Il problema dei capelli bianchi
non è considerato dalla medicina ufficiale un’incognita rilevante, giudicato piuttosto un normale inciampo dell’età che avanza.
Eppure dovremmo domandarci per quale motivo cinesi, giapponesi o africani non abbiano problemi di canutismo come li abbiamo noi “occidentali”, già a partire dalla quarta decade di vita.
Difatti pur non rappresentando un problema di salute vero e proprio, il canutismo può essere considerato un campanello di allarme della presenza eccessiva di cortisolo.
Abbiamo visto nei capitoli precedenti il rapporto tra quantità eccessiva di tale ormone e l’incapacità dei melanociti di produrre melanina. Infatti l’ormone Acth (Adreno Cortico Tropic Hormone) o corticotropina viene utilizzato per stimolare le ghiandole surrenali a produrre cortisolo e non può quindi trasformarsi in Msh (di cui necessitano invece i melanociti).
Quindi il segreto per fermare la presenza di capelli bianchi è quella di abbassare la quantità di cortisolo prodotta ogni giorno.
Ciò significa affrontare la vita con più serenità, evitando fattori stressanti ed in particolare cambiare la propria alimentazione.
Abbiamo più volte visto e sottolineato che l’alimentazione a base di amidi, promuove il cortisolo sia per i cali glicemici (dovuto all’attivazione dell’insulina) che per il fenomeno della disbiosi intestinale.
Inoltre molte delle malattie causate dalla dieta a base di zuccheri sono foriere della super produzione di cortisolo e di radicali liberi (altro elemento che promuove il canutismo).
La vitamina D è un alleato importante per combattere il canutismo. Difatti essa promuove la produzione dei peptidi che compongono il Ponc (pro-oppiomelanocortina), necessario all’ipofisi (ghiandola del cervello) per produrre l’ormone Acth e quindi l’ormone Msh.
Questa maggiore disponibilità, può essere utilizzata dai melanociti perché le ghiandole surrenali non sono state stimolate a produrre cortisolo (in assenza dell’evento stressorio). Tale effetto è molto più evidente quando prendiamo la tintarella:
anche in questo caso i melanociti producono melanina, finalizzata però all’abbronzamento della pelle.