Carenza di vitamina B12, anomalie paratiroidee
L’articolo A rare case of tuberculosis with motor neuron disease (Un raro caso di tubercolosi con disturbo dei motori neuroni)[1] relaziona sul caso di una donna di 45 anni debolezza all’avanbraccio e altri sintomi di debolezza muscolare che piano piano si sono espansi agli altri arti, accompagnati da tremori muscolari, e man mano si sono aggiunti altri sintomi dovuti a difficoltà di comandare altri muscoli.
Dopo diverse indagini si è deciso di operare per rimuovere alcune masse sospette (polmone, linfonodo); la prima ipotesi era che si trattasse di un tumore, ma l’esame compiuto dopo la rimozione del tessuto ha mostrato infammazioni granulomatose con necrosi, tipiche della tubercolosi, la cui presenza è stata confermata dalle analisi del tessuto stesso.
[1] Pubblicato su World Journal of Surgical Oncology. 2014; 12: 381 , autori Jie Ren, Cheng Shen, Guowei Che; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4302149/.

Dopo l’operazione e la cura con antibiotici specifici contro la tubercolosi, la paziente è nettamente migliorata sotto tutti i punti di vista, tuttavia gli autori dell’articolo scrivono che non è chiaro se la relazione tra la malattia dei motoneuroni e l’infezione da M. tuberculosis sia causale o meno.
L’articolo Amyotrophic lateral sclerosis-motor neuron disease, monoclonal gammopathy, hyperparathyroidism, and B12 deficiency: case report and review of the literature[1] mostra che prima di potere diagnosticare con certezza tale patologia bisogna fare tutti possibili controlli per escludere eventuali altre problematiche (curabili) che portano a sintomatologie simili, ovvero carenza di vitamina B12, anomalie paratiroidee, gammopatie monoclonali.
[1] Pubblicato su Journal of Medical Case Reports. 2010; 4: 298, autori Rison RA, Beydoun SR; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2941760/.

Queste ultime a loro volta sembrano correlate ai micobatteri da alcuni studi, in particolare Monoclonal gammopathy of undetermined significance and risk of infections: a population-based study[1] che riporta un aumento di probabilità di infezione da micobatteri nei malati di tale patologia e l’articolo Penile tuberculosis associated with monoclonal gammopathy of undetermined significance[2] che riporta un caso in cui la diagnosi di gammopatia monoclonale ha preceduto la scoperta di un forma di tubercolosi genitali che presumibilmente era la vera causa del quadro clinico del paziente.
Cita adesso due articoli sulla possibile presenza e il possibile danno neuronale indotto da micobatteri della tubercolosi e della lebbra, anche se forse il micobatterio più coinvolto (vedi più avanti) è il MAP.
[1] Pubblicato su Haematologica. 2012 Jun; 97(6): 854–858, autori Sigurdur Y. Kristinsson, Min Tang, Ruth M Pfeiffer; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3366650/.
[2] Pubblicato su Journal of the Formosan Medical Association. 2006 Sep;105(9):753-5, autori Wu WC, Chen SC, Hsieh JT, Chen J, Chang HC; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16959623, articolo completo su https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0929664609602035?via%3Dihub.

L’articolo Neurons Are Host Cells for Mycobacterium tuberculosis (I neuroni sono cellule che possono ospitare il Mycobacterium tuberculosis)[1] riporta che in esperimenti in vivo (su topi) e in vitro (su cellule nervose dell’ippocampo) i micobatteri della tubercolosi possono entrare dentro i neuroni rappresentando “un’infezione produttiva con permanenza della viabilità batterica e potenziale replicativo, con aumento da 2 a 4 volte nel giro di 48 ore”.
L’articolo Mycobacterium leprae in neurons of the medulla oblongata and spinal cord in leprosy[2] segnala che su 67 casi di lebbra analizzati ben 44 (il 67%) mostravano cambiamenti vacuolari nei moto neuroni sia nella medulla oblongata che nel midollo spinale.
[1] Pubblicato su Infection and Immunity. 2014 May; 82(5): 1880–1890, autori Philippa J. Randall, Nai-Jen Hsu, et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3993430/.
[2] Pubblicato su Journal of Neuropathology and Experimental Neurology. 2007 Apr;66(4):284-94, autori Aung T, Kitajima S, Nomoto M, En J, Yonezawa S, Arikawa I, Goto M; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17413319.

