I collegamenti a cui è più facile credere

Non sappiamo che cosa sia veramente il pensiero, eppure sappiamo e crediamo tutti che esista e che vi sia un legame tra un pensiero e l'altro. Per esempio mi siedo qui a scrivere e penso a ciò che voglio dire.

La guarigione è sempre legata alla comprensione

L’Arte di Vivere

Ovviamente ci è più facile credere a ciò che possiamo vedere. Di qui l’idea del «ci crederò solo quando lo vedrò», che permea la nostra cultura lineare, centrata tutta sulla forma.

Se vedi un bambino che trascina un giocattolo tirandolo con lo spago, non hai difficoltà a credere al collegamento fra il giocattolo in movimento e l’azione del bambino.

C’è uno spago, vedo il rapporto! Quando qualcosa è collegato e possiamo verificare il nesso con uno dei cinque sensi, vedendolo, toccandolo, udendolo, percependone l’odore o il sapore, non abbiamo difficoltà a credere al collegamento.

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Perciò quando facciamo il pieno di benzina, e quindi avviamo il motore e cominciamo a bruciare carburante vediamo il collegamento fra la prima azione e la possibilità di muoverci a bordo dell’automobile.

Non siamo sbalorditi o increduli per il fatto che le automobili si spostano da un luogo all’altro. I legami più facili fra le cose sono quelli che puoi letteralmente vedere, quelli che ti permettono di dire tra te e te: «Vedo il modo in cui avviene, ci credo».

Collegamenti più difficili tra una forma e una forma nascosta. Quando accendiamo la luce, non possiamo vedere il collegamento tra l’interruttore e la stanza improvvisamente illuminata, ma sappiamo che esso esiste, che i fili sono nascosti dietro la parete.

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Non abbiamo bisogno di vederli, dobbiamo credere che siano presenti anche se sono celati, perché sappiamo qual è il meccanismo che governa il fenomeno.

Questa seconda categoria dei «legami nascosti» è un po’ più difficile da comprendere, ma nemmeno troppo, dal momento che traiamo una sicurezza incrollabile dal fatto che i collegamenti esistono pur sempre nella dimensione della forma. Anche se non sono in vista, volendo li possiamo trovare.

Collegamenti ancora più difficili: tra forma e forma invisibile

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Sei seduto in salotto a guardare la televisione: invece di alzarti, per cambiare canale usi il telecomando che non è in alcun modo collegato materialmente al televisore. Premi uno dei tasti e il canale cambia: il televisore risponde a una sorta di segnale invisibile.

Come avviene? Non vedi alcun collegamento materiale. Non senti nulla, né un odore, né un suono. Puoi persino mettere un foglio di carta di fronte al telecomando senza che il collegamento sia interrotto. Che cosa succede?

A questa categoria di collegamenti siamo ormai tutti abituati.

Regaliamo ai bambini automobiline telecomandate. Per far svoltare la macchina a sinistra a sei metri di distanza basta schiacciare il tasto di sinistra: qualcosa viaggia nell’aria e segnala all’automobilina di girare a sinistra.

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Non ci sono cavi, spaghi, legami visibili, eppure possiamo credere nel collegamento, anche se la maggior parte di noi non sa quasi nulla della natura di quanto avviene.

Crediamo che segnali invisibili volino attraverso l’aria perché questo ci è stato detto, anche se noi personalmente non li abbiamo mai visti.

Ora perciò possiamo diventare più consapevoli del fatto che un legame tra due oggetti non ha necessariamente bisogno di avere una forma, come la percepiamo con i sensi, per esistere.

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Crediamo e accettiamo senza scomporci nella vita quotidiana collegamenti che sfuggono ai sensi. Ci crediamo e funzionano.

Dopo qualche anno di familiarità con questo tipo di collegamenti cominciamo persino a darli per scontati, nonostante che per noi restino effettivamente un completo mistero.

