutti gli ormoni prodotti nella corteccia surrenale, incluso i glucocorticoidi, che regolano gli zuccheri del sangue, e i mineralcorticoidi, che regolano l’equilibrio minerale.

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I corticoidi sono gli ormoni surrenali formati dal colesterolo, che il corpo utilizza in risposta a vari tipi di stress: promuovono la guarigione e modulano la tendenza all’infiammazione.

La corteccia surrenalica, inoltre, produce gli ormoni sessuali, incluso il testosterone, l’estrogeno e il progesterone, sempre a partire dal colesterolo.

Pertanto, un livello basso di colesterolo, provocato da un problema congenito o indotto da farmaci, può disturbare la produzione degli ormoni surrenalici e portare a disturbi legati agli zuccheri del sangue, all’edema, alle carenze minerali, alle infiammazioni croniche, alla difficoltà a guarire, alle allergie, all’asma, alla ridotta libido, all’infertilità e a vari disturbi della riproduzione.

Arrivano le statine

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Le statine sono entrate nel mercato del farmaco con grandi promesse.

Hanno rimpiazzato una classe di farmaci che abbassava il colesterolo riducendone l’assorbimento a livello intestinale.

I farmaci appartenenti a questa classe provocavano effetti collaterali immediati, tra cui nausea, cattiva digestione e stitichezza e, nel tipico paziente, abbassavano il colesterolo solo di poco. La compliance (l’adeguamento del paziente alla cura) era bassa: i benefici non valevano gli effetti collaterali. Il loro utilizzo fu limitato.

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Al contrario, le statine non provocavano effetti collaterali immediati: non causavano nausea o cattiva digestione ed erano notevolmente efficaci, riuscendo ad abbassare il colesterolo di 50 punti o più.

Durante gli ultimi 50 anni, l’industria farmaceutica ha promosso una incredibile campagna propagandistica, ingaggiando scienziati, agenzie pubblicitarie, media e medici, portando velocemente le statine ad essere una delle classi di farmaci più vendute.

Sedici milioni di americani oggi assumono Lipitor, la più popolare tra le statine, e i rappresentanti della casa farmaceutica affermano che almeno 36 milioni di americani sono candidati a questa terapia.

Quello che ostacola le case farmaceutiche sono i casi di effetti collaterali sempre più numerosi che si manifestano soprattutto dopo molti mesi di terapia; il numero di novembre del 2003 della rivista “Smart Money” riferisce di uno studio (apparentemente non pubblicato) condotto nel 1999 presso il St. Thomas Hospital di Londra, in cui si afferma che il Lipitor provoca effetti collaterali tra il 36% dei pazienti che lo hanno assunto a dosaggi pieni e tra il 10% dei pazienti che lo hanno assunto a dosaggi bassi (2).

Dolori muscolari e debolezza

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I più comuni effetti collaterale delle statine sono il dolore muscolare e la debolezza, una condizione chiamata rabdomiolisi, verosimilmente dovuta alla perdita di Coenzima Q10.

La dottoressa Beatrice Golomb di S. Diego, in California, sta attualmente conducendo una serie di studi sugli effetti collaterali delle statine. Le compagnie farmaceutiche insistono nel dire che solo il 2-3% dei pazienti presenta dolori muscolari e crampi, riferendosi ad un solo studio.

La Golomb ha invece scoperto che il 98% dei pazienti che assumono Lipitor e un terzo dei pazienti che assume Mevacor soffrono di dolori muscolari (3). Nella sezione di forum.ditonline.com, dedicato al Lipitor, vi sono oltre 800 messaggi che riguardano i numerosi gravi effetti collaterali di questo farmaco. In un altro sito, www.rxlist.com, vi sono oltre 2.600 messaggi a riguardo.

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Il test rivelatore della rabdomiolisi è un dosaggio molto alto della creatinina chinasi (CK). Ma molti pazienti accusano dolori e affaticamento anche con valori normali (4).