Nell’articolo How did Lou Gehrig get Lou Gehrig’s disease?
Mycobacterium avium subspecies paratuberculosis in manure, soil, dirt, dust and grass and amyotrophic lateral sclerosis (motor neurone disease) clusters in football, rugby and soccer players[1] l’autrice afferma che, sebbene ci siano diversi agenti infettivi sospettati di causare la sclerosi laterale amiotrofica (HIV-1, alcune specie di Brucella, Cianobatteri, Schistosomi) la frequenza con cui tale malattia si manifesta nelle persone che giocano su campi erbosi (rugby e calcio in particolare) fa sospettare l’azione di un agente infettivo presente nell’erba, nella sporcizia, nella polvere di quei campi da gioco.
Sebbene si ponga spesso l’attenzione sulla possibile presenza di Mycobacterium avium subspecies paratuberculosis (MAP) nel latte bisogna ricordare che tali organismi sono presenti in quantità molto maggiori nelle feci dei bovini infetti, e che l’infezione può arrivare a colpire gli esseri umani per inalazione di particelle di suolo contaminato, contatto diretto con le mucose nasali o boccali, o attraverso abrasioni e tagli nella pelle.
[1] Pubblicato su Medical Hypotheses. 2018 Oct;119:1-5. autrice Pierce ES; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30122477.

Maggiori dettagli su tale ipotesi possiamo leggerli nell’articolo Mycobacterium Avium Subspecies Paratuberculosis As A Soil Bacteria And ALS Clusters In Outdoor Sports Players[1] nel quale leggiamo che le mucche con infezioni da MAP eliminano ogni giorno circa 50 litri di feci altamente contaminate, dove ci sono microrganismi sufficienti per contaminare altre 25.000 mucche. Una volta rilasciato nel suolo il MAP può restare vitale e contagioso per molto tempo, e ovviamente le zone vicine agli allevamenti di bovini sono particolarmente contaminate.
Alcune coincidenze sono illuminanti, come quella dei raggruppamenti di casi di SLA nei primi anni 2000 alla base aerea militare di Kelly nella contea di Bexar (Texas), la quale (come si può verificare sul sito www.factoryfarmmap.org), è circondata su tre lati da allevamenti intensivi di bovini.
Altra coincidenza è che i giocatori di football americano che per il loro ruolo sono più soggetti a impattare a velocità sostenuta sul campo da gioco hanno una maggiore probabilità di ammalarsi di ALS, mentre i giocatori di baseball hanno generalmente meno contatti con la terra.
[1] Pubblicato su Science Trends. 2019, 10.31988/SciTrends.47106, autrice Pierce Ellen; https://www.researchgate.net/publication/330379382_Mycobacterium_Avium_Subspecies_Paratuberculosis_As_A_Soil_Bacteria_And_ALS_Clusters_In_Outdoor_Sports_Players.

Se l’ipotesi di Ellen Pierce è corretta si potrebbe spiegare come mai i sintomi iniziano da una particolare zona del corpo, ovvero quella da dove è partita l’infezione trasmessa ai nervi.
Se la contaminazione avviene per bocca la lingua è il primo organo colpito. Se l’infezione da MAP entra da ferite/abrasioni alle braccia o alle gambe i sintomi iniziali della malattia sono inizialmente localizzati proprio nell’arto da cui il microrganismo è entrato inizialmente e da quel sito l’infezione si diffonde ai nervi adiacenti facendo progredire la malattia.
Ellen Pierce spiega anche come avverrebbe la morte dei moto-neuroni indotta da infezioni micobatteriche. Il normale enzima superossido dismutase (SOD) con cui dovrebbero essere in contatto i neuroni dovrebbe contenere zinco e rame e prevenire l’apoptosi (morte programmata della cellula) neuronale.

