La tiroide per il nostro corpo è in grado di accelerare o diminuire la funzione energetica delle nostre cellule.
Quindi il corretto funzionamento di tale ghiandola è fondamentale per mantenere una salute ottima soprattutto nella terza e nella quarta età.
Al contrario registriamo che la maggioranza della popolazione soffre di un mal funzionamento della tiroide principalmente identificato nella diminuzione della funzione degli ormoni tiroidei (T3 e T4).
Questa epidemia silenziosa è causata dal nostro stile di vita e dalla “dieta moderna” e quindi ancora una volta (lo so, sarò ripetitivo, ma è così!), essa è dovuta all’introduzione dei cereali, degli amidi e degli zuccheri nella nostra tavola.
Approfondiamo come questi alimenti promuovano le patologie della tiroide ed il mal funzionamento dei suoi ormoni.
Sappiamo che il sistema ipotalamo-ipofisi-tiroide è stimolato da ormoni quali la leptina ed il cortisolo, mentre è inibito dalla dopamina e dalla citochine infiammatorie.
La sovraespressione di tutti questi elementi è causata dal consumo di carboidrati insulinici. Inoltre non va sottovalutato il ruolo della malattie autoimmuni.
Vediamoli uno per volta.
Troppo cortisolo
L’eccesso di cortisolo è deleterio per molti aspetti della nostra salute ed in particolare per il rapporto e l’influenza che ha sulla tiroide.
In effetti quando la tiroide funziona correttamente, il cortisolo stimola il rilascio degli ormoni tiroidei (tramite il Tsh e il Trh) per aumentare la risposta “combatti o scappa” propria del cortisolo (aumento del battito cardiaco, accelerazione della produzione energetica).
Invece quando la produzione di cortisolo ha perso la sua circadianità, cioè non è più modulata ma prodotta costantemente (stress cronico), si ottiene sulla tiroide un effetto praticamente contrario.
Ovvero si inibisce la produzione dell’ormone Trh (Thyrotrpin Releasing Hormone) da parte dei neuroni ipotalamici e quindi a cascata, della Tsh (Thyroid Stimulating Hormone) dall’ipofisi e infine degli ormoni T4 e T3.
È evidente che la produzione di cortisolo dovuta ai cali glicemici (dopo il consumo di alimenti ricchi di carboidrati insulinici), può indurre la patologia dell’ipotiroidismo.
Troppa Leptina
Sappiamo che la leptina è un ormone secreto dagli adipociti (cellule del grasso) e che l’azione violenta adoperata dall’insulina per obbligare queste cellule ad incamerare il grasso derivato dopo un pasto insulinico, sia il primo responsabile dei picchi di leptina nel sangue.
Tale ormone ha dei recettori nei neuroni (responsabile della fame) che servono a farci percepire la sensazione di sazietà.
La leptina dovrebbe essere modulata man mano che le Ldl ed i chilomicroni rilasciano il grasso alle cellule adipose: attivando una secrezione non eccessiva e modulata nel tempo.
Sappiamo che la leptina agisce anche come stimolo sulle cellule dell’ipotalamo per far rilasciare il Trh, ed aumentare la produzione degli ormoni tiroidei.
Questo è un modo per comunicare al nostro corpo che possiamo riprendere le funzioni energetiche, in quanto abbiamo cibo a sufficienza. Al contrario l’insulina causa i picchi di leptina e ciò, a lungo andare, oltre che iperattivare la tiroide (ad ogni pasto) rende i recettori dei neuroni meno sensibili alla leptina.
Troppa dopamina
Ricorderete che la dopamina è un neurotrasmettitore prodotto dai neuroni del cervello.
Ricorderete anche che essa è prodotta su stimolazione del cortisolo, il quale obbliga i neuroni alla produzione di questo neurotrasmettitore a spese della produzione di serotonina (promossa invece dall’insulina).
Ebbene, la dopamina è un potente inibitore degli ormoni tiroidei, agendo direttamente sulla secrezione dell’omone Tsh. Abbiamo anche approfondito come questa eccessiva produzione dei neurotrasmettitori, dipenda dal consumo di alimenti insulinici.
Troppe citochine infiammatorie
Il nostro corpo fa sempre scelte che sono mirate alla sopravvivenza.
Avrete notato che quando non vi sentite in buona salute, riscontrate una diminuzione dell’appetito, come se il vostro corpo non avesse bisogno di nutrirsi.
Ebbene questo è l’effetto più evidente del rallentamento dell’azione degli ormoni tiroidei. Infatti il corpo concentra la sua attenzione sulle funzioni immunitarie e riparatorie, cercando di mettere il corpo intero in standby.
Lo stesso accade quando abbiamo una produzione eccessiva di citochine infiammatorie, dovuta ad acidosi, infiammazione cronica, tumori, malattie infettive, diabete.
Tali citochine inibiscono la trasformazione dell’ormone T4 nella sua forma attiva T3, trasformandola in T3 revers (forma inattiva).
Malattie autoimmuni
La tiroide è uno dei quei tessuti che più vengono coinvolti dall’azione devastante delle malattie autoimmuni.
Il nome scientifico di tale patologia è “Tiroide di Hashimoto” ed è causata dal sistema immunitario che aggredisce le cellule componenti tale ghiandola.
Ciò in molti casi, causa una diminuzione dell’attività della tiroide (ipotiroidismo) o più raramente l’iperattività (ipertiroidismo).
Come per tutte le malattie autoimmuni, il primo responsabile è l’alimentazione a base di alimenti ricchi di carboidrati insulinici.
La diminuzione dell’attività degli ormoni tiroidei rappresenta uno dei coofattori della comparsa di moltissime malattie della terza e quarta età ed un peggioramento clinico complessivo.
Invece al contrario, nei ragazzi o in persone più giovani il consumo di alimenti insulinici causa inizialmente una iperattivazione degli ormoni tiroidei e l’effetto indesiderato di catabolizzazione della massa muscolare. Quest’ultima è la causa di patologie come la nascita dei noduli alla tiroide e nei casi peggiori dei tumori.