È da notare che il continuo fare indagini
campagne di screening, mammografie (per altro a base di raggi x, notoriamente cancerogeni), porta alla luce non solo tutti i tumori che prima o poi degenerano fino a mettere a repentaglio la vita del paziente, ma anche quelli che normalmente sarebbero stati riassorbiti dall’organismo.
Se anche i casi di cancro che l’organismo potrebbe sconfiggere da solo vengono trattati con chirurgia, radiazioni e chemioterapia, va da sé che in questi casi la cura è sicuramente peggiore del male.
L’abitudine ad utilizzare “cure” estremamente tossiche per eradicare il tumore ha portato a identificare la malattia con una sentenza di morte, e di conseguenza diagnosticare precocemente un cancro significa causare un forte trauma emotivo che può inibire il naturale meccanismo di riassorbimento del tumore stesso.
La “prevenzione secondaria” che indentifica precocemente i tumori porta molte più persone a sottoporsi a cure invasive e rischiose che potrebbero essere spesso inutili. Vedi queste righe tratte dal libro di Marcello Pamio “Cancro Spa”.
Luigi De Marchi, psicologo clinico e sociale, autore di numerosi saggi conosciuti a livello internazionale, parlando con un amico anatomo-patologo del Veneto sui dubbi dell’utilità delle diagnosi e delle terapie anti-tumorali, si sentì rispondere:
Sì, anch’io ho molti dubbi
Sapessi quante volte, nelle autopsie sui cadaveri di vecchi contadini delle nostre valli più sperdute ho trovato tumori regrediti e neutralizzati naturalmente dall’organismo: era tutta gente che era guarita da sola del suo tumore ed era poi morta per altre cause, del tutto indipendenti dalla patologia tumorale».
Notevole è il fatto che, come citato nel libro di Pamio, su migliaia di autopsie eseguite su persone morte in incidenti stradali è risultato che:
– Il 38% delle donne (tra i 40 e 50 anni) presentavano un tumore (in situ) al seno;
– Il 48% degli uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla prostata;
– Il 100% delle donne e uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla tiroide.
Inutile dire che non si riscontrano normalmente simili alte percentuali di tumori, segno che quelle autopsie hanno rilevato tumori che fin troppo spesso regrediscono da soli.
A ulteriore conferma di quando su esposto, si può citare il risultato dello studio The Natural History of Breast Cancer (“La storia naturale del cancro al seno”) che mostra come l’incidenza del cancro al seno sia aumentata in seguito all’introduzione dello screening con la mammografia.
In particolare nel gruppo di controllo non sottoposto a screening l’incidenza del cancro al seno è minore rispetto al gruppo di chi si è sottoposto allo screening, e tale differenza viene identificata nei tumori guariti spontaneamente. Secondo gli autori dello studio anche un cancro mammario invasivo potrebbe regredire spontaneamente.
Ulteriori fonti e approfondimenti a tale riguardo sono:
Un articolo su pillole.org
http://www.pillole.org/public/aspnuke/print.asp…
Un articolo sul New York Times
http://www.nytimes.com/2008/11/25/health/25breast.html…
10033 Pubblicato su Archives of Internal Medicine 2008 Nov 24;168:2302-2303, autori Kaplan R M, Porzsolt F; http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1847027/.