Ma esistono diversi tipi differenti di tale SOD, e quella che contiene rame ma non zinco cuasa apoptosi dei neuroni. Alcuni malati di SLA hanno per un difetto genetico (forme di SLA familiare) proprio questa forma di SOD.
I micobatteri producono SOD come difesa contro l’attacco del sistema immunitario (i macrofagi ad esempio cercano di uccidere i micobatteri della tubercolosi tramite ossidazione, ma questi si difendono producendo una forma di SOD che ha attività antiossidante) e il MAP (come il M. tuberculosis e M. leprae) produce proprio un SOD contenente rame ma privo di zinco.
Per maggiori dettagli su queste ultime affermazioni vedi l’articolo Unique Features of the sodC-encoded Superoxide Dismutase from Mycobacterium tuberculosis, a Fully Functional Copper-containing Enzyme Lacking Zinc in the Active Site[1] e l’articolo The role of superoxide dismutase in the survival of Mycobacterium tuberculosis in macrophages[2].
[1] Pubblicato su THE JOURNAL OF BIOLOGICAL CHEMISTRY Vol. 279, No. 32, Issue of August 6, pp. 33447–33455, 2004, autori Spagnolo L, Toro I, et al; http://www.jbc.org/content/279/32/33447.full.pdf.
[2] Pubblicato su Japanese Journal of Infectious Disease. 2013;66(6):480-8, autori Liao D, Fan Q, Bao L; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24270134.

Importante è sempre la connessione con le tossine ambientali, mercurio e alluminio e piombo tra tutte; disintossicare il corpo da questi metalli tossici, per prima cosa rimuovere le eventuali amalgame dentali in lega di mercurio potrebbe essere essenziale, così come una successiva cura per l’eventuale accumulo residuo di mercurio (che potrebbe anche provenire dalla vicinanza di centrali a carbone, particolari impianti chimici, pesci soprattutto di grossa taglia), alluminio, piombo.
Il mercurio, l’alluminio e il piombo sono particolarmente tossici per i neuroni e non meraviglia che possano causare danno di per sé o che possano agevolare un’infezione indebolendo le difese del nostro organismo. Similmente gli organofosfati (presenti in fertilizzanti erbicidi, fungicidi e insetticivi) possono danneggiare i motoneuroni.
Maggiori informazioni su diversi fattori ambientali ma anche infettivi (come effetti a lungo termine di una poliomielite) che possono indurre o concorrere a indurre tale malattia possiamo leggerli sull’articolo di rassegna Environmental insults: critical triggers for amyotrophic lateral sclerosis[1].
[1] Pubblicato su Translational Neurodegeneration. 2017 volume 6, Article number: 15, autori Bing Yu & Roger Pamphlett; https://translationalneurodegeneration.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40035-017-0087-3.

Sul rapporto tra SLA e mercurio possiamo leggere anche gli articoli Toenail mercury Levels are associated with amyotrophic lateral sclerosis risk (I livelli di mercurio nelle unghie dei piedi sono associati con il rischio di sclerosi laterale amiotrofica)[1], MERCURY IN FISH, SEAFOOD MAY BE LINKED TO HIGHER RISK OF ALS (Mercurio nel pesce e nei frutti di mare può essere correlato a un maggiore rischio di SLA)[2], e ALS and mercury intoxication: a relationship?[3], che illustra il caso di una malata di SLA fortemente intossicata dal mercurio. Ma particolarmente importante è il resoconto di un caso di guarigione (dalla SLA e dall’allergia) dopo la rimozione delle amalgame dentali, che leggiamo su Recovery from amyotrophic lateral sclerosis and from allergy after removal of dental amalgam fillings[4].
[1] Pubblicato su Muscle Nerve. 2018 Jan 4. [Epub ahead of print], autori Andrew AS, Chen CY et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29314106.
[2] Pubblicato sul sito dell’Accademia Americana di Neurologia https://www.aan.com/PressRoom/Home/PressRelease/1522.
[3] Pubblicato su Clinical Neurology and Neurosurgery. 2007 Dec;109(10):880-3, autori Praline J, Guennoc AM, Limousin N, Hallak H, de Toffol B, Corcia P; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17719172.
[4] Pubblicato su International Journal of Risk & Safety in Medicine, 4 (1994) 229-236 , autori Olle Redhe, Jaro Pleva; http://toxcenter.org/artikel/Amyotrophic-lateral-sclerosis-Recovery-from-allergy-after-removal-of-dental-amalgam-fillings.pdf.

