Il termine di distrofia muscolare rappresenta in realtà l’insieme di diversi tipi di malattie neuromuscolari degenerative, nella quali la genetica è considerata ufficialmente la causa primaria; tali malattie causano una progressiva atrofia dei muscoli, essenzialmente quelli scheletrici (e quindi anche quelli che servono alla respirazione) ma talvolta anche di quello cardiaco (il cuore).

Ma dopo avere visto esempi di malattie che le autorità sanitarie si ostinano a considerare genetiche e incurabili mentre non sono né l’una né l’altra (vedi l’autismo), mi è venuto in mente che forse, e ripeto forse, oltre alla propensione genetica alla malattia ci potesse essere qualche co-fattore, ed in particolar modo ho pensato alla disbiosi intestinale. Incredibilmente la ricerca mi ha portato a trovare due articoli che lasciano aperta una porta alla speranza … forse …

Lungi da me l’idea di generare false illusioni, però indagare se un soggetto con distrofia muscolare soffre anche di disbiosi e/o parassitosi ed eventualmente curare tali problemi intestinali non può che far del bene, e lo stesso dicasi della valutazione e risoluzione di eventuali altri problematiche che possono influire sullo stato di salute globale (vedi il libro “I pilastri della salute e la rete di interconnesioni”).

L’idea che mi porta a sospettare su una causa epigenetica piuttosto che puramente genetica della distrofia muscolare deriva dalla lettura di due articoli scientifici.

L’articolo Pathogenetic role of intestinal microbiocenosis in the pathogenesis of hereditary myodystrophy (“Ruolo della microbiocenesi intestinale nella patogenesi della distrofia muscolare ereditaria”) afferma che la somministrazione di probiotici ha fatto migliorare il quadro clinico dei pazienti.
Con miglioramenti su quasi tutti i fronti (elettromiografico, immunologico, biochimico, ormonale) ed aumento della forza muscolare. Gli autori concludono che lo squilibrio del microbiota “sembra giocare un certo ruolo nella formazione della patologia ereditaria”.

Il secondo articolo si basa su modelli animali (esperimento su cavie su cui viene indotta artificialmente una condizione di distrofia muscolare) ed è quindi di rilevanza relativa, però vale la pena citarlo Differences in the intestinal microflora of normal and dystrophic BIO 8262 Nij Syrian hamsters (“Differenze nella microflora intestinale tra i criceti normali ed i criceti BIO 8262 Nij Syrian distrofici”) .

Questi articoli puntano curiosamente nella stessa direzione di un lungo ed interessante articolo sul sito mednat.org , che fa la rassegna di tantissimi metodi di cura naturale delle malattie (persino le più gravi) tutti osteggiati dal potere e dalle lobby farmaceutiche (tanto che molti dei loro scopritori sono stati minacciati di morte),
ho letto alcune informazioni che riguardano anche la distrofia muscolare, specificamente quelle sul Biotron, l’apparecchio descritto nel capitolo sul cancro, e che (secondo quanto riportato, ma purtroppo sono testimonianze aneddotiche e difficili da vagliare) avrebbe permesso di ottenere buoni risultati anche sulla distrofia muscolare.

Siccome quella macchina dovrebbe avere un effetto distruttivo sui microbi patogeni, allora l’effetto positivo che avrebbe su varie malattie sarebbe dovuto ad un riequilibrio dello squlibrio della microflora intestinale.
Anche Valdo Vaccaro in un suo articolo sul sito medicina naturale ipotizza che una dieta tendenziamente crudista e che escluda latte e latticini potrebbe avere effetti positivi anche sulla distrofia muscolare.

Infine ricordo ancora una volta la storia dei topolini agouti che non manifestano la malattia per cui hanno una predisposizione genetica quando alle loro madri vengono somministrate apposite sostanze nutritive.
Forse studiando sull’epigenetica invece che sulla sola genetica della distrofia muscolare potremmo almeno studiare una dieta che somministrata alle madri previene questa malattia? Del resto casi di distrofia muscolare non vengono descritti nel libro di W.A.

Price che descrive lo stato di eccellente salute delle popolazioni che continuano a nutrirsi secondo le abitudini ancestrali, sebbene si potrebbe anche pensare che chi soffre di certe malattie non sopravvive a lungo in una società primitiva … o no?
1077 Pubblicato su Zeitschrift für Versuchstierkunde, 1990;33(2):91-6. autori Engelen D P, Koopman J P, van der Brink M E, Bakker M H, Stadhouders A M, de Boer H; http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2353549.
1078 http://www.mednat.org/cancro/ricercatori_osteggiati.htm.
1079 http://www.medicinanaturale.biz/?p=2078.