Lo stomaco

Se una persona reprime dalla propria coscienza la capacità di sentire, questa funzione cala nel corpo e lo stomaco deve assumersi oltre alle impressioni fisiche prodotte dal cibo anche quelle psicologiche.

Chi soffre di disturbi di stomaco e della digestione dovrebbe porsi queste domande

1. Che cosa non posso o non voglio inghiottire?
2. Butto giù cose che non vorrei inghiottire?
3. In che rapporto sono coi miei sentimenti?
4. Di che cosa ne ho abbastanza?
5. Che ne è della mia aggressività?
6. Come risolvo i miei conflitti?
7. Esiste in me la nostalgia repressa di un paradiso infantile senza conflitti, in cui vengo soltanto amato e coccolato senza la necessità di mordere me stesso?

Cosa è necessario sapere dello Stomaco

 

Sul piano psicologico è la capacità di sentire, il mondo dei sentimenti (non delle emozioni!), che realizza l’elemento femminile. Se una persona reprime dalla propria coscienza la capacità di sentire, questa funzione cala nel corpo e lo stomaco deve assumersi oltre alle impressioni fisiche prodotte dal cibo anche quelle psicologiche. In questo caso non vale soltanto il detto L’amore passa attraverso lo stomaco, ma anche l’espressione Avere qualcosa sullo stomaco, e Digerire qualcosa.

Il primo luogo dove arriva il nostro cibo (quello non vomitato) è lo stomaco, che ha la funzione primaria di accettare ed accogliere. 

Lo stomaco assorbe tutte le impressioni che vengono da fuori, accoglie quello che deve essere digerito. La capacità di accogliere presume apertura, passività, disponibilità nel senso di capacità di donarsi.

Date queste qualità, lo stomaco rappresenta il polo femminile. Come il principio maschile è caratterizzato dalla capacità di irradiare e di svolgere un’attività (elemento fuoco), così il principio femminile mostra la capacità di accettare, di donarsi, di assorbire le impressioni, di accogliere e custodire (elemento acqua).

Oltre alla capacità di accogliere, troviamo nello stomaco un’altra funzione, che sarebbe da attribuire al polo maschile: produzione ed emanazione dei succhi gastrici. 

Il succo gastrico morde, disfa, aggredisce è senza alcun dubbio aggressivo. Se una persona non riesce ad esprimere o a vincere consapevolmente la propria aggressività, ed è costretta ad inghiottire dei bocconi amari, la sua aggressività si somatizza: 

lo stomaco reagisce, produce per reazione succhi gastrici in eccesso per elaborare sul piano fisico sentimenti non materiali un’impresa difficile, che fa capire che sarebbe di gran lunga preferibile non inghiottire forzatamente i sentimenti e non affidarli per la digestione allo stomaco.

Il malato di stomaco ha quindi i suoi problemi. Gli manca la capacità di controllare consapevolmente la propria rabbia e la propria aggressività e quindi di risolvere responsabilmente conflitti e problemi.

Il malato di stomaco o non esprime affatto la propria aggressività (inghiotte tutto) o mostra un’aggressività esagerata: entrambi gli estremi non lo aiutano affatto a risolvere veramente i problemi perché gli manca la fede in se stesso che è la base indispensabile per superare ogni tipo di problema.

Tutti sanno che un cibo masticato male è difficilmente digeribile per uno stomaco ipersensibile, che produce succhi gastrici in eccesso. Masticare significa però aggressività. Se manca la masticazione, cioè il comportamento aggressivo, il peso diviene troppo grave per lo stomaco, che è costretto a produrre più succhi gastrici.

Il malato di stomaco è una persona che non può permettersi alcun conflitto, che inconsapevolmente desidera ritornare alla situazione dell’infanzia, che è priva di conflitti. Il suo stomaco vuole di nuovo le pappine

Infatti il malato di stomaco si nutre di cibo predigerito, di alimenti che sono già stati passati al setaccio, filtrati, che hanno cioè già dimostrato la loro non pericolosità.

Il malato di stomaco non può più permettersi di ingerire bocconi pesanti: i problemi sono rimasti nel setaccio. Non ingerisce neppure cibi crudi, troppo primitivi, troppo pericolosi. 

Il cibo deve venire prima ucciso dal processo aggressivo della cottura, deve passare attraverso il fuoco prima di essere inghiottito. Anche il pane integrale è difficile da digerire, perché contiene ancora troppi problemi. 

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Tutti i cibi piccanti, alcool, caffè, nicotina e dolciumi rappresentano uno stimolo troppo forte perché il malato di stomaco possa permetterseli. La vita e il cibo devono essere esenti da tutte le provocazioni. 

I succhi gastrici producono un senso di oppressione, che impedisce di far proprie altre impressioni.

Il malato di stomaco che prende medicamenti acidi finisce per eruttare sovente, cosa che produce un senso di sollievo, dato che l’eruttazione è una manifestazione aggressiva rivolta verso l’esterno: ci si è liberati dell’aria e la pressione è un po’ diminuita.

Anche i tranquillanti (per esempio il Valium) prescritti dalla medicina ufficiale indicano chiaramente il medesimo rapporto: col medicamento il collegamento tra psiche e sistema vegetativo viene interrotto chimicamente, un’operazione che nei casi più gravi viene fatta dal chirurgo, che stacca certi fasci nervosi che producono troppi acidi (vagotomia). 

Entrambi questi interventi della medicina ufficiale interrompono il rapporto sentimento stomaco, affinché lo stomaco non debba più digerire somaticamente i sentimenti. Lo stomaco viene protetto dagli stimoli esterni.

Lo stretto rapporto esistente tra psiche e secrezione gastrica è noto da quando Pavlov compi i suoi famosi esperimenti (Pavlov dava ai suoi cani del cibo e contemporaneamente sonava una campanella, producendo così un riflesso condizionato, per cui dopo qualche tempo bastava il suono della campana per produrre la secrezione gastrica).

La consuetudine di dirigere sentimenti e aggressività non verso l’esterno, ma verso l’interno, contro se stessi, porta come conseguenza a ulcere gastriche, che non sono formazioni nuove, ma perforazioni della parete dello stomaco. 

Chi ha ulcere gastriche digerisce non le impressioni esterne, ma la parete del proprio stomaco, digerisce se stesso: si autodivora.

pasta
Il malato di stomaco deve imparare a prendere coscienza dei propri sentimenti, ad elaborare consapevolmente i conflitti e a digerire consapevolmente le proprie impressioni e sensazioni. 
Inoltre l’ulceroso dovrebbe prendere chiaramente coscienza del proprio desiderio di dipendenza infantile, di protezione materna e della propria nostalgia di amore e di cure: 
soprattutto nei casi in cui questi desideri sono ben nascosti dietro una facciata di indipendenza, orgoglio e capacità di imporsi. Anche in questo caso lo stomaco rivela la verità.

(Thorwald Dethlefsen Rudiger Dahlke)

malattia
Marina Camilla Corrado
Marina Camilla Corrado
Estetista Maneger
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Meraviglioso viaggio dentro se stessi ove il capitano vi farà scoprire luoghi inesplorati... 💞🌈🙏

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