Un possibile cofattore nei focus dentali (cavitazioni, denti devitalizzati etc.)[1] è forse ipotizzabile in base alla lettura degli articoli Increased serum and cerebrospinal fluid FGF-2 levels in amyotrophic lateral sclerosis (Livelli aumentati di FGF-2 nel sangue e nel fluido cerebrospinale nella sclerosi laterale amiotrofica)[2] e RANTES and fibroblast growth factor 2 in jawbone cavitations: triggers for systemic disease?[3] che mostra come le cavitazioni dell’osso della mandibola (anche nei malati di SLA) abbiano alti livelli proprio di FGF-2 (e di RANTES).
[1] Vedi l’e-book “I pilastri della salute e la rete di interconnesioni”, scaricabile gratuitamente da https://drive.google.com/drive/u/0/folders/0B2m4v8xn8rpsd2Z6Ny1zZ3pKNVU.
[2] Pubblicato su Neuroreport. 2003 Oct 6;14(14):1867-9. autori Johansson A, Larsson A, Nygren I, Blennow K, Askmark H; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14534437.
[3] Pubblicato su International Journal of General Medicine. 2013; 6: 277–290, Johann Lechner, Volker von Baehr; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3636973/.

L’articolo Antibiotics use and risk of amyotrophic lateral sclerosis in Sweden[1] mostra che l’uso degli antibiotici, specie se ripetuto, è associato con una maggiore incidenza della malattia, e in questo possiamo vedere una concordanza con particolare che I malati di SLA sono carenti di quei batteri benefici che producono butirrato.
Tutte queste informazioni, come in altri casi, sono facilmente interpretabili come sistema immunitario già non molto forte in partenza, successive cure di antibiotici che squilibrano la flora intestinale, e indebolendo ancora il sistema immunitario, quindi la maggiore suscettibilità all’infezione che causa la malattia.
Gut inflammation and dysbiosis in human motor neuron disease (Infiammazione e disbiosi intestinale nella malattia dei motoneuroni)[2]. L’articolo di rassegna Potential Role of the Gut Microbiome in ALS: A Systematic Review[3] ci informa in
[1] Pubblicato su European Journal of Neurology. 2019 May 14 [Epub ahead of print], autori Sun J, Zhan Y, et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31087715.
[2] Pubblicato su Physiological Reports. 2017 Sep; 5(18): e13443, autori Rowin J, Xia Y, Jung B, Sun J; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5617930/.
[3] Pubblicato su Biological Research for Nursing. 2018 Oct;20(5):513-521, autori Wright ML, Fournier C, et al; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29925252.

Non è invece del tutto chiaro quale lezione possiamo apprendere dall’articolo Treatment with penicillin G and hydrocortisone reduces ALS-associated symptoms: a case series of three patients[1], che descrive un risultato straordinario: un trattamento durato 21 giorni di penicillina G e idrocortisone (assunti per endovena nel corso di 8 ore di infusione, secondo un particolare protocollo) ha risolto i problemi di disfagia e disartria, e ha minimizzato i sintomi a livello di funzionalità respiratoria, coordinazione, capacità di camminare, forza muscolare, già al quinto giorno un paziente riuscito a camminare da solo per 100 metri senza dovere più utilizzare la sedia a rotelle.
Gli autori sospettano che ci sia qualcosa in uno dei due farmaci che (per motivi non ancora ben chiari) ha anche altri effetti oltre a quelli per cui generalmente viene utilizzato. Ma la penicillina è un antibiotico, e quindi potrebbe essere la sua particolare attività antibatterica che ha funzionato?
A complicare le cose è il fatto che la penicillina non è indicata per le infezioni da MAP (in quanto batterio intracellulare), ma lo è per la sifilide, e ci sono casi di malattie dei motoneuroni che possono mascherare una neuro-sifilide (come leggiamo nell’articolo stesso), ma i pazienti non risultavano affetti da tale infezione.
[1] Pubblicato su F1000Research. 2017; 6: 410.. 2017; 6: 410, autori Bert Tuk, Harmen Jousma, Pieter J. Gaillard; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5383939/.

