Bruxismo e disturbi del comportamento

È molto importante sottolineare che esiste anche una manifestazione subdola di bruxismo, il serramento mandibolare

Salute mentale e denti

Esiste un legame molto stretto tra salute orale e salute mentale e l’odontoiatra è uno dei primi specialisti che vengono in contatto con manifestazioni di disturbi alimentari e del comportamento;

il più comune è il bruxismo, in un recente consensus internazionale, è definito come “un’attività ripetitiva dei muscoli masticatori caratterizzata dal serramento o dal digrignamento dei denti

e/o dall’irrigidimento della mandibola” (è molto importante sottolineare che esiste anche una manifestazione subdola di bruxismo, il serramento mandibolare, che consiste nel mantenere la mandibola in posizione fissa senza alcun contatto dentale).

Bruxismo

Tale attività può aver luogo durante la notte (sleeping bruxism) o di giorno (awake bruxism).

Una revisione sistematica della letteratura riporta una quota di bruxisti nella popolazione pari al 12% per quanto riguarda il bruxismo notturno e addirittura del 30% per gli episodi di bruxismo diurno.

Non si tratta quindi di un fenomeno isolato, visto che in media coinvolge un paziente su tre.

Le conseguenze di quest’attività parafunzionale si possono estrinsecare in usura dei denti per attrito e danni meccanici a lavori odontoiatrici, difficoltà a eseguire i movimenti della bocca, indolenzimento e dolori ai muscoli della masticazione e all’articolazione temporomandibolare, dolori oro – facciali (cefalea tensiva).

È ormai dimostrato che l’eziopatogenesi del bruxismo vada solo minimamente ricercata in fenomeni meccanici collegati alla morfologia del sistema cranio – mandibolare, che la sua origine sia centrale più che periferica e coinvolga fenomeni biologici attraverso la mediazione di dopamina e altri neurotrasmettitori, fattori genetici e associati a episodi di risvegli notturni.

Tra le cause esogene vanno individuati gli stili di vita (fumo, alcol, caffeina, alcune sostanze psicotrope). Si parla infine di fattori psicosociali quando tra le cause scatenanti si individua la gestione dello stress, quindi ci si riferisce a tratti psicologici del paziente.

Il bruxismo peraltro non è l’unica manifestazione nel cavo orale di disordini del comportamento di fronte ai quali ci troviamo nella pratica clinica.

Erosione

Si pensi per esempio all’erosione (dissoluzione chimica dello smalto dei denti) dovuta a sostanze acide nei pazienti affetti da disturbi della condotta alimentare quali bulimia – vomiting, alterazioni che si ritrovano specialmente sulla superficie palatale dei denti e che riguardano il 35 –  38% dei pazienti con tali problematiche.

Lesioni dello stesso tipo possono anche conseguire dall’assunzione di grandi quantità di succhi di agrumi, soft drink, sport drink e comunque bevande acide ingerite in quantità eccessiva.

Erosioni da reflusso gastroesofageo possono anche essere causate dal consumo di alcol e tabacco.

L’usura dentale si può inoltre manifestare in seguito a vizi comportamentali (mordicchiamento di oggetti o unghie) o all’abitudine a masticare senza deglutire (chew and spit disorder).

Affezioni psichiche

Molte affezioni psichiche sono associate ad altre manifestazioni orali: oltre alle citate erosioni, ci riferiamo a carie e parodontopatie.

Per esempio, pazienti depressi possono sviluppare carie in seguito a un’igiene orale insufficiente dovuta a una scarsa considerazione di sé, ma anche secondaria a xerostomia (secchezza della bocca), effetto collaterale della terapia con antidepressivi.

Una scarsa igiene può altresì provocare infiammazione del parodonto (l’insieme dei tessuti che sostengono il dente) fino alla distruzione dello stesso e alla perdita di denti.

emicrania

Al contrario, pare che pazienti anoressiche – anoressici abbiano un’attenzione quasi eccessiva all’igiene orale, collegata a un’ossessione nei confronti della propria persona, e possono quindi presentare danni da spazzolamento incongruo ed eccessivo, per esempio abrasioni o recessioni gengivali.

È doveroso sottolineare che l’interazione tra salute orale e stabilità psicoemotiva va in due direzioni: circa la metà dei pazienti vive l’esperienza odontoiatrica con una certa ansietà e in alcuni casi si arriva alla fobia del dentista, una forma specifica di fobia correlata spesso alla paura del dolore.

La percezione del dolore può anche essere esacerbata da ansia e depressione. Un esempio evidente di questa correlazione è la sindrome della bocca che brucia (BMS), caratterizzata, come abbiamo visto, da una sintomatologia urente (bruciore) che interessa la lingua e/o altre mucose orali in assenza di lesioni obiettivabili.

La durata e l’intensità del sintomo sono molto variabili, a volte persiste anche per anni. Coinvolge prevalentemente donne in età peri e postmenopausale. Colpisce anche l’anziano, esordendo tra i 55 e i 75 anni in modo improvviso o, più spesso, graduale.

La sua eziopatogenesi è ancora sconosciuta, tuttavia molti autori sostengono che potrebbe esservi una componente psicosomatica all’origine della malattia, peraltro legata spesso a personalità di tipo ansioso, tant’è vero che il trattamento farmacologico classico della BMS prevede l’utilizzo di antidepressivi e benzodiazepine.

D’altronde la sintomatologia stessa nel suo persistere può condurre a un peggioramento dello stato psicologico del paziente, a conferma di come patologie orali ed equilibrio psichico siano profondamente connessi.

Federica Zanchetti
Federica Zanchetti
Pesaro (PU)
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Un’esperienza UNICA, ed indescrivibile. Un’esplosione di emozioni e pensieri. Un vero e proprio percorso CON SÉ STESSI, e con la propria AnimA. Ho imparato a conoscermi e a parlarmi e solo così sono riuscita e vivere bene con me stessa. Una sola parola: GRAZIE ✨🦋🌼🌞

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