Stimolo e inibizione della fame

Vi sono pochi mitocondri nel tessuto adiposo bianco rispetto a quello bruno. L’eccesso di tessuto, adiposo bianco conduce a importanti squilibri ormoni

La guarigione è prendersi cura di Sé

Vi sono pochi mitocondri nel tessuto adiposo bianco rispetto a quello bruno. L’eccesso di tessuto, adiposo bianco conduce a importanti squilibri ormoni.

La maggior parte delle diete limita le calorie totali e gli esperti consigliano di allontanare la fame e le voglie con una passeggiata, un bicchiere d’acqua o uno spuntino ipocalorico ricco di fibre.

Purtroppo, sappiamo bene che questi stratagemmi non funzionano: l’appetito, la fame e le voglie, sono sintomi della spinta innata del corpo a ripristinare l’equilibrio energetico.

Senza trascurare il fatto che le carenze nutrizionali di micronutrienti, causate da una forte restrizione alimentare, possono favorire la sindrome metabolica[703].

Limitare fortemente le calorie o aumentare l’esercizio fisico porta prevedibilmente a una risposta compensativa[704].

Più a lungo si mantiene la restrizione calorica, maggiore è la perdita di peso, più sono pressanti i segnali di appetito[705].

Facciamo un esempio. Supponiamo che il mio peso sia 76 Kg da diversi anni, ma grazie ad una dieta ipocalorica, in 8 mesi riesco a perdere 10 Kg.

L’organismo, a fronte di una restrizione calorica, tende a compensare con un calo del dispendio energetico totale, riducendo la temperatura corporea, la pressione e la frequenza cardiaca.

Con tutta probabilità mi sentirò stanca, infreddolita e affamata. La sensazione di fame viene altresì stimolata dall’aumento della produzione di grelina che inibisce gli ormoni della sazietà, come la colecistochinina, l’amilina e il peptide YY.

Proseguendo con una dieta ipocalorica, i segnali dell’organismo insisteranno fino a quando si riprenderà a mangiare più di prima.

La fame non rientra nel livello di controllo cosciente. Ogni giorno prendiamo almeno 221 decisioni sul cibo. In realtà, circa il 95% di queste sono inconsce[706].

pasta panna sugo

Fame proteine e grassi

Durante e dopo i pasti, gli alimenti ingeriti alterano il rilascio di ormoni gastrointestinali in grado di modulare il senso dell’appetito e quindi l’assunzione e la ricerca di cibo.

Le abitudini alimentari possono determinare l’infiammazione presente nelle cellule dell’intero organismo, cervello compreso.

Tuttavia, le risposte fisiologiche all’ingestione di nutrienti possono essere utilizzate come uno strumento per migliorare il controllo glicemico, la digestione e ridurre l’infiammazione.

È stato scoperto, infatti, che proteine e grassi all’inizio di un pasto, migliorano la tolleranza al glucosio[707], con tutta una serie di benefici a cascata.

Grelina

La grelina è un ormone prodotto da cellule giacenti sul fondo dello stomaco e dalle cellule epsilon del pancreas.

Il compito della grelina è quello di stimolare l’appetito a stomaco vuoto e all’inizio del pasto, ma non cessa di essere prodotta mentre s’introduce il cibo.

Nei soggetti obesi, i livelli di grelina rimangono elevati anche dopo aver terminato di mangiare, come se comunicassero al sistema nervoso che l’energia accumulata è scarsa.

La perdita di peso, in caso di obesità, si traduce talvolta, a seconda del tipo dieta, in un aumento del livello di grelina, che contribuisce alla difficoltà di mantenere il peso ideale dopo il dimagrimento[708].

Un pasto ricco di carboidrati riduce le grelina (e quindi l’appetito) in modo più lento rispetto ad uno in cui prevalgono i grassi.

Studi con pazienti a cui è stata prescritta una dieta chetogenica ben formulata, dimostrano che livelli ≥0,3mM di beta idrossibutirrato (un chetone endogeno) riducono i livelli di grelina, diminuendo la sensazione di fame. Un livello di chetosi, tutto sommato minimo, però, se non si riesce a mantenerlo con costanza, i livelli di grelina restano al di sopra della linea di base[709].

Per questo è utile munirsi di glucometro, che misura il chetone più abbondante presente nel sangue (il β- idrossibutirrato) nello stesso modo con cui si misura la glicemia. Si tenga presente che la chetonemia può variare nel corso della giornata in base agli alimenti e ai liquidi assunti e in base all’esercizio fisico.

L’ormone GLP-1

Il (glucagon-like peptide 1) viene prodotto nell’intestino (ileo e colon). Stimola la secrezione di insulina, inibisce la secrezione pancreatica di glucagone, riduce la sensazione di fame e rallenta lo svuotamento gastrico.

La sua secrezione sembra essere influenzata da: acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi, acidi grassi a catena corta, prodotti ad alto contenuto di fibre, noci, avocado e uova[710].

Iniziare il pasto con le proteine, sollecita l’ormone GLP-1, per mezzo della distensione gastrica, alleviando la fame e incrementando la sensazione di sazietà[711].

Le proteine stimolano il rilascio di GLP-1 in misura maggiore rispetto ai carboidrati[712]. Un cucchiaio di olio di cocco, disciolto in 1/2 bicchiere di acqua calda da bere sorseggiando, oppure 2 cucchiai di olio MTC a inizio pasto riducono la fame.

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Giulia Ferroni
Giulia Ferroni
Porto San Giorgio
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Il mio cuore ringrazia!!! Un'esperienza incredibile! Grazie Francesco Ciani🙏💗💗

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