Collegamenti invisibili: tra forma umana e forma umana

La prossima volta che qualcuno ti parla in una stanza fermati e domandati: «Come può essere? Questa persona è a tre metri di distanza, muove la bocca, tra di noi c’è solo aria, eppure odo istantaneamente e comprendo tutto ciò che mi dice. Come avviene?».

Quando ti soffermi a considerare un evento così quotidiano e scontato, la mente vacilla. Cose invisibili chiamate onde sonore viaggiano tra la bocca e l’orecchio, per venire poi elaborate dal cervello.

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Dov’è il collegamento? Vedo la bocca che si muove. La persona sta forse mandando il collegamento fuori dalla bocca? Io non ordino alle orecchie di captare questi segnali invisibili, eppure esse sembrano farlo automaticamente.

Crediamo acriticamente in tutta una varietà di collegamenti tra le persone che la mente razionale non è affatto in grado di scandagliare. Sappiamo che onde invisibili ci collegano gli uni con gli altri, collegano una persona a un oggetto, per esempio a una radio, a una porta che sbatte.

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Non ci diamo neppure la pena di capire come avvenga effettivamente, accettiamo un principio chiamato «suono» come un dato di fatto parte integrante della nostra umanità.
 
Non diciamo certo: «E impossibile! Se non posso vederlo e toccarlo, non può esistere». Credere nell’esistenza del suono ci permette di funzionare in quanto esseri umani. Ci sono collegamenti invisibili tra le persone, cui partecipi ogni giorno.

I nostri collegamenti: tra il nostro pensiero e la nostra forma

Stai ballando con il tuo partner, scivolando senza peso per la sala. I piedi fanno esattamente ciò che devono fare. C’è una connessione misteriosa tra i tuoi pensieri e l’attività neuromuscolare dei piedi.
 
Perché i piedi si muovono perfettamente in risposta al pensiero che ordina loro di muoversi? Qual è il collegamento? Come può avvenire?
 
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Ogni volta che muovi gli arti e le altre appendici della tua forma, essi stanno reagendo a un pensiero. Il pensiero è invisibile e senza forma, eppure è questa incorporeità a governare in qualche modo le tue azioni.

Non puoi vedere il collegamento, non lo puoi spiegare:

tuttavia il fatto che ti gratti il naso, che vada in cucina, che scuota la testa, che muova la mano con il guantone per afferrare una palla da baseball o che compia un altro degli innumerevoli movimenti che eseguiamo quotidianamente prova che esistono dei collegamenti invisibili che ci permettono di muoverci senza sforzo nella vita.

L’energia mentale dirige quella muscolare. L’energia è pensiero; il pensiero è una sorta di collegamento tra un desiderio e un esito fisico. Tu credi con fede assoluta a questo tipo di connessioni, anche se non le puoi spiegare.

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Accetti come un dato di fatto lo schema automatico di stimolo-risposta.

Ci credi; vivi sulla base di esso. Non metti mai in discussione l’esistenza di questo tipo di collegamenti, perché milioni di movimenti quotidiani ti forniscono una dimostrazione assoluta dell’esistenza di un legame tra il mondo della forma e quello senza forma.

 

Elisa D'Egidio
Elisa D'Egidio
Fano PU
Francesco è una di quelle persone i cui consigli ed insegnamenti ti rimangono impressi nella mente ed in tutto il corpo, anche a distanza di tempo. Mi ha insegnato ad ascoltarmi, capirmi, prendermi cura di me ed amarmi più di qualsiasi altra cosa. Questo credo che sia il segreto per far entrare nel nostro mondo persone poi in grado di amarci ed apprezzarci allo stesso modo se non più di quanto amiamo noi stessi. È un processo lungo e faticoso all'inizio, bisogna armarsi di pazienza e coraggio, ma una volta ingranata la marcia la strada è solo in salita. Grazie di tutto. A presto 🧡

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