Il signor Doug Peterson, di Tahoe City, manifestò problemi alla parola, all’equilibrio e profonda stanchezza dopo tre anni di terapia con Lipitor. Per circa due anni e mezzo, non aveva manifestato nessun disturbo (5).

Tutto iniziò con un quadro di insonnia, in cui si manifestavano spasmi e movimenti inconsulti delle braccia. Seguì la perdita di equilibrio e l’inizio di quello che egli chiama “la strascicata della statina”, una lenta e barcollante camminata. Successivamente, furono compromessi i movimenti fini.

Gli ci volevano cinque minuti per scrivere quattro parole, praticamente illeggibili.

Anche le funzioni cognitive presto calarono. È stato difficile convincere il proprio medico che il Lipitor poteva essere la causa, ma dopo averlo interrotto il coordinamento motorio e la memoria migliorarono.

Il signor John Altrocchi assunse Mevacor per tre anni senza effetti collaterali, poi sviluppò un dolore al polpaccio così forte da impedirgli di camminare. Inoltre, accusò anche degli episodi di perdita temporanea di memoria.

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In alcuni casi, tuttavia, i dolori muscolari possono comparire anche all’inizio della terapia. Il signor Ed Ontiveros iniziò ad avere problemi muscolari entro 30 giorni dall’assunzione di Lipitor. Cadde nel bagno e fece poi molta fatica a rialzarsi. La stanchezza scomparve quando smise di assumere il farmaco.

In un altro caso, citato dalla rivista medica Heart, in un paziente comparve la rabdomiolisi dopo una singola dose di statina (6). Il dolore al calcagno dovuto a fascite plantare è un altro frequente disturbo tra le persone che assumono questi farmaci.

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Una donna accusò un dolore ai piedi subito dopo l’assunzione di una statina.

Ne parlò con il proprio prete, pregandolo di pregare per lei. Ma il prete le chiese se stesse assumendo il Lipitor. La donna rispose in modo affermativo e allora il prete le disse che era capitata la stessa cosa anche a lui, assumendo il farmaco (7).

Persone attive sono più soggette a sviluppare problemi legati all’assunzione delle statine, rispetto alle persone sedentarie. In uno studio condotto in Austria, solo 6 dei 22 atleti con ipercolesterolemia familiare furono in grado di seguire il trattamento con le statine (8). Gli altri dovettero smettere a causa dei dolori muscolari.

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Tra altro, vi sono altre altri farmaci che abbassano il colesterolo oltre alle statine che causano dolori articolari e debolezza muscolare.

Nel “Southern Medical Journal” viene riportato un caso di un uomo che accusava dolori muscolari, durante l’assunzione di “riso cinese rosso”, una preparazione fitoterapica che abbassa il colesterolo (9).

Le persone che soffrono di neuropatia, fibromialgia, problemi di coordinamento motorio e stanchezza dovrebbero indagare anche se il loro colesterolo è troppo basso e se hanno una carenza di Coenzima Q10, tra le possibili cause.

Neuropatia

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Polineuropatia, anche conosciuta come neuropatia periferica, è caratterizzata da debolezza, formicolio e dolori alle mani e ai piedi e da difficoltà a camminare.

I ricercatori hanno studiato 500.000 cittadini danesi, circa il 9% della popolazione di quel Paese, e hanno scoperto che le persone che assumevano le statine più facilmente sviluppavano una polineuropatia (10). L’assunzione di statine per un anno portava aumentava il rischio di danno nervoso del 15%, circa un caso ogni 2.200 pazienti.

In coloro che assumevano le statine per 2 o più anni, il rischio saliva al 25%.

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Secondo le ricerche della dottoressa Golomb, i disturbi al sistema nervoso sono effetti collaterali comuni durante l’uso delle statine.

Pazienti che fanno uso di statine per due o più anni hanno da 4 a 14 volte più probabilità di sviluppare la polineuropatia idiopatica rispetto a chi non ne fa uso (11).

La dottoressa afferma che in molti casi i pazienti si sono lamentati con il proprio medico di questi disturbi neurologici, ricevendo rassicurazioni che i disturbi non erano legati all’assunzione del farmaco. Il danno neurologico è spesso irreversibile.

