Relazione tra sintomo e causa
Le lectine rappresentano il principale sistema difensivo delle graminacee. Sono delle glicoproteine (proteine che legano molecole di zucchero) con proprietà antinutrienti[847].
Data la loro efficacia come insetticida, le aziende biotecnologiche le hanno utilizzate per creare piante geneticamente modificate per resistere meglio ai parassiti, rendendole però ancor più dannose per l’intestino.
Le lectine non si trovano solo nel frumento. farro, grano, kamut, orzo, segale, riso[848], pomodori[849], patate[850] contengono lectine che impediscono il corretto utilizzo di alcune proteine utili nella formazione dei tessuti connettivi.

L’ingestione regolare di tali alimenti può determinare infiammazione cronica e aumentare la permeabilità intestinale[851]. Ciò spiega perché talvolta non basta eliminare il glutine dalla dieta.
È opinione diffusa che le lectine possano essere rimosse tramite la cottura, l’ammollo o la germogliazione. In realtà questi procedimenti riducono esclusivamente l’acido fitico, poiché le lectine sono resistenti sia all’attività enzimatica che al calore[852].
Vediamo allora il meccanismo d’azione di alcune lectine, a partire dall’effetto sulla membrana delle cellule che formano i tessuti della parete intestinale interna.

Agglutinina
L’agglutinina, così come altre lectine, è progettata per legarsi alle glicoproteine che sporgono sulla superficie delle cellule, in particolare alla N-acetilglucosamina, uno zucchero[853].
Ne deriva una riduzione della disponibilità di N acetilglucosamina che può indebolire i tessuti connettivi dell’organismo e causare dolore.
Poiché molti tessuti nell’uomo sono costituiti da N acetilglucosamina (tessuti del tratto digestivo, cartilagini, arterie, ossa, valvole cardiache, ecc.), il consumo di alimenti apparentemente innocui, ma contenenti agglutinina (cereali e pseudo cereali) potrebbe comportare un’ampia gamma di effetti avversi, tra cui l’osteoartrite[854] ad esempio.

La glucosamina è uno dei composti che si trovano negli integratori più utilizzati per ridurre il danno delle cartilagini. Se però gli alimenti contenenti lectine non vengono ridotti o eliminati dalla dieta, la glucosamina finisce per legarsi all’agglutinina, invece di contribuire alla formazione di acido ialuronico e al rinnovo dei tessuti danneggiati[855].
L’agglutinina può essere neurotossica e attraversare la barriera ematoencefalica attraverso un processo chiamato “endocitosi adsorbente“[856] ed è in grado di viaggiare liberamente nei tessuti del cervello, motivo per cui viene utilizzata come marker per tracciare i circuiti neurali[857].
L’agglutinina può attaccarsi alla guaina mielinica, il rivestimento protettivo dei nervi[858] ed è in grado di inibire il fattore di crescita nervoso, interferendo così con la crescita, il mantenimento e la sopravvivenza di alcuni neuroni bersaglio[859].

L’agglutinina può favorire l’infiammazione e l’obesità. Concentrazioni minime (nanomolari) di agglutinina stimolano la sintesi di messaggeri chimici pro infiammatori (citochine) nelle cellule intestinali e immunitarie, tra cui l’interleuchina 1, l’interleuchina 6 e l’interleuchina 8[860].
Questa proteina inoltre aumenta le specie reattive dell’ossigeno[861]. L’agglutinina è implicata nell’obesità e nella “resistenza alla leptina”: può infatti bloccare nell’ipotalamo il recettore per la leptina, l’ormone che regola l’appetito[862].
È stato anche dimostrato che l’agglutinina del germe di grano ha un’azione insulino-mimetica, contribuendo all’aumento di peso e alla resistenza all’insulina[863].

Oltre a ciò, dalla digestione della proteina del glutine, così come della caseina del latte, derivano una serie di peptidi con attività oppioide a livello del sistema nervoso e gastrointestinale [864].
Gli oppioidi sono un gruppo di sostanze chimiche, con effetti antidolorifici, che creano dipendenza e coinvolte anche in altre attività fisiologiche, come la regolazione dell’assunzione di cibo.
La presenza di composti strutturalmente simili, nel latte digerito e nel grano, può far sospettare che tali alimenti agiscano da anestetico sugli effetti negativi a lungo termine delle lectine.
Questi peptidi oppioidi possono ridurre l’assorbimento della cisteina[865], causando una riduzione della sintesi sia di glutatione (antiossidante intracellulare) sia del donatore di metili S-adenosil metionina.

Una limitata capacità antiossidante, causata da peptidi oppioidi, può predisporre a infiammazione e ossidazione sistemica. Questo spiega i benefici che spesso può offrire una dieta senza glutine e senza caseina[866].

Zonulina
La zonulina è una proteina-messaggero, quindi un ormone, che agisce sulle giunzioni strette degli enterociti, regolando la permeabilità intestinale[880].
Alti livelli di tale ormone si correlano a deterioramento della mucosa intestinale e relativa interruzione della funzione protettiva, una condizione associata a patologie autoimmuni, oncologiche, metaboliche e neurodegenerative.
Poiché la zonulina è un regolatore chiave della permeabilità intestinale, è possibile che questa proteina fornisca un legame comune fra tutte le condizioni appena menzionate[881].

La gliadina presente nei cereali, in particolare nel grano, stimola la produzione di zonulina aumentando la permeabilità intestinale sia nell’intestino celiaco che in quello non celiaco, attivando la segnalazione della zonulina a prescindere dall’espressione genica per condizioni autoimmuni[882].
La ricerca indica che la gliadina (e quindi il grano) dovrebbe essere evitata in modo permanente, senza eccezioni genetiche, in quanto la permeabilità intestinale si associa a un’ampia gamma di disturbi, come le malattie cardiovascolari, epatiche, autoimmuni, il cancro, l’infiammazione[883], i disturbi comportamentali e l’iperattività[884].

Bibliografia: Stress, Alimentazione, Infiammazioni nascoste
modificato Francesco Ciani
