Ambienti sterili

Grazie a questa posizione strategica, i batteri Bacteroides fragilis sono in grado di agire sul sistema immunitario, specialmente su quelle cellule immuni conosciute con il nome di cellule T regolatorie, o cellule T-reg,

La salute è conoscenza di Sé

Negli anni successivi, parecchi studi condotti su cavie da laboratorio allevate in ambienti sterili, privi di qualsiasi contatto con batteri o germi, hanno messo in evidenza come questi animali presentino sempre un numero rilevante di gravi alterazioni del sistema immunitario.

Per esempio una bassissima densità delle cellule linfoidi della mucosa intestinale (il cui ruolo è preponderante nell’immunità specifica, altrimenti detta acquisita o adattiva), strutture follicolari linfocitarie sottosviluppate.

Che in circostanze normali svolgono compiti importanti nel sistema immunitario) o una concentrazione sorprendentemente bassa di cellule produttrici di immunoglobulina nel sangue.

Tali alterazioni immunitarie dimostrano che il microbiota intestinale agisce in modo decisivo da stimolo immunogeno e permette la maturazione del sistema immunitario del tratto intestinale.

Tutte queste osservazioni hanno trovato conferma in sperimentazioni successive quando, dopo aver ricolonizzato con batteri le cavie sterili, si è potuto osservare che queste recuperavano la maggior parte dei parametri immunitari prima seriamente compromessi dall’assenza di microrganismi.

In questo campo, una delle ricerche più recenti ed interessanti è stata condotta della squadra di Sarkis K. Mazmanian, pubblicata poi in un articolo11 apparso nel dicembre 2010 sulla prestigiosa rivista «Science».

Una delle funzioni nodali di questa evoluzione la esercita Bacteroides fragilis, un batterio facente parte del normale microbiota dell’intestino crasso e che tutto indica essere in grado di «sequestrare» le cellule del sistema immunitario.

Inizialmente si riteneva che Bacteroides fragilis, come altri batteri intestinali commensali, vivesse dentro l’intestino, lontano dal sistema immunitario.

Mazmanian e la sua squadra, ricorrendo a una tecnica conosciuta come «microscopia confocale», hanno studiato l’intestino dei topi e scoperto che in realtà vive in una nicchia ecologica unica, nelle profondità del colon e pertanto a stretto contatto con la mucosa intestinale del sistema immunitario.

Grazie a questa posizione strategica, i batteri Bacteroides fragilis sono in grado di agire sul sistema immunitario, specialmente su quelle cellule immuni conosciute con il nome di cellule T regolatorie, o cellule T-reg, la cui funzione principale è fare in modo, per quanto possibile, che il sistema immunitario non reagisca contro i tessuti umani.

È evidente che questa scoperta non solo spalanca un vasto panorama di terapie future per malattie e reazioni autoimmuni, ma lascia anche intuire che una popolazione microbica sana potrà proporsi come un’alternativa agli antibiotici. Ary Khosravi, membro della squadra di Mazmanian, commenta:

Ogni giorno vengono scoperti sempre nuovi superbatteri resistenti agli antibiotici e pian piano stiamo rimanendo a corto di trattamenti efficaci. 

emicrania

Limitare la nostra sensibilità all’infezione potrebbe rivelarsi una buona strategia profilattica.

Oggi sappiamo che una delle principali funzioni dei microrganismi che formano il microbiota intestinale è alimentare l’epitelio, o parete intestinale. Se questa non viene nutrita in maniera adeguata.

Col tempo diventa sempre più permeabile, permettendo a batteri, proteine ed endotossine (sottoprodotti tossici di alcuni batteri) di passare nel flusso sanguigno e provocare infiammazioni che sono le risposte del sistema immunitario.

Il fenomeno è particolarmente grave nelle persone con un sistema immunitario molto indebolito, come è il caso dei malati di AIDS o di pazienti sottoposti a sedute di chemioterapia.

Una sempre più profonda conoscenza scientifica della relazione fra microbiota intestinale e sistema immunitario potrà invece rivelarsi un prezioso strumento per migliorare la vita di questi malati.

Vale la pena di dedicare un istante alle ricerche sulla sindrome da fatica cronica – encefalo mielite  mialgica (CFS-ME) che sta conducendo il dottor W. Ian Lipkin.

La CFS-ME, considerata dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, come una malattia neurologica grave, nonché iscritta nell’elenco statunitense delle nuove malattie infettive, ricorrenti e resistenti ai farmaci, è un disturbo di cui non si conoscono le cause e per il quale, al momento, non esiste cura.

Da tempo il dottor Lipkin ha reperito un gran numero di prove di immunoattivazione nei pazienti affetti da CFS-ME, e ipotizza che la causa risieda nei disturbi del microbiota intestinale.

Più in concreto, il dottor Lipkin ritiene che l’insorgere e lo svilupparsi di questa sindrome possa essere dovuta all’azione di batteri patogeni che formerebbero sulla parete intestinale una pellicola che impedisce ai batteri benefici di interagire positivamente con il sistema immunitario.

È stato condotto dall’équipe di ricercatori diretta dal professor John Cryan18 e pubblicato sulla rivista «Proceedings of the National Academy of Sciences».

La sperimentazione ha evidenziato che i topi alimentati con Lactobacillus rhamnosus (JB-1) manifestavano molto meno stress e minori disturbi collegati ad ansia e depressione di quelli alimentati senza il batterio, e una notevole diminuzione del corticosterone, ormone induttore dello stress.

Da ciò, ancora una volta, si deduce che i batteri probiotici hanno il potere di modificare in positivo la biochimica cerebrale e ridurre considerevolmente i disturbi connessi ad ansia e depressione.

Bibliografia: Intestino secondo cervello Le rivoluzionarie scoperte scientifiche sulla microflora intestinale

Greta Guaitoli
Greta Guaitoli
Operatrice Olistica Modena
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Conoscere Francesco mi ha permesso di affrontare i disagi del corpo attraverso una chiave di lettura completamente nuova. Vecchie credenze, informazioni frammentate, enigmi irrisolvibili improvvisamente hanno cominciato a creare un filo conduttore. E questo filo conduttore ha fatto sì che di fronte al mio "disagio" io fossi aperta e vigile, come una antenna che capta ogni segnale e ne comprende il senso. E ovviamente senza andare in paranoia. Grazie Francesco per ciò che fai, che Dio ti benedica. 🤗

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