Nelle persone che assumono dosaggi alti per lunghi periodi i danni ai nervi possono essere irreversibili e rimanere anche dopo la sospensione dei farmaci. (…..).

Insufficienza cardiaca

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Negli Stati Uniti siamo nel bel mezzo di una epidemia di casi di insufficienza cardiaca. Mentre l’incidenza degli infarti si è leggermente ridotta, un aumento dei casi di insufficienza cardiaca ne ha annullato i benefici.

Le morti per insufficienza cardiaca sono quasi raddoppiate dal 1989 al 1997 (13). Le statine sono state approvate nel 1987. L’interferenza con la produzione del Coenzima Q10 da parte delle statine è la spiegazione più verosimile. Il cuore è un muscolo è non può lavorare se si impoverisce di questo enzima.

Il cardiologo Peter Langsjoen ha studiato 20 pazienti con funzionalità cardiaca completamente normale. Dopo sei mesi di assunzione di 20 mg di Lipitor al giorno, due terzi dei pazienti presentavano anormalità nella fase di riempimento del cuore.

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Secondo Langsjoen, questo malfunzionamento è causato dalla carenza di Q10. Senza questo enzima i mitocondri sono impediti nel produrre energia e le conseguenze sono la stanchezza e i dolori muscolari. Il cuore è molto sensibile ai disturbi del rifornimento energetico (14).

La carenza di Coenzima Q10 diventerà progressivamente un problema, man mano che le compagnie farmaceutiche incoraggeranno i medici ad abbassare sempre di più i livelli di colesterolo dei propri pazienti.

Quindici studi condotti su sei specie diverse di animali hanno dimostrato che le statine provocano deplezione del Co-Q10, causando la riduzione nella sintesi dell’ATP, danni al cuore, ai muscoli e una maggiore mortalità.

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Dei nove studi che hanno indagato l’effetto delle statine sulla deplezione di Co-Q10 sull’uomo, otto hanno dimostrato una riduzione del Q10 che ha portato ad una minore efficienza funzionale del ventricolo di sinistra e altri squilibri biochimici (15). Tuttavia, nella pratica, tutti i pazienti con insufficienza cardiaca vengono trattati con le statine, anche se i loro livelli di colesterolo sono normali.

Molto interessante è un recente studio che mostra che pazienti con insufficienza cardiaca cronica traggono beneficio da alti livelli di colesterolo, piuttosto che da bassi livelli.

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Ricercatori di Hull, in Inghilterra, hanno seguito 114 pazienti con insufficienza cardiaca per almeno 12 mesi (16). La sopravvivenza fu del 78% al 12° mese e il 56% al 36°. Gli studiosi scoprirono che per ogni punto di riduzione del colesterolo del sangue, c’era un aumento del 36% del rischio di morte entro 3 anni.

Vertigini

Le vertigini sono comunemente associate all’uso delle statine, probabilmente per via della riduzione della pressione sanguigna che queste causano. Una donna ha accusato le vertigini dopo un’ora dall’assunzione del Pravacol (17).

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Quando interruppe l’assunzione, le vertigini scomparvero. L’effetto ipotensivo è stato segnalato per diverse statine in diversi studi. Secondo la Golumb, che afferma che le vertigini sono un effetto comune delle statine, le persone anziane possono risentire di più di questi abbassamenti pressori (18).

Disturbi cognitivi

Nel numero di novembre del 2003 di Smart Money (19) si legge del caso del signor Mike Hope, ex proprietario di una ditta ben avviata di forniture oftalmologiche: “C’è un imbarazzante silenzio quando si chiede a Mike la sua età. Poi farfuglia o scherza sul fatto che non riesce più a contare oltre il 21. Semplicemente non ricorda.

Passano dieci secondi. Poi venti. Alla fine arriva una risposta: ‘ho 56 anni’ dice. Ma non è sicuro. ‘Compio 56 anni quest’anno’ Più tardi chiedendogli del libro che sta leggendo, inciampa in un altro ostacolo. Non ricorda il titolo, l’autore né l’argomento”.

