Relazione tra sintomo e causa
Sebbene la correlazione tra patologie rinosinusali e reflusso non sia ancora documentata con certezza, è molto probabile che affezioni quali la rinofaringite, la stenosi tubarica (che può provocare risentimento dell’orecchio medio, con otite media effusiva)-
L’ipertrofia dei turbinati, l’ipertrofia adenoidea, la sinusite cronica e la poliposi nasale riconoscano come fattore concausale il reflusso gastroesofageo e laringo – faringeo.
L’azione cronica degli acidi, inducendo infiammazione, causa edema e ipertrofia della mucosa.
Stili di vita corretti e abitudini alimentari adeguate, con l’attenzione a evitare la presenza delle food sensitivities responsabili di reflusso gastroesofageo, hanno quindi un impatto positivo anche sul benessere rinosinusale, condizionare la sua attività biologica.

“L’ipotesi igienica” attribuisce l’aumentato rischio di malattie allergiche a una modificazione del sistema immunitario dovuta alla mancata esposizione ai microbi nei primi anni di vita.
I bambini che vivono in Paesi con migliori condizioni igienico – sanitarie hanno una maggiore predisposizione alle allergie per il ridotto contatto con i microrganismi ambientali.
L’eccessivo impiego di terapie antibiotiche e le scorrette abitudini alimentari dei Paesi industrializzati modificano il microbiota intestinale e possono quindi predisporre alla comparsa di allergie. Una mucosa intestinale integra è in grado di comportarsi come una barriera contro antigeni potenzialmente dannosi e di modulare la tolleranza verso di essi.

Patologie infiammatorie intestinali e food sensitivities indeboliscono tale barriera e il conseguente aumento della permeabilità provoca un maggiore passaggio di antigeni. Di conseguenza si assiste a una risposta immunitaria anomala e al rilascio di citochine proinfiammatorie con ulteriore danno a carico della funzionalità della barriera.
Il microbiota rinofaringeo svolge un ruolo fondamentale nella protezione contro i patogeni responsabili delle infezioni delle vie aeree superiori, di tipo sia batterico sia virale.
La batterioterapia intranasale o orale rappresenta una nuova e straordinaria opportunità per la prevenzione delle infezioni delle vie aeree superiori, comprendenti rinosinusiti, adenoiditi, faringotonsilliti, laringiti e otiti medie.

La batterioterapia si serve di batteri saprofiti per antagonizzare i patogeni, senza alterare l’ecosistema microbico.
Nella batterioterapia orale si utilizza lo Streptococcus salivarius K12; in quella intranasale, invece, due ceppi del gruppo degli streptococchi alfa – emolitici autoctoni che costituiscono la prima linea di difesa della mucosa rinofaringotubarica con funzione di “biobarriera”: lo Streptococcus salivarius 24 SMBc e lo Streptococcus oralis 89.
Sono indicati sia in età adulta sia in età pediatrica per la prevenzione, la riduzione dell’incidenza delle recidive e l’aumento dei casi di guarigione clinica. Un adeguato stile di vita e alimentare è fondamentale in quanto permette di avere un sano microbiota, che rappresenta un tesoro inestimabile per la nostra salute.

Una corretta alimentazione con cibi di qualità e che comprenda frutta, verdura, pesce, semi oleosi, carni bianche, uova, carboidrati integrali, con l’eliminazione di saccarosio, dolcificanti, grassi idrogenati, farine raffinate e la rotazione degli alimenti stessi rende il nostro organismo più forte nei confronti dell’insorgenza delle malattie ingenerale e anche a livello del distretto rinosinusale.
È fondamentale attuare la prevenzione e la terapia precoce tramite un’appropriata integrazione fra trattamento medico locale e potenziamento delle difese naturali dell’organismo.
Una corretta alimentazione e un idoneo stile di vita, caratterizzato dalla pratica regolare di attività fisica e dalle giuste ore di sonno, sono in grado di agire sulle predisposizioni genetiche e individuali del soggetto.

