Le soluzioni
Una alterazione della flora intestinale è riportata contribuire all’insorgere di diverse patologie croniche e degenerative
La sindrome dell’intestino irritabile, l’infiammazione intestinale, l’artrite reumatoide, la spondilite anchilosante, …, sono state collegate ad alterazioni della flora intestinale.
L’intestino viene continuamente infestato da miriadi di batteri, pertanto deve essere in grado di selezionare quelli simbiotici, a cui ha affidato preziosi compiti vitali, da quelli disbiotici.
In realtà non c’è una netta demarcazione tra simbiotici e disbiotici
Eccetto pochi casi, alcune funzioni sono svolte da tutta una serie di batteri, che svolgono il loro compito in maniera corretta se presenti in rapporti corretti. Spesso batteri, simbiotici a livello intestinale, possono diventare patogeni se infestano e fuoriescono dall’intestino, come ad esempio l’Escherichia Coli o la Candida.
L’intestino controlla l’attecchimento dei ceppi batterici mediante il controllo delle condizioni intestinali.
Di particolare importanza è la secrezione di muco, che permette ai batteri di aderire alla membrana intestinale, e al pH. La sensibilità al pH è dell’ordine dei decimi di unità, variazioni di pH portano a modificare la distribuzione della popolazione batterica.
Dalla botanica sappiamo che ci sono piante che, per esempio le stelle alpine, attecchiscono solo su terreno basico, ma la dipendenza dal pH dei ceppi batterici è tale che potremo immaginare di vedere un elegante prato all’inglese trasformarsi in sterpaglie in seguito ad una minima variazione di pH.
Fattori che portano ad una acidosi dell’intestino producono una disbiosi, essi sono
farmaci, soprattutto antibiotici, stress fisici e psichici, stabilizzanti alimentari, es solfiti, diete sbilanciate, e troppo ricche in carboidrati semplici, di proteine animali, povere in grassi insaturi.
(Prof. Paolo Mainardi)
dal libro: Alla Ricerca dell’Una Medicina
1) Blumberg RS, Saubermann LJ, Strober W. Animal models of mucosal inflammation and their relation to human inflammatory bowel disease [published erratum appears in Curr Opin Immunol 2000; 12
