La guarigione è sempre legata alla comprensione
Malattia Espressione dell’AnimA
Chi si sloga una caviglia non può più fare grandi salti, proprio come accadde ad Efesto, il fabbro degli dèi, il quale fu gettato dalla madre dal cielo alla terra:
la caduta provocò la frattura delle due articolazioni a fece sì che il fabbro degli dèi rimanesse per sempre zoppo.
Lo stesso capita a coloro che fanno grossi balzi e ricadono in modo troppo violento sul terreno dei fatti. L’esortazione è chiara: bisogna restare con i piedi per terra e salire lentamente e regolarmente gradino dopo gradino.
I grandi salti sono segnati dal destino. Per chi era sempre sul punto di saltare, essere bloccato è una terapia molto dura. Quando imparano ad avanzare faticosamente tra le asperità della vita, il gesso al piede è per loro un legame.
Può però trasformarsi in un’ancora che li trattiene a terra e impedisce loro di andarsene e di sbagliare i passi di danza. Addirittura il corpo bloccato a terra può divenire il trampolino di lancio ideale per aerei salti spirituali e voli ad alta quota.
La caviglia, posta direttamente sopra la volta del piede, crea la nostra posizione eretta e la possibilità di sollevarci.
Il salto verso la dimensione degli dèi, può essere spiccato solo da qui.
Qui però i passi falsi si vendicano. Se la caviglia si sloga, anche noi veniamo distorti, in caso di frattura; è tutto il nostro essere che si spezza, se un’articolazione scricchiola, anche noi scricchioliamo interiormente.
Il compito da svolgere scaturisce dall’incidente:
i soggetti devono confessare a se stessi che il loro modo di muoversi nella vita è sbagliato, che dopo aver saltato sono atterrati troppo bruscamente, che dopo il loro volo ad alta quota non sono rientrati nella realtà e che quindi il rapporto tra il mondo dei loro pensieri e la realtà scorre in modo disarmonico su di una strada pericolosa.
Queste persone vengono esortate a togliere al loro corpo il duro confronto con la realtà, a fare escursioni più sicure, ad addolcire di più i loro atterraggi, a sperimentare con il pensiero le vie azzardate e pericolose prima di seguirle concretamente. Le lezioni riportate li costringono al riposo.
È necessario aver cura del proprio corpo e in questa paura esteriore è opportuno dedicarsi maggiormente alla mobilità interiore e ai salti spirituali.
Il claudicante Efesto, impedito a camminare, diventa un inventore creativo e conquista così quel posto in cielo, che alla nascita gli era stato contestato.
Domande
1. Quale ruolo svolge nella mia vita la capacità di saltare?
2. Tendo a compiere poco realistici voli ad alta quota?
3. Ignoro spesso, al momento del decollo, la necessità di atterrare?
4. Quali rapporti ho con il sogno e con la realtà?
5. Nelle guerre che combatto allo scopo di ottenere un posto veramente mio, trascuro il riposo?
6. Dove mi pongo nella posizione sbagliata?
7. Dove scricchiola la mia vita, dove necessita di un’apertura, dove ho bisogno di una pausa?
8. Dove tendo a fare fisicamente dei passi falsi, invece di cercare una nuova strada sul piano spirituale?
9. Dove mi pongo contro il destino?
10. Dove si colloca la ribellione contro la mia sorte?
(Dott. Rudiger Dahlke)