Malattia linguaggio dell'AnimA
Questo nome indica una dermatite che si manifesta sul volto e che, come accade anche nella nevralgia del trigemino, è caratterizzata da dolori atroci e segni esterni chiaramente visibili, ma completamente diversi da quelli della paresi facciale.
Si tratta di un’infezione secondaria determinata dal virus varicella-zoster, che è identico a quello della varicella. In pratica, ognuno di noi ha in sé il virus, il cento per cento della popolazione ne è affetta. La varicella è una malattia infantile non pericolosa, ma molto contagiosa. li contagio non avviene soltanto per contatto, ma anche attraverso l’aria.
I virus si muovono nello spazio intorno al malato fino a una distanza di due metri e possono essere trasportati dal vento. Di qui il nome tedesco Windpocken(39). Praticamente la malattia viene sempre superata bene, però i virus non abbandonano più il corpo e si stabiliscono nelle radici posteriori dei nervi del midollo spinale.
Solo in ambito cervicale ci sono ventiquattro possibilità di parcheggio, che corrispondono alle dodici coppie di nervi, per cui l’infezione potrebbe teoricamente riemergere ovunque. Nella realtà però il virus ha precise preferenze, per cui, per quanto riguarda il viso, colpisce soprattutto la pelle, più raramente l’orecchio e ancor meno frequentemente l’occhio.
Il periodo critico si colloca tra i cinquanta e i settant’anni, ma di fatto ci si può ammalare ad ogni età.
Il decorso è quello di una tipica infiammazione. La comparsa delle pustole è preceduta da un forte bruciore e da dolori acuti. Alla fine si formano delle vescichette, strettamente limitate alla zona del corpo controllata dal nervo colpito e quasi sempre monolaterali. Soltanto molto di rado si verifica una ricaduta che interessa entrambi i lati o una diffusione su due o più segmenti nervosi.
Le vescichette piene di liquido finiscono per seccarsi, formano una crosta e scompaiono in genere senza lasciare cicatrici. In questo modo però la faccenda non è risolta, perché in realtà il virus è sempre pronto a colpire. Talvolta riesce a far parlare di sé fino a due anni dopo la scomparsa dell’eruzione cutanea causando dolori acuti e una estrema sensibilità.
Poiché ogni settore cutaneo è provvisto di nervi, la malattia è libera di colpire ognuno nel suo punto più sensibile. L’affezione tende a manifestarsi quando le difese del soggetto sono particolarmente deboli:
ad esempio, quando il paziente è colpito da una grave infezione, quale la polmonite, la tubercolosi e il diabete, da mali come il cancro, da gravi intossicazioni, dal crollo delle difese provocate dall’AIDS, dalla leucemia o da moderne forme terapeutiche che provocano l’arresto del sistema immunitario, come nel caso del trapianto degli organi.
Circa la metà dei pazienti che sono sottoposti ad un trapianto di midollo spinale per la cura della leucemia contraggono l’infezione herpes-zoster. Da questo punto di vista la medicina moderna ne ha molto favorito la diffusione.
Anche la medicina tradizionale ha capito che, oltre all’indebolimento organico dell’apparato immunitario, la situazione psicologica ha un ruolo determinante ili questa malattia. In genere Io stress è considerato causa del male, ma ovviamente solo quello che porta al sovraffaticamento è pericoloso:
lo stress inteso come stimolo all’organismo comporta una sollecitazione del sistema immunitario. In caso di sovraffaticamento, il paziente cerca di proteggersi chiudendosi all’ambiente che Io angustia. In questo modo costringe il corpo ad assumere funzioni sostitutive e ad aprirsi, seppellendo le proprie difese.
Il paziente colpito dall’erisipela è caratterizzato dal proprio sintomo.
La rosa che finisce al centro del volto comunica a lui e all’ambiente circostante che qualcosa è stato violato e si è spezzato. Il virus, che è pazientemente in agguato ed è pronto a tendere un’imboscata, approfitta di una situazione di indebolimento generale per raggiungere i propri scopi.
Il tema è il conflitto, poiché la base dell’herpes-zoster, che già di per sé simboleggia un conflitto, è ancora una volta un conflitto, come dimostrano le malattie di base precedenti. Il confronto a lungo rinviato, esplode con l’aiuto di sostegni esterni.
Come nella nevralgia del trigemino, anche qui entra in gioco l’aggressività; come nel caso della paresi facciale, anche qui si ritrova il tema della deformazione, o meglio, dell’affermazione di una realtà completamente diversa che emerge dalle profondità dell’anima.
Ha le stesse caratteristiche della bomba a orologeria e anche quelle della difesa e della resistenza.