Una possibile soluzione a questo dilemma la troviamo all’interno del testo Cell Wall Deficient Forms: Stealth Pathogens, di Lida H Mattman (già candidata al Nobel per la medicina) e ci porta in direzione di altri fattori infettivi (in fin dei conti le malattie dei motoneuroni potrebbero essere causate da diversi agenti infettivi che danneggiano e uccidono quelle cellule), dell’ordine delle spirochete (come il treponema della sifilide).
Ci riferisce la dott Mattman nel paragrafo dedicato alla SLA, dell’articolo,[1] Immunologic reactivity against Borrelia burgdorferi in patients with motor neuron disease che mostra come in un campione di 19 pazienti scelti per lo studio, 9 avevano anticorpi contro l’agente infettivo del morbo di Lyme (la Borrelia burgdorferi). Tale line a di ricerca fu però abbandonata per il motivo che un buon 50% dei pazienti non erano positivi a tale test degli anticorpi, e anche perché gli stessi malati di SLA sieropositivi non manifestavano altri sintomi più peculiari del morbo di Lyme.
[1] Pubblicato su Archives of Neurology. 1990 May;47(5):586-94. Halperin JJ, Kaplan GP, et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2334308.

Ma adesso si sa che anche casi gravi di malattia dovuta a infezione di spirochete in assenza di anticoRpi liberi circolanti nel sangue (gli anticorpi si trovano invece nei tessuti legati a formare i cosiddetti immuno-complessi).
La dottoressa Mattman afferma che tutti i 18 malati di SLA studiati dal suo gruppo di ricerca, hanno mostrato la presenza di spirochete nel sangue, che reagiscono con gli anticorpi della Borrelia burgdorferi.
Studi futuri potrebbero gettare nuova luce ed eventualmente identificare nuovi ceppi di Borrelia che infettano e danneggiano specificamente i motoneuroni. È da notare che la borrelia si potrebbe trasmettere, oltre che col morso delle zecche, anche tramite consumo di alimenti animali provenienti dai bovini infetti. Nell’articolo Borrelia burgdorferi: another cause of foodborne illness?[1] leggiamo infatti che le mucche da latte e altri animali di cui ci nutriano possono essere infettati da B. burgdorferi e quindi alcuni cibi crudi di origine animale possono essere contaminati da tale patogeno che, secondo alcuni studi rewcenti, può essere trasmesso anche per via orale oltre che attraverso le punture degli insetti.
[1] Pubblicato su International Journal of Food Microbiology. 1991 Dec;14(3-4):247-60, autori Farrell GM, Marth EH; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1790102.

Nell’articolo Diagnosis of Lyme disease in two cows by the detection of Borrelia burgdorferi DNA[1] Leggiamo che su due mucche infette da Borrelia burgdorferi analizzate, una ospitava tale batterio anche nel latte.
Infine, riguardo alla gestione dei sintomi, cito l’articolo Safety and Efficacy on Spasticity Symptoms of a Cannabis Sativa Extract in Motor Neuron Disease Patients (CANALS): a Multicentre, Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled phase 2 trial[2], che relazione su uno studio randomizzato in doppio cieco con placebo che ha dimostrato in maniera ineccepibile la sicurezza e l’efficacia degli estratti di Cannabis sativa per controllare i sintomi di spasticità nella SLA.
I leggeri effetti collaterali (stanchezza, Perdita di energia, sonnolenza, a volte vertigine e nausea) non hanno indotto nessun partecipante ad abbandonare il programma terapeutico basato sull’utilizzo di uno spray contenente THC e CBD (con dosaggi personalizzati).
[1] Pubblicato su Veterinary Record. 2000 Apr 22;146(17):497-9, autori Lischer CJ, Leutenegger CM, Braun U, Lutz H; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10887997.
[2] Pubblicato su The Lancet Neurology, Dec 2018, autori Nilo Riva, Gabriele Mora, et al.; https://www.thelancet.com/journals/laneur/article/PIIS1474-4422(18)30406-X/fulltext

Bibliografia: Medicina di Segnale

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