La bulimia è il bisogno compulsivo e talvolta incontrollato di ingurgitare cibo
Questo bisogno può raggiungere un tale livello che le persone affette si inducono il vomito per poter continuare a mangiare.
Tale forma grave di bulimia conduce direttamente alla depressione se non viene curata in maniera intelligente e rapida.
La bulimia ci parla del bisogno di colmare un vuoto esistenziale, di controllare le nostre angosce in qualsiasi momento attraverso il cibo.
Quest’ultimo rappresenta il primo rapporto con la vita e con il primo essere che ci ama e ci dona la vita e il suo amore, ossia nostra madre.
La relazione che intratteniamo con il cibo è fortemente impregnata del «ricordo» di questa relazione con la madre e del carattere soddisfacente e compensatorio che ha potuto o saputo svolgere.
Ogni tensione, frustrazione, mancanza, bisogno di compensazione o di ricompensazione avverrà attraverso il cibo.
La paura, l’incertezza di non poter ricominciare, comporta l’atteggiamento compulsivo e ripetitivo o l’immagazzinamento.
Non sazia ciò che viene da fuori, introdotto con sentimenti contrastanti tra di loro, affinché le persone grazie anche a queste ripetizioni estreme, mettendo a rischio la stessa propria Vita, compendino che la separazione è dentro di Sé e non fuori, che altro non è che una duale estensioni di sé stessi.
(Michel Odoul modificato Francesco Ciani)