Un’alta resistenza psicologica indica la malattia di base. Se, a prima vista, nessuna è riconoscibile, la medicina tradizionale ne cercherà una nascosta, come ad esempio, un focolaio cronico d’infiammazione o un carcinoma nascosto.
Se anche questi tentativi risulteranno inutili, se ne può dedurre che c’è una forte resistenza psicologica contro un aspetto centrale della vita, sufficiente a indebolire le difese fisiche al punto da lasciare il campo libero all’herpes-zoster.
Questa malattia rivela che molto tempo prima qualcosa ha dato ai nervi, si è insinuato sotto la pelle e ora vuole di nuovo emergere in superficie. La cosa più dolorosa e difficile in questo processo è proprio questa emersione.
La resistenza e la paura che caratterizzano il momento si somatizzano in un dolore ardente e acuto, in una opprimente sensazione di tensione.
Una volta che la barriera viene superata, le vescichette si seccano in due o tre settimane e guariscono. L’esantema si manifesta nei momentanei punti deboli e, nel caso dell’erisipela, colpisce direttamente sul volto.
Come avviene con gli schiaffi, brucia solo la guancia percossa. Anche il naso, l’orecchio e l’occhio possono però essere colpiti e proprio gli ultimi colpi sono a volte così dolorosi che nella parte colpita udito e vista possono venir meno.
Mentre sulla fronte e sulle guance ci si sente «soltanto» deformati, segnati e feriti, il pericolosissimo herpes della cornea può colpire il soggetto con la cecità e quello dell’orecchio può causare sordità. La cosa forse peggiore è che questi attacchi colpiscono proprio zone che in passato sono già state pesantemente attaccate.
Subdolamente il virus resta in agguato, in attesa che la propria vittima mostri un momento di debolezza, che gli consenta di aggredirla alle radici dei nervi.
In passato questa malattia veniva chiamata ignis sacer, che significa fuoco sacro o selvaggio.
Veniva curata con rimedi magici, poiché si vedeva in essa un segno proveniente da dimensioni superiori.
In effetti si tratta di un segno che proviene da un altro livello, anche se in realtà si tratta del proprio livello interiore. Quella che arde sul volto, è rabbia selvaggia e finora mai esplosa, un’ira che può rendere ciechi e sordi, e comunque miserabili.
Che in tali segni sia insita anche la possibilità di trasformazione, è rivelato dal fatto che esiste anche l’ira sacra, che il segno di Caino non era soltanto un’immagine, ma anche una decorazione che portò colui che ne era marcato sulla via dell’evoluzione. Anche nell’espressione erisipela sono insite due possibilità:
il fiorire della rosa, come immagine della bellezza, che ritorna nelle rose fiammate del tardo gotico e nel simbolismo della rosa rossa, che può infilare la sue spine – simbolo di Marte, dio della guerra – nella nostra carne, ma è sempre legata a Venere, dea dell’amore. Dietro gli attacchi di collera possono ardere entusiasmo e amore ardente, e può celarsi anche ira temperata.
Il soggetto in questo caso deve imparare ad aprirsi veramente, far sbocciare la sua vera natura e ad esprimere chiaramente ciò che gli si muove dentro.
Ciò che finora è rimasto chiuso all’interno e ha sonnecchiato nel profondo, vuole essere liberato, che l’ira sia sacra o profana, la vendetta recente o antica, è comunque necessario portarle ad espressione.
Proprio la manifestazione e la repressione di questi impulsi può mettere in movimento l’energia necessaria a rimettere il moto le difese dell’organismo. È necessario limitare la resistenza contro la problematica in questione, ma non ridurre la capacità del sistema immunitario.
39 Windpocken, da Wind = vento, e Pocke = pustola (N.d.T),
40 Il termine tedesco Gesichtsrose, in italiano erisipela, tradotto letteralmente, significa rosa del viso (N.d.T.).
Domande
1. Quale conflitto è scritto sul mio viso?
2. Cosa mi dà ai nervi e cosa mi penetra sotto la pelle?
3. Quale paura mi rende psicologicamente così limitato da costringermi ad aprirmi tanto a livello fisico?
4. Da quale aspetto della vita, da quale tema sono sopraffatto?
5. Cosa fiorisce sul mio viso che non posso rivelare chiaramente? Che cosa vuole e deve farsi strada e rivelarsi in me?
6. Da cosa sono segnato? Che cosa mi distingue?
7. Quali bombe a orologeria sono in agguato nel mio hinterland psicologico?
8. Che cosa dice l’eritema della mia debolezza psicologica?
9. Mi viene sulle labbra qualcosa che non volevo dire?
10. Le mie guance bruciano di schiaffi non elargiti?
11. Quale ruolo ha nella mia vita la malignità?
12. Rabbia ed entusiasmo trovano espressione nella mia vita?