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L’uso delle statine dal 1998 gli ha causato problemi alla memoria e alla parola. Fu costretto a chiudere la sua attività e andare in pensione 10 anni in anticipo. Le cose migliorarono quando smise di assumere Lipitor nel 2002, ma è lontano da essersi ripreso completamente. Non riesce ancora a sostenere una conversazione. Lipitor lo ha trasformato in un uomo vecchio nel pieno della sua vita.

Casi come quello di Mike ve ne sono diversi anche nella letteratura medica. Per esempio, un articolo comparso nella rivista Pharmacotherapy, del dicembre 2003, riporta di due casi di disturbi cognitivi associati all’assunzione di Lipitor e Zocor (20).

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Entrambi i pazienti hanno avuto un progressivo declino cognitivo che si risolse completamente entro un mese dalla sospensione dei farmaci.

Uno studio condotto all’Università di Pittsburgh ha mostrato che pazienti in trattamento con le statine per sei mesi erano sensibilmente meno capaci di risolvere dei test di abilità psicomotoria rispetto a persone che non assumevano i farmaci (21).

La dottoressa Golomb ha scoperto che il 15% dei pazienti che assume le statine sviluppa effetti collaterali di tipo cognitivo (22). Il più straziante è l’amnesia globale transitoria — una completa perdita della memoria per un breve o lungo periodo — descritta dall’ex astronauta Duane Graveline nel suo libro “Lipitor: Ladro di Memoria” (23).

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Le persone colpite riferiscono di episodi sconcertanti di completa perdita di memoria — arrivare in un negozio e non ricordarsi perché si è lì, dimenticandosi il proprio nome e quello dei familiari, incapaci di trovare la strada per casa una volta in macchina.

Questi episodi capitano improvvisamente e scompaiono altrettanto improvvisamente. Graveline sottolinea che siamo tutti a rischio quando qualcuno assume le statine — vorreste essere su un aereo quando un pilota manifesta una di queste amnesie?

Mentre le industrie farmaceutiche negano che le statine possano causare amnesia, la perdita di memoria si è manifestata in diversi studi. In uno di questi che ha coinvolto 2502 soggetti, l’amnesia si è manifestata in 7 che assumevano Lipitor.

L’amnesia si è anche manifestata in 2 dei 742 soggetti in uno studio comparativo con altre statine. Inoltre, sintomi di “pensiero anormale” furono riportati in 4 dei 2502 soggetti del precedente studio (24). Il totale degli effetti secondari registrati fu pertanto lo 0,5%, una cifra che verosimilmente sottostima la reale portata del problema, considerato che la perdita di memoria non è stata oggetto di attenzione in questi studi.

Cancro

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In ogni studio condotto fino ad oggi su roditori, le statine si sono dimostrate cancerogene (25). Perché non si è visto la stessa drammatica correlazione anche negli studi sugli uomini?

Perché il cancro ci mette molto a manifestarsi e molti degli studi sulle statine non durano più di 2-3 anni. Tuttavia in uno studio, lo studio “CARE”, l’incidenza dei tumori al seno tra coloro che assumevano una statina aumentò del 1500 % (26).

Nello studio “The Heart Protection Study”, si manifestarono tumori della pelle (escluso il melanoma) in 243 pazienti che assumevano la simvastatina rispetto ai 202 casi registrati nel gruppo controllo (che non assumeva il farmaco) (27).

I produttori delle statine hanno riconosciuto che questi farmaci deprimono il sistema immunitario (effetto che può portare al cancro e a malattie infettive), suggerendone l’impiego nelle artriti e, come immunosoppressore, nei pazienti trapiantati (28).

Degenerazione del pancreas

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La letteratura medica riporta una serie di casi di pancreatite nei pazienti che assumono le statine. Uno studio riporta il caso di una donna di 46 anni che fu ricoverata in ospedale con diarrea e shock settico dopo un mese di cura con lovastatina (29).