I probiotici hanno proprietà immunomodulatorie a livello locale e sistemico e risultano essere molto efficaci nel ripristino di un sano microbiota intestinale e rinofaringeo, presupposto fondamentale per il controllo delle malattie allergiche e delle infiammazioni rinosinusali.
La somministrazione di acido ialuronico ad alto peso molecolare e di soluzione fisiologica in spray nasale o docce nasali è in grado di migliorare la clearance mucociliare, di prevenire la formazione del biofilm e di ridurre l’edema della mucosa nasale.
La vitamina E somministrata in forma di olio per spray nasale crea un film protettivo che favorisce il ripristino della normale idratazione nasale, contribuendo ad attenuare i sintomi della rinite allergica (bruciore, prurito, secchezza e arrossamento).

Il resveratrolo ha effetti antivirali, antiossidanti, antiallergici e di stimolazione del sistema immunitario; il suo utilizzo risulta quindi indicato nella prevenzione, nella fase iniziale e come coadiuvante nelle flogosi rinosinusali. Il metilsulfonilmetano ha attività antinfiammatoria, antiossidante, immunostimolante e per tali motivi è indicato anche in ambito otorinolaringoiatrico.
La vitamina D modula il sistema immunitario e interviene nella riduzione dell’infiammazione delle vie aeree. La bromelina, costituita da un insieme di enzimi proteolitici estratti dall’ananas, è in grado di ridurre la flogosi anche a livello della mucosa nasale. Possiede inoltre una funzione mucolitica e immunomodulante.
Si ricorda tuttavia che gli enzimi proteasi possono causare brevi periodi di crampi gastrici e diarrea; inoltre, per i loro effetti anticoagulanti, sono controindicati in pazienti in terapia con anticoagulanti come il warfarin.

I fitoterapici contenenti Uncaria tomentosa, fungo shitake, betaglucano, Ribes nigrum possiedono proprietà di tipo antinfiammatorio, immunostimolante e antiallergico.
Risultano efficaci nella prevenzione delle flogosi delle vie aeree ma anche come coadiuvanti. Anche l’integrazione con zinco, selenio, rame, manganese è indicata per rinforzare le difese immunitarie.
Non bisogna poi dimenticare che una corretta idratazione è fondamentale al fine di fluidificare il muco.
Tisane contenenti zenzero e curcuma, oltre a partecipare all’idratazione del nostro organismo, contribuiscono a ridurre lo stato infiammatorio e lo stress ossidativo.

Bibliografia: Medicina di Segnale modificato Francesco Ciani
Meno carboidrati per ridurre o eliminare il disturbo
Si tratta di un disturbo che si manifesta con la risalita involontaria e frequente, lungo l’esofago e talvolta fino alla gola, dei succhi acidi e di parte del contenuto gastrico.
Quando il disturbo si presenta più volte durante il giorno, si innescano altre complicazioni e si parla di MRGE (malattia da reflusso gastroesofageo).
In una piccola coorte di adulti affetti da MRGE, sono stati distribuiti 2 tipi di pasto nelle medesime quantità, ma formulati in modo diverso: l’uno conteneva 84,8g di carboidrati e l’altro 178,8g.
I tempi più lunghi di reflusso si sono manifestati nelle persone che avevano ricevuto la quota glucidica più elevata[673]. La gravità del reflusso viene misurata con il punteggio di Johnson DeMeester: il punteggio >14,72 indica reflusso.

In una coorte di 144 donne obese, con diagnosi di MRGE, i sintomi di reflusso si sono risolti dopo 10 settimane di una dieta ricca di grassi e con pochi carboidrati; inoltre, l’assunzione dei farmaci è stata interrotta per tutti i soggetti[676].
Un gruppo di ricercatori ha persino concluso che, rispetto ai carboidrati, il caffè e i grassi ricoprono un ruolo marginale nelle manifestazioni di questo disturbo[677].
In alcuni soggetti obesi, il pH esofageo nelle 24 ore di 34,7, dopo soli sei giorni di dieta chetogenica, era sceso a 14,0[674]. Le persone hanno descritto in un questionario la riduzione del bruciore di stomaco e di tutti i sintomi correlati[675].

Bibliografia: Stress, Alimentazione, Infiammazioni nascoste

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