Morì dopo una lunga degenza. La diagnosi fu di pancreatite necrotizzante. Il medico curante disse che la paziente non aveva nessun evidente fattore di rischio per la pancreatite acuta, come un’affezione alle vie biliari o abuso di alcolici. “I prescrittori di statine (soprattutto la simvastatina e la lovastatina) dovrebbero prendere in considerazione la diagnosi di pancreatite acuta in pazienti che manifestano dolore addominale entro la settimana di cura con questi farmaci” è stato detto.

Depressione

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Numerosi studi hanno mostrato connessioni tra livelli bassi di colesterolo e la depressione. Uno dei più recenti ha trovato che donne con colesterolo basso hanno il doppio di possibilità di soffrire di ansia e depressione. Ricercatori del Duke University Center hanno condotto uno studio sulle personalità di 121 giovani donne, di età compresa tra i 18 e i 27 anni (30).

Il risultato fu che il 39% delle donne con il colesterolo basso aveva aspetti della personalità che mostravano tendenza alla depressione, in raffronto al 19 % delle donne con livelli di colesterolo alti o normali.

Inoltre, una donna su tre di quelle con il colesterolo basso aveva anche una forte propensione all’ansia, rispetto al 21% di quelle con livelli normali. Nonostante tutto, l’autore, il Dr Edward Suarez, avvertiva le donne con il colesterolo basso a non consumare “cibi come torte alla crema” per aumentarlo, perché questo genere di cibo “può causare patologie cardiache”.

In alcuni precedenti studi, il Dr Suarez scoprì che negli uomini in cui il colesterolo del sangue veniva abbassato con i farmaci si aveva un aumento del tasso di suicidio e di morti violente, portando i ricercatori a teorizzare che “livelli bassi di colesterolo causano disturbi dell’umore” (…).

Nessun beneficio?

Molti medici sono convinti — e cercano di convincere i propri pazienti — che i benefici delle statine di gran lunga superano gli effetti collaterali.

Possono citare un certo numero di studi in cui l’uso delle statine ha ridotto le morti da patologia coronarica nei soggetti che ne facevano uso rispetto a chi non assumeva questi farmaci. Ma, come ha sottolineato il Dr Ravnskov nel suo libro The Cholesterol Myths (31) i risultati dei principali studi fino all’anno 2000 — il “4S”, il “WOSCOPS”, il “CARE”, il “AFCAPS” e il “LIPID” — in generale hanno mostrato modeste differenze, che sono statisticamente insignificanti e indipendenti da quanto il colesterolo è stato abbassato.

In due studi, l’ “EXCEL” e il “ FACAPT/TexCAPS” si sono registrate più morti nei gruppi trattati con le statine rispetto a quelli non trattati.

La meta-analisi del Dr Ravnskov, del 1992, che riguardava 26 studi controllati ha mostrato un numero uguale di morti per patologie cardiovascolari sia nei gruppi che assumevano i farmaci ipolipemizzanti sia in quelli che non li assumevano (32).

Una analisi di tutti i più importanti studi pubblicati prima del 2000, mostra che un uso prolungato delle statine per la prevenzione delle malattie cardiovascolari causa dopo 10 anni l’aumento dell’1% del rischio di morte, rispetto al placebo (33).

I risultati degli studi più recenti non giustificano più l’attuale campagna che pretende di mettere in trattamento con le statine un numero maggiore possibile di persone.

Bibliografa

Mary Lombardi
Mary Lombardi
Milano
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La vita a volte ti sorprende con incontri speciali che ti guidano nella consapevolezza reale dell’esistenza… Viaggi dentro e ‘fuori’ di sé volti a una crescita consapevole di ciò che realmente siamo... Un angelo ha sostenuto e promosso questo percorso iniziato con la sua costante presenza... Guida speciale in questa realtà che ‘in realtà non esiste o è già esistita. Arriverò a comprendere, ad essere quello che siamo. Grazie Francesco ❤️💕✨💕❤️

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